Khamenei: "Israele sarà punito per il raid a Damasco". Raid sul campo profughi di Nuseirat, almeno 14 vittime
IN AGGIORNAMENTO. La guerra in Medioriente tra Israele e Hamas giunge al giorno 187. Biden torna a criticare il premier israeliano Netanyahu: “Sta facendo un errore su Gaza, non sono d’accordo con il suo approccio”.
Cnn: Hamas non è in grado di rintracciare 40 ostaggi
Hamas ha riferito ai mediatori internazionali che non è in grado di rintracciare i 40 ostaggi israeliani che sarebbero necessari per la prima fase di un accordo di cessate il fuoco. Lo riporta la Cnn citando un funzionario israeliano e una fonte a conoscenza dei fatti, sollevando il timore che possano essere morti più ostaggi di quanti si sappia pubblicamente. Secondo il quadro di intesa proposto dai negoziatori, durante una prima pausa di 6 settimane dai combattimenti Hamas dovrebbe rilasciare 40 ostaggi, fra cui tutte le donne e gli uomini malati e anziani, e in cambio Israele rilascerebbe dalle sue carceri centinaia di prigionieri palestinesi.
Secondo le fonti citate da Cnn, appunto, Hamas avrebbe detto ai mediatori internazionali che non ha 40 ostaggi vivi che corrispondano a questi criteri proposti. Una delle due fonti ha sottolineato che l’incapacità o la non volontà di Hamas di dire a Israele quali ostaggi verranno rilasciati vivi è un ostacolo importante. E la fonte israeliana ha sottolineato che, dal momento che Hamas non sembra essere in grado di raggiungere i 40 ostaggi nelle categorie proposte, Israele spinge affinché Hamas completi il rilascio iniziale con ostaggi maschi più giovani, compresi i soldati. Si ritiene che la maggior parte dei quasi 100 ostaggi rimasti in vita siano soldati dell’Idf o giovani. Si prevede che Hamas cercherà di usarli nelle fasi successive per cercare di negoziare concessioni più significative, tra cui il rilascio di un maggior numero di prigionieri di alto livello e la fine definitiva della guerra.
Gallant ha detto che non c’è data per offensiva Rafah
Il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant ha detto al suo omologo statunitense Lloyd Austin che Israele non ha fissato una data per il lancio di una grande offensiva di terra a Rafah, contraddicendo quanto invece affermato dal primo ministro Benjamin Netanyahu. È quanto ha riferito al Times of Israel una fonte vicina alla questione. “Se ha una data, non l’ha condivisa con noi”, ha confermato ai giornalisti il consigliere per la sicurezza nazionale statunitense Jake Sullivan.
Israele a Khamenei: “Se Iran ci attacca, risponderemo”
“Se l’Iran attacca dal suo territorio, Israele risponderà e attaccherà in Iran“. È quanto scrive sul social X il ministro degli Esteri israeliano Israel Katz, rispondendo alle domande della Guida Suprema iraniana, l’ayatollah Ali Khamenei che, in un discorso in occasione della fine del mese di Ramadan, ha ribadito la promessa di ritorsione contro Israele per l’uccisione di sette membri delle Guardie rivoluzionarie iraniane in un raid aereo sul consolato di Teheran a Damasco, in Siria.
Blinken: “Israele non ci ha detto data inizio operazione Rafah”
Il Segretario di Stato americano Antony Blinken ha detto che Israele non ha comunicato agli Stati Uniti alcuna data specifica per l’inizio dell’offensiva nella città di Rafah, nel sud della Striscia di Gaza, ma ha aggiunto che i funzionari americani e israeliani sono rimasti in contatto per cercare di assicurare che “qualsiasi tipo di grande operazione militare non provochi danni reali ai civili”.
Khamenei: “Israele sarà punito per raid a Damasco”
La Guida Suprema iraniana, l’ayatollah Ali Khamenei, ha ribadito la promessa di ritorsione contro Israele per l’uccisione di sette membri delle Guardie rivoluzionarie iraniane, provocata da un raid aereo sul consolato di Teheran a Damasco, in Siria. “Quando attaccano la sezione del nostro consolato, sembra che attacchino il nostro territorio”, ha detto Khamenei, “il regime malvagio deve essere punito e sarà punito”. Khamenei ha parlato durante una cerimonia di preghiera per celebrare la fine del mese sacro musulmano del Ramadan, affermando che l’attacco aereo è stato un “torto”.
L’ayatollah ha anche criticato l’Occidente, in particolare gli Stati Uniti e il Regno Unito, per aver sostenuto Israele nella sua guerra contro Hamas nella Strisci di Gaza. “Ci si aspettava che avrebbero impedito a Israele questo disastro. Non l’hanno fatto. I governi occidentali non hanno adempiuto ai loro doveri”, ha accusato Khamenei.
Biden: “Israele chieda cessate il fuoco e consenta aiuti”
“Quello che chiedo è che gli israeliani chiedano semplicemente un cessate il fuoco, consentano per le prossime sei, otto settimane, l’accesso totale a tutto il cibo e le medicine che entrano nel paese”. È quanto ha affermato il presidente degli Stati Uniti Joe Biden all’emittente americana in lingua spagnola Univision. “Ho parlato con tutti, dai sauditi ai giordani agli egiziani. Sono pronti ad entrare”, ha aggiunto Biden, “sono pronti a portare il cibo. E penso che non ci siano scuse per non provvedere alle necessità mediche e alimentari di queste persone. Dovrebbe essere fatto ora”.
14 vittime in raid israele su campo profughi Nuseirat
È di almeno 14 vittime il bilancio del raid sul campo profughi di Nuseirat, dove una casa è stata bombardata dall’esercito israeliano. Lo riporta Al Jazeera. In un primo bilanco le vittime erano dieci fra cui quattro bambini.
Biden: “Netanyahu a Gaza sta facendo un errore”
Il presidente Joe Biden ha detto in un’intervista alla tv americana in lingua spagnola Univision che quanto sta facendo il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, nella Striscia di Gaza è “un errore“. “Non sono d’accordo con il suo approccio”, ha aggiunto il presidente americano. Biden inoltre ha insistito sulla necessità di un cessate il fuoco “consentendo per le prossime sei, otto settimane l’accesso totale a tutto il cibo e le medicine” nella Striscia di Gaza.
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