L'Italia continua a ritenere che sia necessaria una politica di riduzione dei flussi e di prevenzione degli arrivi
Sul capitolo migrazione delle conclusioni del Consiglio europeo, le posizioni dei Paesi sono diverse e questi sono divisi in tre gruppi. Stando a fonti diplomatiche, alcuni, come l’Italia, vorrebbero avere un testo di conclusioni dettagliate che dia seguito ai filoni di lavori avviati, simile a quello presente nell’ultima bozza. Altri, come la Germania, i Paesi Bassi e diversi Paesi nordici, non contestano i contenuti di quello che c’è adesso nel testo ma vorrebbero un rafforzamento al riferimento di attuazione del Patto migrazione, un riferimento a Schengen, alla necessità di applicare le regole del Regolamento di Dublino sui movimenti secondari e accentuare le componenti del Patto che riguardano i Paesi di primo accesso, sullo screening e le regole di frontiera. Ci sono infine Stati come la Polonia, la quale non vuole impegnarsi su un testo di conclusioni sul tema, che ritengono che l’accordo non sia sufficiente.
Cosa vuole l’Italia
Sul tavolo ci sono una serie di elementi sui quali c’è un’ampia convergenza, quello che manca è una sintonia sul bilanciamenti delle varie componenti, tra la dimensione interna e quella esterna – osserva la fonte -. L’Italia continua a ritenere che oltre a un’efficacia applicazione del Patto migrazione sia necessaria una politica di riduzione dei flussi e di prevenzione degli arrivi. Questo perché – fa notare una fonte – l’intesa non nasce per ridurre i flussi ma per trattare in materia ordinata il fenomeno.
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