Il capo della Chiesa anglicana è accusato di essere stato a conoscenza dal 2013 dei reati commessi da un volontario senza mai denunciare

Il capo della Chiesa d’Inghilterra, l’arcivescovo di Canterbury Justin Welby, si è dimesso dopo che un’indagine ha scoperto che non ha informato la polizia di abusi fisici e sessuali seriali da parte di un volontario nei campi estivi organizzati dalla chiesa anglicana. Alcuni membri del Sinodo generale hanno avviato una petizione per chiedere a Welby di dimettersi, affermando di aver “perso la fiducia del suo clero”. “Credo che farmi da parte sia nell’interesse della Chiesa d’Inghilterra, che amo profondamente e che ho avuto l’onore di servire”, ha annunciato l’arcivescovo di Canterbury in un comunicato. 

Le accuse

Welby sapeva che il volontario John Smyth aveva abusato sessualmente, psicologicamente e fisicamente di circa 30 ragazzi e giovani uomini nel Regno Unito e di 85 in Africa nel corso di circa cinquant’anni. Secondo l’indagine indipendente, Welby  non ha denunciato Smith nonostante fosse stato informato degli abusi nell’agosto 2013, poco dopo essere diventato arcivescovo di Canterbury.  La Makin Review, che ha condotto l’indagine, ha rilevato che se Smyth fosse stato denunciato alla polizia nel 2013, si sarebbe potuto contribuire a scoprire la verità, si sarebbero prevenuti ulteriori abusi e ciò avrebbe portato a una possibile condanna penale. “In effetti, sono stati persi tre anni e mezzo, un lasso di tempo entro il quale John Smyth avrebbe potuto essere assicurato alla giustizia e ogni abuso che stava commettendo in Sudafrica sarebbe stato scoperto e fermato”, ha rilevato l’indagine.

“L’opera di insabbiamento”

I funzionari della Chiesa anglicana sono stati messi a conoscenza degli abusi per la prima volta nel 1982, quando hanno ricevuto i risultati di un’indagine interna su Smyth. I destinatari di quel rapporto “parteciparono a un’attiva opera di insabbiamento” per evitare che il caso venisse alla luce. Tra il 1984 e il 2001, Smyth infatti ha vissuto in Zimbabwe e successivamente in Sudafrica. Ha continuato ad abusare di ragazzi e giovani uomini e ci sono prove che gli abusi siano continuati fino alla sua morte, avvenuta in Sudafrica nell’agosto 2018. Gli abusi di Smyth non sono stati resi pubblici fino a un’inchiesta del 2017 della televisione britannica Channel 4, che ha portato la polizia dell’Hampshire ad avviare un’indagine. La polizia aveva intenzione di interrogare Smyth e si stava preparando a estradarlo.

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