I giudici della Corte penale internazionale “potrebbero revocare“ i mandati di arresto se Tel Aviv fa un'indagine seria
L’esercito libanese accusa Israele di aver violato il cessate il fuoco “più volte”. L’esercito di Beirut ha accusato le forze armate di Tel Aviv, che hanno compiuto un raid aereo contro una base Hezbollah nel Libano meridionale, di aver “violato ripetutamente l’accordo di cessate il fuoco” entrato in vigore mercoledì 27 novembre, dopo più di un anno di ostilità lungo la frontiera e due mesi di guerra aperta tra l’Esercito israeliano e il movimento armato libanese sostenuto dall’Iran. Le violazioni, si legge in un post su X, hanno compreso violazioni aeree e attacchi al territorio libanese con l’impiego di varie armi.
Idf: “Nuova indicazione per coprifuoco nel sud del Libano”
L’esercito israeliano ha dato una nuova indicazione per il coprifuoco ai residenti nel sud del Libano. In un post su X Avichay Adraee, il portavoce capo in lingua araba dell’Idf, ha spiegato che è vietato spostarsi o viaggiare a sud del fiume Litani dalle 17 alle 7 del mattino di domani e ha aggiunto che chi si trova già a sud del fiume Litani deve restare dov’è.
Esercito Libano: “Non avvicinarsi ad aree con presenza Idf”
L’esercito libanese ha esortato “i cittadini che tornano nei villaggi e nelle città vicino al confine meridionale, in particolare nei distretti di Tiro, Bint Jbeil e Marjayoun, a rispettare le direttive delle unità militari ed evitare le aree in cui sono presenti le forze di occupazione israeliane. C’è il rischio di fuoco nemico da parte di queste forze”. Lo riportano i media di Beirut.
Colloquio tra ministri Esteri Iran e Libano dopo tregua
Il ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi ha avuto un colloquio telefonico con il suo omologo libanese, Abdallah Bou Habib, per discutere della situazione in Libano dopo il cessate il fuoco con Israele. Lo riferisce l’agenzia di stampa iraniana Tasnim, secondo cui Araghchi ha affermato che i recenti sviluppi in Siria “fanno parte di un piano israelo-americano volto a destabilizzare la sicurezza regionale“.
Netanyahu: “Se Hezbollah non rispetta tregua sarà guerra intensa”
Nella sua prima intervista dopo il cessate il fuoco in Libano, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha affermato che se Hezbollah non rispetterà le regole della tregua, ci sarà una “guerra intensa“. “Se ci sarà una violazione massiccia dell’accordo, ho ordinato all’Idf di prepararsi per una guerra intensiva, non opereremo solo chirurgicamente come stiamo facendo ora”, ha dichiarato a Channel 14.
Cpi: “Possibile revoca mandati arresto con indagine seria Israele”
I giudici della Corte penale internazionale “potrebbero revocare“ i mandati di arresto nei confronti del premier israeliano Benjamin Netanyahu e l’ex ministro della Difesa Yoav Gallant “solo in presenza di argomenti molto forti”, se Israele “istituisse una commissione” per un’indagine approfondita, “i giudici” valuterebbero le conclusioni esattamente come fatto per le “accuse per le quali i mandati sono stati rilasciati”. Lo ha affermato il portavoce della Cpi, Fadi El Abdallah, in un’intervista all’emittente israeliana Kan.
Il portavoce ha respinto le accuse di pregiudizi anti-israeliani rivolte alla Corte. “Tutto quello che viene discusso sono questioni giuridiche e legali. Quello di cui tutti dovrebbero preoccuparsi è che tutti dobbiamo obbedire alle leggi e nessuno è al di sopra della legge”, ha aggiunto.
Borrell: “Richiesta arresto Netanyahu non è antisemitismo”
L’Alto rappresentante Ue per gli Affari esteri Josep Borrell, a margine della riunione dell’Alleanza globale per l’attuazione della soluzione dei due Stati in Medioriente a Bruxelles, parla anche dei mandati di arresto emessi dalla Corte penale internazionale dell’Aia nei confronti del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e dell’ex ministro della Difesa Yoav Gallant e rigetta le accuse di antisemitismo alla base della decisione, lanciate dallo stesso Netanyahu. “Voglio fare un appello a tutti i membri della società internazionale e in particolare ai membri della Ue. Non possiamo indebolire la Corte penale internazionale, è l’unico modo per avere giustizia globale. L’accusa di antisemitismo è ancora una volta sbagliata. Si tratta di cercare la giustizia a livello globale”, ha detto Borrell. “Fino all’ultimo minuto del mio mandato ripeterò la stessa cosa: è sull’onore dell’Europa, attuare e rispettare pienamente la decisione della Corte internazionale”, ha detto il numero uno della diplomazia europea, il cui mandato scade il primo dicembre, quando si insedierà l’ex premier estone Kaja Kallas.
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