Così il portavoce Dmitry Peskov, per cui gli accertamenti sul decesso sono condotti "in conformità con le leggi russe"

Il Cremlino nega di voler nascondere le informazioni sulla morte di Alexei Navalny, l’oppositore russo che ha perso la vita in carcere lo scorso 16 febbraio. In una conferenza stampa il portavoce Dmitry Peskov ha detto che le indagini a riguardo sono in corso e vengono eseguite “in conformità con le leggi russe”. Lo riporta Ria Novosti. “È in corso un’indagine ma sinora i risultati non sono stati resi pubblici, per questo non sono ancora noti”, ha spiegato. Stando alla ricostruzione del servizio penitenziario russo, l’oppositore ha avuto un malore durante una passeggiata ed è morto.

Peskov, inoltre, ha definito “rozze” le affermazioni dei leader e dei politici occidentali sul decesso di Navalny. “In un contesto nel quale non ci sono informazioni è assolutamente inaccettabile fare affermazioni, diciamo, francamente rozze”, ha dichiarato. “Questo non è appropriato per i funzionari governativi dalle cui labbra abbiamo sentito tali dichiarazioni”. 

Berlino convoca l’ambasciatore russo

L’ambasciatore russo a Berlino è stato convocato dal ministero degli Esteri tedesco, a seguito della morte in prigione dell’oppositore del Cremlino Alexei Navalny e della repressione delle proteste degli oppositori politici in Russia. Lo ha comunicato una portavoce del ministero degli Esteri in conferenza stampa.

Cremlino: “Consegna suo corpo non è questione che ci compete”

Il Cremlino non ha informazioni su quando il corpo di Alexei Navalny potrebbe essere restituito alla famiglia una volta completate le procedure necessarie. Lo ha riferito il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov. “Questa non è una questione che riguarda noi – ha affermato – non è una funzione dell’amministrazione presidenziale”. 

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