Diverse vittime e migliaia di feriti a Beirut e Damasco. Hezbollah: "Tel Aviv riceverà la giusta punizione"

Martedì a mezzogiorno sono esplosi contemporaneamente a Beirut e a Damasco i cercapersone di miliziani Hezbollah, provocando almeno 12 morti e quasi 4mila feriti (di cui 200 gravi) tra la capitale libanese e quella siriana. La maggior parte delle vittime e dei feriti sono a Beirut.

Autorità Libano: “Centinaia di feriti in nuove esplosioni”

In un comunicato stampa, il ministero della Salute libanese ha confermato la presenza di oltre cento feriti nelle esplosioni dei walkie talkie dei membri di Hezbollah in varie zone del Libano. Lo riporta la testata L’Orient-Le Jour.

Almeno 3 morti in sud Libano per nuove esplosioni

 La National News Agency libanese ha riportato che almeno 3 persone sono rimaste uccise nella valle della Bekaa, nelle nuove esplosioni che si sono verificate oggi in tutto il Libano.

Media: “Israele aveva messo cariche esplosive in walkie talkie”

“Israele ha fatto esplodere migliaia di radio personali (Walkie-Talkie) utilizzate dai membri di Hezbollah in Libano in una seconda ondata della sua operazione di intelligence iniziata martedì con l’esplosione di dispositivi cercapersone di Hezbollah”. È quanto riferisce il giornalista di Axios Barak Ravid che cita due fonti informate. “Le radio personali, che sono state preventivamente dotate di trappole esplosive dai servizi segreti israeliani e poi consegnate a Hezbollah, facevano parte del sistema di comunicazione d’emergenza della milizia che avrebbe dovuto essere utilizzato durante una guerra con Israele”, hanno aggiunto le fonti a Ravid.

Hezbollah: “Walkie talkie acquistati 5 mesi fa con cercapersone”

Hashem Safi al-Din, uno dei leader di Hezbollah, ha affermato che “stiamo affrontando una nuova fase” di attentati. Una fonte della sicurezza, citata da Al Arabiya, ha spiegato che i dispositivi di comunicazione esplosi oggi in tutto il Libano erano walkie talkie e radio portatili che erano stati acquistati 5 mesi fa quasi contemporaneamente ai cercapersone esplosi ieri.

Media: “Nuove esplosioni durante funerali membri Hezbollah”

Nuove esplosioni dalle cause ancora sconosciute sono state registrate in varie parti del Libano. Fonti di Al-Arabiya riferiscono che le esplosioni sono avvenute durante i funerali dei membri di Hezbollah morti ieri nell’attacco simultaneo contro i cercapersone utilizzati dai combattenti del partito. A esplodere sono stati walkie-talkie usati dai membri di Hezbollah. Al-Arabiya riporta che i dispositivi di comunicazione wireless sono esplosi in case, auto e moto. Un’esplosione è stata registrata anche durante il funerale del figlio del deputato Hezbollah Ali Ammar, in corso nel sobborgo meridionale di Beirut.

Esperto: “Esplosione cercapersone no cyberattacco ma tradizionale”

“I cercapersone sono in commercio da più di 40 anni, e il software è più o meno quello. Questo mi porta a dire che quasi certamente non si è trattato di un cyberattacco. Il cercapersone è dotato di un’antenna che trasmette i messaggi e ha la particolarità di operare a grandissime distanze. Parliamo di aree che oscillano tra i 390 e i 450 chilometri quadrati. Questo vuol dire che qualcuno, molto banalmente, mettendosi al confine di Israele, riesce tranquillamente a mandare questi messaggi su un’area molto vasta. A quel punto abbiamo probabilmente la soluzione del mistero: il cercapersone ha una piccola carica esplosiva al suo interno, collegata al circuito classico che in questo caso funziona involontariamente da detonatore”. A dirlo a LaPresse è Riccardo Meggiato, esperto di cybersicurezza e informatico forense, commentando l’esplosione dei cercapersone in Libano. “Nel momento in cui mandiamo un messaggio – spiega Meggiato -, questo arriva e fa esplodere il cercapersone sfruttando anche un’altra peculiarità. Se tutti i cercapersone sono della stessa tipologia e sono configurati per lavorare tutti sulla stessa frequenza, si attiva quello che in gergo si chiama ‘broadcast’. Con un unico messaggio arrivo a tutti i cercapersone che lavorano su quella frequenza. E questo spiega perché contemporaneamente sono saltati tutti in aria”.

Idf, determinati a cambiare situazione a confine con Libano

Il capo del Comando settentrionale delle Forze di difesa israeliane (Idf), il Magg. Gen. Ori Gordin, ha affermato che l’esercito è determinato a cambiare la situazione della sicurezza al confine con il Libano il prima possibile, in mezzo all’aumento delle tensioni con Hezbollah. “La missione è chiara: siamo determinati a cambiare la realtà della sicurezza il prima possibile”, ha detto Gordin, come riporta il Times of Israel, “l’impegno dei comandanti e delle truppe è totale, con la massima prontezza per qualsiasi compito che sarà richiesto”.

Iran: “Crimini Israele in Libano sostenuti da Occidente e Usa”

Il presidente iraniano Masoud Pezeshkian ha accusato gli Stati Uniti e i loro alleati di aver appoggiato l’attacco con cercapersone esplosivi contro Hezbollah in Libano e Siria. “L’uso di dispositivi, realizzati per il benessere degli esseri umani, come strumento per l’assassinio e l’annientamento” di coloro che non condividono le opinioni di Stati Uniti, Israele e Occidente è “un’indicazione del collasso dell’umanità e del dominio della barbarie e della ferocia”. Lo si legge sul sito web del presidente dell’Iran. “L’incidente ha dimostrato ancora una volta che le nazioni occidentali e gli americani sostengono pienamente i crimini, le uccisioni e gli assassinii ciechi del regime sionista”, ha aggiunto Pezeshkian. 

Ditta Budapest nega di aver prodotto cercapersone esplosi

 La BAC Consulting, un’azienda con sede a Budapest, ha negato di aver prodotto i cercapersone esplosi in Libano, come aveva riferito la società taiwanese Gold Apollo, il cui marchio compare sui cercapersone esplosi. Cristiana Barsony-Arcidiacono, l’amministratrice delegata di BAC, ha detto all’emittente statunitense Nbc News: “Non siamo noi a creare i cercapersone. Siamo solo gli intermediari. Penso che tu abbia sbagliato”. 

Blinken: “Usa non coinvolti in esplosioni cercapersone”

Gli Stati Uniti “non erano a conoscenza né sono coinvolti” nelle esplosioni di cercapersone avvenute ieri in Libano, per le quali Hezbollah e il Libano hanno accusato Israele. Lo ha detto il segretario di Stato Usa, Antony Blinken, parlando in Egitto. “Stiamo ancora raccogliendo le informazioni e i fatti” e “restiamo molto chiari sull’importanza che tutte le parti evitino qualsiasi passo che possa ulteriormente inasprire il conflitto a Gaza”, ha aggiunto. 

Autorità Libano, salgono a 12 i morti in esplosioni 

Il ministro della Sanità libanese, Firas Abiad, ha annunciato in una conferenza stampa che il numero delle persone uccise nell’esplosione dei cercapersone in Libano è salito a 12, tra cui due bambini e due operatori sanitari. Il numero dei feriti si aggira invece tra i 2.750 e i 2.800, di cui 750 nel sud del Libano, 150 nella Bekaa e 1.850 a Beirut. Almeno 300 feriti sono in condizioni gravi. Lo riporta la testata L’Orient-Le Jour. 

Borrell: “Condanno attacchi in Libano, evitare guerra totale”

 “In seguito alla serie di esplosioni di ieri in Libano, ho chiamato il ministro degli Esteri libanese Abdallah Bou Habib. Mi ha informato dell’esplosione di un elevato numero di dispositivi elettronici in molte aree del paese. Migliaia di persone sono rimaste ferite, centinaia sono in condizioni critiche, gli ospedali sono al collasso. Anche se gli attacchi sembrano essere stati mirati, hanno avuto gravi danni collaterali indiscriminati tra i civili, compresi i bambini tra le vittime. Considero questa situazione estremamente preoccupante“. Così l’Alto rappresentante Ue per la politica estera Josep Borrell in una nota. “Non posso che condannare questi attacchi che mettono a repentaglio la sicurezza e la stabilità del Libano e aumentano il rischio di escalation nella regione. L’Unione europea invita tutte le parti interessate a scongiurare una guerra totale, che avrebbe pesanti conseguenze per l’intera regione e oltre”, conclude. 

Idf sposta soldati da Gaza a nord Israele 

Mentre è alta la tensione con Hezbollah e si teme un’estendersi del conflitto in Medioriente al Libano, la 98esima divisione dell’esercito israeliano (Idf) viene spostata nel nord di Israele dopo mesi di operazioni nella Striscia di Gaza sotto il Comando meridionale. Lo riferisce il Times of Israel. La 98esima divisione, con circa 10mila-20mila soldati, si unirà alla 36esima sotto il Comando settentrionale. 

500 uomini di Hezbollah accecati da esplosioni

Cinquecento membri di Hezbollah avrebbero perso la vista nell’esplosione, ieri, di migliaia di cercapersone utilizzati dal gruppo. Lo riporta Al Arabiya, citando fonti. Il Beirut e la stessa Hezbollah hanno accusato Israele di essere dietro il presunto attacco che ha provocato almeno 11 morti e migliaia di feriti tra Libano e Siria. 

Russia condanna esplosioni cercapersone: “È guerra ibrida” 

Condanniamo fermamente l’attacco senza precedenti contro il Libano amico e i suoi cittadini, che rappresenta una grave violazione della sua sovranità e una seria sfida al diritto internazionale con l’uso di armi non convenzionali”. Lo ha detto la portavoce del ministero russo degli Esteri, Maria Zakharova, aggiungendo che la Russia considera l’accaduto un nuovo atto di guerra ibrida. Lo riporta l’agenzia di stampa russa Ria Novosti.

Discorso Nasrallah domani pomeriggio 

Il leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah, terrà un discorso domani pomeriggio alle 17 ora libanese, le 16 in Italia. Nasrallah prenderà dunque la parola a seguito della raffica di esplosioni di cercapersone avvenute ieri in Libano e Siria, che hanno causato morti e feriti. Per le esplosioni Hezbollah ha accusato Israele.

Gold Apollo: “Cercapersone esplosi prodotti da altra ditta a Budapest”

I cercapersone coinvolti nelle esplosioni di ieri in Libano e Siria sono stati prodotti da un’azienda con sede a Budapest, in Ungheria, la BAC Consulting KFT. Lo riferisce la società taiwanese Gold Apollo, il cui marchio compare sui cercapersone esplosi.

Hezbollah: “Sostegno a Gaza continua, Israele pagherà”

“La Resistenza islamica in Libano continuerà, oggi come in tutti i giorni passati, le sue operazioni benedette a sostegno di Gaza, del suo popolo e della sua resistenza, e in difesa del Libano, del suo popolo e della sua sovranità. Questo percorso è in corso ed è separato dalla severa resa dei conti che il nemico criminale (Israele ndr.) deve affrontare per il massacro che ha commesso martedì contro il nostro popolo, le nostre famiglie e i nostri combattenti in Libano”. È quanto afferma il gruppo libanese Hezbollah in una dichiarazione diffusa via Telegram. “La resa dei conti è un’altra cosa e sicuramente arriverà”, assicura Hezbollah in riferimento alle esplosioni dei cercapersone avvenute ieri in diverse parti del Libano, per le quali il gruppo libanese accusa Israele e il cui bilancio è di almeno 11 morti e migliaia di feriti. “Quello che è successo ieri non farà che rafforzare la nostra determinazione e la nostra volontà di continuare sulla strada del jihad e della resistenza”, conclude Hezbollah. 

Idf, uccisi 4 soldati a Gaza, fra loro prima soldatessa 

L’esercito di Israele (Idf) ha annunciato che 4 soldati israeliani sono stati uccisi durante combattimenti avvenuti ieri a Rafah, nel sud di Gaza, e che fra loro c’è la prima soldatessa a essere stata uccisa durante l’offensiva israeliana nella Striscia. Secondo quanto riferito dall’Idf, nei combattimenti sono anche rimasti feriti altri 5 militari. I militari uccisi sono stati identificati come: Daniel Mimon Toaff di 23 anni; la soldatessa Agam Naim di 20 anni; Amit Bakri di 21 anni; e Dotan Shimon di 21 anni. 

Nyt: “Israele ha piazzato esplosivi nei cercapersone” 

Israele ha piazzato degli esplosivi nei cercapersone che Hezbollah aveva ordinato a un’azienda taiwanese. Lo riporta il New York Times, citando funzionari statunitensi. 

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