Flick e Simeone contro la decisione di giocare: "Non ha senso, la tragedia colpisce tutto il Paese"
El show debe continuar. Ed è un pallone che rotola nel fango e tra le polemiche. Davanti alla tragedia che ha provocato nella provincia di Valencia, travolta dall’alluvione, più di 200 vittime, il calcio spagnolo non si ferma. La decisione della Liga di sospendere solo i match che interessano le zone colpite dal violento ciclone, confermando in calendario le altre partite della giornata (Rinviate le sole Valencia-Real Madrid e Villarreal-Rayo Vallecano) ha sollevato dure proteste da parte di club e allenatori tecnici come Hansi Flick e Diego Simeone, alla guida rispettivamente di Barcellona e Atletico Madrid, hanno rimarcato il ‘non sense’ della scelta, considerata in qualche irrispettosa di quanto sta vivendo il Paese.
Se per il tecnico tedesco dei blaugrana sarebbe stato più giusto “bloccare l’intera giornata per la tragedia non colpisce solo Valencia ma tutto il paese”, più diretta è la protesta del ‘Cholo‘: “Non ha alcun senso giocare questo fine settimana. Ciò che sta succedendo da una parte è durissimo per il numero di vittime, dall’altro è emozionante per le migliaia di persone che sono scese in strada ad aiutare, chi con un badile, chi senza niente. Una cosa che dice un mondo di bene di questo Paese. A noi dicono di andare avanti e lo facciamo, ma è molto triste”.
E anche il tecnico del Getafe si unisce al coro di dissenso, Jose Bordolas: “La giornata andava sospesa in maniera integrale. Siamo tutti in stato di shock, continuano ad arrivare video, sentiamo testimonianze, fa paura. Siamo di fronte alla peggior catastrofe degli ultimi decenni, non si doveva giocare” Davanti alle pesanti critiche arrivate proprio dal mondo del calcio, la stessa Liga è stata costretta a replicare attraverso il suo presidente Javier Tebas, che in un lungo post ha spiegato i motivi per cui si è deciso di continuare. “Crediamo che nella terribile situazione che stiamo vivendo in Spagna, il miglior messaggio sia quello di non fermarci, tranne che nelle zone colpite. Il miglior messaggio è essere in prima linea nel nostro lavoro, come tutti i lavoratori del resto del mondo. Dando visibilità, generando risorse e spiegando al mondo che dobbiamo essere tutti coinvolti per andare avanti”, ha scritto il numero uno del calcio spagnolo sui propri canali social.
Tebas ha accompagnato il suo messaggio con un video della Liga in cui sottolinea che di fronte alla peggiore tempesta di questo secolo in Spagna è necessario “il meglio di tutti, aiuto e solidarietà”. “Il calcio spagnolo lo sta già facendo”, ha aggiunto nel suo videomessaggio, in cui si incoraggiano i cittadini a donare soldi alla Croce Rossa per collaborare con le persone colpite. La Liga dunque adduce motivi di solidarietà dietro la scelta di non sospendere i match. Ma restano negli occhi le lacrime di Vicente Moreno, allenatore dell’Osasuna, nel ricordare le vittime e le parole di Pablo Maffeo, centrocampista del Maiorca dopo la partita con l’Alavés (“Chi stabilisce orari e partite guardano più ai soldi che a noi”) e di Manolo Gonzalez dell’Espanyol: “La situazione è molto grave e le vite umane vengono prima del calcio. E sono sempre al di sopra del calcio”.
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