Il ministro Lollobrigida: "La Commissione Ue recepisce le indicazioni dell’Italia" Esulta la Lega: "Una nostra vittoria"

“Gli agricoltori sono i primi a risentire degli effetti del cambiamento climatico. Siccità e inondazioni hanno distrutto i raccolti e minacciato il bestiame. Gli agricoltori sentono l’impatto della guerra di Russia. L’inflazione, l’aumento del costo dell’energia e dei fertilizzanti. Ciononostante, lavorano duramente ogni giorno per produrre il cibo di qualità che mangiamo. Per questo, dobbiamo loro apprezzamento, ringraziamento e rispetto“. Lo ha affermato la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, nel suo discorso al Parlamento europeo sulle conclusioni delle riunioni del Consiglio europeo, in particolare la riunione speciale del Consiglio europeo del 1° febbraio.

“È vero. I problemi si sono aggravati negli ultimi anni. I nostri agricoltori meritano di essere ascoltati. So che sono preoccupati per il futuro dell’agricoltura e per il loro futuro di agricoltori. Ma sanno anche che l’agricoltura deve passare a un modello di produzione più sostenibile, in modo che le loro aziende rimangano redditizie anche negli anni a venire. E noi vogliamo fare in modo che gli agricoltori rimangano al posto di guida in questo processo”, ha sottolineato. 

Von der Leyen: “Ritiriamo proposta su pesticidi” 

“La Commissione ha proposto il SUR, con l’obiettivo di ridurre i rischi dei prodotti fitosanitari chimici. Ma la proposta SUR è diventata un simbolo di polarizzazione. È stata respinta dal Parlamento europeo. Anche in Consiglio non si registrano più progressi. Per questo motivo proporrò al Collegio di ritirare la proposta. Ma naturalmente il tema rimane. E per andare avanti è necessario un maggiore dialogo e un approccio diverso. Su questa base, la Commissione potrebbe presentare una nuova proposta molto più matura con il coinvolgimento delle parti interessate” ha affermato la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, nel suo discorso al Parlamento europeo sulle conclusioni delle riunioni del Consiglio europeo, in particolare la riunione speciale del Consiglio europeo del 1° febbraio.

I mesi a venire non saranno facili – ha aggiunto -. Ma credo che ora abbiamo una grande opportunità. È chiaro a tutti i presenti che il nostro settore agroalimentare – a partire dalle aziende agricole – ha bisogno di una prospettiva a lungo termine. E la volontà di ascoltarsi a vicenda e di cercare soluzioni comuni. Dobbiamo evitare il gioco dello scaricabarile e trovare insieme le soluzioni ai problemi. La relazione che verrà presentata entro la fine dell’estate sarà di enorme importanza. I risultati e le raccomandazioni emerse da questo dialogo saranno discusse in Parlamento e con gli Stati membri. E costituiranno la base della nostra futura politica agricola”. 

Von der Leyen: “Creare fiducia, base per soluzioni”

“Abbiamo lanciato il Dialogo strategico sul futuro dell’agricoltura nell’Ue. Abbiamo invitato rappresentanti del settore agricolo, delle comunità rurali, dell’industria delle sementi e dei fertilizzanti, del settore alimentare, ma anche del settore finanziario, dei gruppi di consumatori e ambientalisti e della scienza. Dobbiamo analizzare insieme la situazione, condividere idee e sviluppare scenari per il futuro. Dobbiamo superare un dibattito polarizzato e creare fiducia. La fiducia è la base fondamentale per soluzioni praticabili” ha ha affermato la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, nel suo discorso al Parlamento europeo sulle conclusioni delle riunioni del Consiglio europeo, in particolare la riunione speciale del Consiglio europeo del 1° febbraio.

Meloni: “Vittoria italiana”

Esulta la presidente del Consiglio Giorgia Meloni. “È una vittoria anche italiana l’annuncio della Commissione europea del ritiro della proposta legislativa sui pesticidi. Fin dal suo insediamento, infatti, il governo italiano sta lavorando in Europa, con grande concretezza e buon senso, per tracciare una strada diversa da quella percorsa finora e coniugare produzione agricola, rispetto del lavoro e sostenibilità ambientale. Proseguiremo in questa direzione“, ha dichiarato la premier. 

Coldiretti: “Stop von der Leyen salva 30% made in Italy”

Il ritiro della proposta di regolamento sull’ uso sostenibile dei fitofarmaci (SUR) salva il 30% delle produzioni alla base della dieta mediterranea, dal vino al pomodoro, messe a rischio dall’ irrealistico obiettivo di dimezzare l’uso di agrofarmaci. È quanto afferma il Presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel commentare l’annuncio della presidente del Commissione europea Ursula von der Leyen del rigetto della proposta nel suo intervento al Parlamento europeo dopo la grande manifestazione della Coldiretti a Bruxelles in occasione del Vertice Ue. Una risposta alla protesta degli agricoltori provenienti dal sud e dal nord dell’Unione Europea, dalla Coldiretti agli spagnoli di Asaja, dai portoghesi di Cap ai belgi dell’Fwa fino ai giovani agricoltori alla quale aveva fatto seguito l’incontro tra il presidente della Coldiretti e la von der Leyen.

Il provvedimento – sottolinea Coldiretti – avrebbe avuto un impatto devastante sulla produzione agricola dell’Unione Europea e nazionale aprendo di fatto le porte all’importazione da paesi extra Ue che non rispettano le stesse norme sul piano ambientale, sanitario e del rispetto dei diritti dei lavoratori. Serve un approccio realistico per sostenere l’impegno dell’agricoltura verso la sostenibilità che ha già portato l’Italia a classificarsi come la più green d’Europa con il maggior numero di imprese agricole che coltivano con metodo biologico su circa 1/5 della superficie agricola totale e il taglio record in un decennio del 20% sull’uso dei fitofarmaci che restano essenziali per garantire la salute delle coltivazioni. Non a caso in Italia – continua la Coldiretti – oltre otto prodotti su dieci pericolosi per la sicurezza alimentare provengono dall’estero (86%) sulla base delle elaborazioni del sistema di allerta Rapido (Rassf), Sul totale dei 317 allarmi rilevati nel 2022 – evidenzia Coldiretti – 106 scaturivano da importazioni da altri Stati dell’Unione Europea (33%) e 167 da Paesi extracomunitari (53%) e solo 44 (14%) hanno riguardato prodotti con origine nazionale.

Secondo lo studio della Commissione Europea peraltro – aggiunge Coldiretti – “i maggiori impatti sulla resa si sarebbero verificati in colture che hanno una rilevanza limitata, come l’uva, il luppolo e i pomodori”. Una vera assurdità se si pensa che il pomodoro è l’ortaggio più consumato in Europa, tal quale e come derivati (passata, polpa, pelati, sughi…), e l’uva, sia da tavola che trasformata (in vino, succhi, distillati…) è una produzione di cui l’Europa detiene il primato mondiale. Senza dimenticare che l’Italia, che si contende con la Francia il ruolo di principale produttore mondiale di vino ed il primo produttore di derivati di pomodoro in Europa, sarebbe il Paese più danneggiato da una politica europea folle e lontana dalle realtà delle imprese e dei consumatori.“La battaglia per garantire dignità e giusto reddito agli agricoltori italiani non si ferma” precisa il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che non sarà accettato nessun taglio alle risorse economiche della Politica agricola comune (Pac) agli agricoltori poiché oggi occorre assicurare l’autonomia alimentare dei cittadini europei e favorire il ricambio generazionale. In tale ottica non è possibile neppure che l’allargamento dell’Unione all’Ucraina venga pagato dalle aziende agricole. Serve poi cancellare definitivamente – ha ribadito Prandini – l’assurdo obbligo di lasciare i terreni incolti che mina la capacità produttiva della nostra agricoltura e favorisce paradossalmente le importazioni dall’estero di prodotti alimentari che non rispettano le stesse regole di quelli europei in materia di sicurezza alimentare, ambientali e di rispetto dei diritti dei lavoratori. Un caso eclatante è il Mercosur, l’accordo commerciale con i Paesi sudamericani che va respinto. Da qui la richiesta di introdurre il criterio di reciprocità delle regole produttive.

Il caso dei terreni incolti è solo uno dei vincoli che da Timmermans in poi hanno cercato di inserire – ha denunciato Prandini – con regole che penalizzano la capacità produttiva Ue e appesantiscono il lavoro degli agricoltori, ingiustamente visti come inquinatori, mentre sono proprio loro a garantire la tutela dell’ambiente. Ma servono anche, secondo Coldiretti, mercati equi e trasparenti, incentivando gli accordi di filiera e vietando la vendita sotto i costi di produzione. 

Lega: “Retromarcia von der Leyen su pesticidi nostra vittoria” 

“La retromarcia annunciata da Ursula von der Leyen sulla proposta di riduzione di metà dei fitofarmaci in agricoltura è una vittoria della Lega e del buonsenso. In assenza di alternative disponibili sul mercato che garantiscano prezzi contenuti e capacità produttiva, nel voto di novembre al Parlamento europeo la Lega votò contro al provvedimento, con un apporto decisivo per la bocciatura della proposta e dimostrando, ancora una volta, che la cosiddetta ‘maggioranza Ursula’ non esisteva più da tempo, lacerata da scontri e divisioni interne”. Così in una nota gli europarlamentari della Lega Marco Zanni (presidente gruppo ID) e Marco Campomenosi (capo delegazione Lega).

“Oggi, a circa quattro mesi dal voto, assediata dalle proteste degli agricoltori e dal grido d’allarme di settori fondamentali messi a rischio da queste politiche folli, la Commissione si accorge che le sue proposte ideologiche, estremiste e dannose per le imprese, i lavoratori e le famiglie erano sbagliate, nonché irrealizzabili. Lo abbiamo sostenuto fin dal primo giorno, i fatti ci stanno dando ragione. In Europa serve un netto cambio di rotta, per rimediare ai tanti errori di questa Commissione”, concludono. 

Lollobrigida: “Su pesticidi Ue recepisce proposte Italia” 

La Commissione Ue recepisce le proposte dell’Italia. Bisogna limitare ulteriormente gli agrofarmaci solo quando si è in grado di proteggere le produzioni con metodi alternativi. Abbiamo contrastato, dal primo giorno, un approccio ideologico sul tema che avrebbe avuto un effetto devastante sulle produzioni e limitatissimo sull’ambiente”. Così il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida. “È evidente e logico che eliminare medicine indispensabili per le piante, lasciandole preda di insetti o fitopatie, contrae decisamente la produzione se non la cancella. Se i consumi europei restano invariati, ci si deve approvvigionare, di conseguenza, da paesi terzi che non rispettano alcuna delle regole che imponiamo ai nostri agricoltori. Anzi producono utilizzando maggiori quantità di pesticidi. In questo modo l’effetto su aria e acqua del pianeta è esattamente l’opposto di quello dichiarato. L’Italia ha proposto di lavorare, ed è stata avanguardia in questo, sulle Tea per garantire piante più forti e resistenti che possano fare a meno di agrofarmaci. Le politiche pragmatiche del nostro Governo in Italia e in Europa stanno portando i primi frutti. Recuperare i disastri di anni di politiche irrispettose della produzione e del lavoro agricolo richiederà tempo. Ma la strada intrapresa è quella corretta”, conclude Lollobrigida. 

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