Il ministro degli Esteri italiano: "Il 24 e 25 sarò in Libano, Israele e Palestina"

Situazione sempre più complessa in Medioriente dove, oltre al conflitto tra Israele e Hamas, crescono le tensioni nel Mar Rosso e tra Iran e Pakistan. Il premier dello Stato ebraico Benjamin Netanyahu, inoltre, si è opposto all’istituzione di uno Stato palestinese al termine della guerra. Le sue dichiarazioni hanno seguito quelle del presidente israeliano Isaac Herzog che ha parlato al World Economic Forum di Davos, in Svizzera. “Nessuno sano di mente è disposto a pensare a quale sarà la giusta soluzione degli accordi di pace. Tutti vogliono sapere che non verranno attaccati allo stesso modo da nord, da sud o da est. Quando si parla di soluzione a due Stati serve affrontare una domanda preliminare: quali sono le garanzie di sicurezza per i cittadini di Israele?”, ha affermato Herzog.

20:03 Biden ribadisce a Netanyahu soluzione due Stati

Oggi c’è stata una telefonata tra il presidente americano Joe Biden e il premier israeliano Benjamin Netanyahu. Il leader della Casa Bianca, tra i vari temi, ha ribadito la necessità della soluzione a due Stati per la risoluzione del conflitto israelo-palestinese. Lo ha riferito in un briefing alla Casa Bianca il portavoce del Consiglio per la Sicurezza nazionale, John Kirby. Il portavoce, riguardo alla tempistica della telefonata, ha sottolineato che “non è stata una risposta” ai commenti fatti da Netanyahu, che ha respinto la soluzione dei due Stati. La telefonata, ha aggiunto, “era programmata da tempo”.

19:56 Casa Bianca conferma nuovi raid in Yemen

La Casa Bianca ha confermato che le forze Usa hanno effettuato tre bombardamenti contro le postazioni Houthi in Yemen. Gli attacchi, ha riferito il portavoce del Consiglio per la Sicurezza nazionale, John Kirby, hanno avuto per obiettivo dei missili anti-nave che stavano per essere lanciati. Si è trattato del quarto bombardamento compiuto dagli Stati Uniti contro gli Houthi in Yemen. 

19:24 Due nuovi attacchi aerei Usa-Gb su Yemen

Due nuovi attacchi aerei sono stati lanciati dalle forze congiunte di Stati Uniti e Regno Unito contro i ribelli Houthi nello Yemen. È quanto fa sapere l’emittente televisiva yemenita Al-Masirah. I raid hanno preso di mira l’area di Al-Jabana, nella città di Hodeidah, roccaforte dei ribelli sulla costa occidentale.

18:11 Nuove sanzioni Ue per chi sostiene Hamas

Il Consiglio dell’Ue ha istituito oggi un quadro specifico di misure restrittive che consentirà all’Unione europea di ritenere responsabile qualsiasi individuo o entità che sostenga, faciliti o consenta azioni violente di Hamas e della Jihad islamica palestinese (PIJ). Il nuovo regime integra inoltre le misure restrittive precedentemente adottate contro Hamas e il PIJ nella “lista dei terroristi dell’Ue”. Con il nuovo regime, l’Ue potrebbe prendere di mira coloro che sostengono, materialmente o finanziariamente, Hamas o il PIJ. Potrebbe anche prendere di mira coloro che partecipano alla pianificazione, preparazione o attuazione di azioni violente da parte di Hamas o del PIJ. Persone, gruppi, entità e organismi potrebbero essere inseriti nell’elenco anche per attività quali: fornitura, vendita o trasferimento di armi e materiale correlato alle due organizzazioni terroristiche; sostenere azioni che minano o minacciano la stabilità o la sicurezza di Israele insieme ad Hamas e al PIJ; essere coinvolti in gravi violazioni del diritto internazionale umanitario o del diritto dei diritti umani; incitare o provocare pubblicamente azioni violente delle due organizzazioni. Inoltre, per la prima volta, l’UE potrà anche prendere di mira persone o entità che forniscono sostegno a coloro che facilitano o consentono l’azione violenta di Hamas e del PIJ; in altre parole, gli sponsor di coloro che sponsorizzano le due organizzazioni terroristiche. “Con la decisione odierna di un quadro specifico di misure restrittive contro i sostenitori delle azioni violente di Hamas e della Jihad islamica palestinese, l’Unione europea dimostra che siamo pronti a compiere passi decisivi per reagire alla brutalità mostrata dai terroristi il 7 ottobre. Israeliani e palestinesi meritano di vivere in una pace giusta, duratura e sicura”, ha affermato Josep Borrell, alto rappresentante Ue per gli affari esteri e la politica di sicurezza.

Oggi il Consiglio ha inoltre deciso di inserire nell’elenco sei individui di diverse nazionalità responsabili del sostegno finanziario ad Hamas. Sono inclusi il finanziere sudanese Abdelbasit Hamza Elhassan Mohamed Khair, il proprietario di “Shuman for Valuta Exchange SARL” Nabil Chouman, il figlio del primo Khaled Chouman, il finanziere senior di Hamas Rida Ali Khamis, l’agente senior di Hamas Musa Dudin e il finanziere algerino Aiman Ahmad Al Duwaik. Quelli elencati nel regime sanzionatorio sono soggetti al congelamento dei beni. È vietata l’erogazione, diretta o indiretta, di fondi o risorse economiche a loro favore o a loro vantaggio. Inoltre per le persone fisiche elencate vale il divieto di viaggio verso l’UE. Il nuovo quadro di sanzioni si applicherà fino al 19 gennaio 2025. Sarà costantemente rivisto e rinnovato o modificato, a seconda dei casi, se il Consiglio ritiene che i suoi obiettivi non siano stati raggiunti.

17:54 Diciassettenne palestinese ucciso vicino Ramallah

Un 17enne palestinese, Tawfiq Hafez Tawfiq Ajaq, è stato ucciso dalle truppe israeliane ad Al-Mazraa Al-Sharqiya, città della Cisgiordania che si trova a est di Ramallah. Lo riporta Wafa, citando fonti mediche del Palestine Medical Complex. Ajaq sarebbe stato colpito alla testa da un proiettile ed è stato dichiarato morto poco dopo. Secondo alcuni testimoni oculari, le truppe israeliane avrebbero sparato al giovane mentre si trovava nella zona di Uyoun al-Haramiyah, vicino alla città.

16:23 Amb. palestinese in Italia: “No a due Stati? Netanyahu contro diritto”

“Le ultime dichiarazioni del premier israeliano contro l’esistenza di uno Stato palestinese non ci sorprendono affatto. Andando contro i principi fondamentali del diritto internazionale e contro il generale consenso della comunità internazionale, Benjamin Netanyahu non ha mai riconosciuto né i palestinesi, né il loro diritto ad avere un proprio Stato”. Così a LaPresse l’ambasciatrice palestinese in Italia, Abeer Odeh. “Fino a oggi, il premier israeliano non ha esitato a porre se stesso e Israele al di sopra delle leggi, commettendo ogni tipo di crimine, anche perché sapeva di poter contare sulla propria impunità, garantita da alcuni Paesi. Speriamo davvero che le cose stiano cambiando. Ringraziamo il Sudafrica per il suo impegno nel riportare la giustizia al centro del dibattito pubblico, chiedendo che vengano applicate le leggi internazionali“, aggiunge l’ambasciatrice, “ci appelliamo all’intera comunità internazionale perché esiga ovunque il rispetto del diritto internazionale umanitario, senza utilizzare doppi standard. Israele deve rispondere dei crimini commessi e i palestinesi devono poter godere di un proprio Stato indipendente, sui confini del 1967, con capitale Gerusalemme Est“. 

14:56 Membro politburo Hamas in Russia, Mosca chiede rilascio ostaggi

Il vice ministro degli Esteri russo Mikhail Bogdanov, rappresentante speciale del presidente russo Vladimir Putin per Medioriente e Paesi africani, ha ricevuto oggi il membro del politburo di Hamas Musa Abu Marzouk. Lo riferisce il ministero degli Esteri russo, aggiungendo che la parte russa “ha sottolineato la necessità di un rapido rilascio dei civili catturati durante gli attacchi del 7 ottobre 2023 e detenuti dalle fazioni palestinesi, fra cui tre cittadini russi – A. Kozlov, A. Lobanov e A. Trufanov”. Il ministero riporta che “durante il colloquio, l’attenzione è stata rivolta soprattutto al confronto in corso nella zona di conflitto israelo-palestinese, sullo sfondo del quale la crisi umanitaria nella Striscia di Gaza ha raggiunto proporzioni catastrofiche“.

14:36 Idf: copie di tank israeliani in campo di addestramento Hamas

Dopo aver fatto irruzione in un campo di addestramento di Hamas a Khan Younis, nel sud della Striscia di Gaza, le truppe israeliane hanno trovato e distrutto alcune copie di veicoli corazzati israeliani, compresi carri armati, probabilmente usate dai miliziani per esercitarsi. Lo scrive The Times of Israel, citando le forze israeliane di difesa (Idf). Nel campo, utilizzato anche come luogo di incontri tra alti comandanti della brigata Khan Younis di Hamas, sono stati anche trovati lanciarazzi, diversi tunnel e altre armi.

14:34 Droni colpiscono ospedale a Khan Younis: ci sono feriti

Alcuni palestinesi sfollati sono rimasti feriti “a causa degli intensi colpi dei droni israeliani che hanno preso di mira i cittadini presso l’ospedale Al-Amal e la sede della Mezzaluna Rossa Palestinese a Khan Yunis“, nel sud della Striscia di Gaza. Lo fa sapere la stessa Mezzaluna Rossa in un post sui social. In precedenza i media hanno riferito della morte di 10 persone nei bombardamenti nel sud dell’enclave palestinese. 

14:16 Onu: “A Gaza un’intera generazione a rischio”

“Corriamo il rischio di perdere una generazione di bambini” nella Striscia di Gaza. Lo ha detto alla Bbc il commissario generale dell’Agenzia della Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (Unrwa), Philippe Lazzarini, di ritorno dalla sua quarta visita nell’enclave da quando la guerra tra Hamas e Israele è iniziata. “Ci sono oggi più di mezzo milione di bambini nel sistema scolastico primario e secondario” della Striscia, afferma Lazzarini, “come faranno a rientrare se non riusciremo a riportare le persone nelle loro case che sono state completamente distrutte?”.

Israele nega di aver trasformato Gaza in una landa desolata, ma Lazzarini teme che il livello di distruzione raggiunto potrebbe spingere le persone ad andarsene. “I fatti sul campo portano in questa direzione”, ha osservato il commissario generale dell’Unrwa. “Quello a cui abbiamo assistito è un crollo dell’ordine civile”, ha spiegato Lazzarini, “praticamente tutte le infrastrutture, comprese l’acqua e l’elettricità, sono state gravemente danneggiate, quindi i servizi pubblici di base a Gaza non sono più disponibili”. 

13:38 Eisenkot valuta se lasciare Gabinetto di guerra

L’ex capo dell’esercito israeliano Gadi Eisenkot, in una lunga intervista al programma d’inchiesta ‘Uvda’ andata in onda giovedì sera sulla tv israeliana Channel 12, ha detto che valuta ogni giorno se rimanere nel Gabinetto di guerra, di cui fa parte con il premier Benjamin Netanyahu, il ministro della Difesa Yoav Gallant e l’ex ministro della Difesa Benny Gantz. “So qual è la mia linea rossa”, ha detto Eisenkot quando gli è stato chiesto in che momento si dimetterà. “È legata agli ostaggi, questo è uno degli obiettivi, ma è anche legata al modo in cui dobbiamo gestire questa guerra”, ha spiegato. Eisenkot è un deputato dell’alleanza di opposizione Unità Nazionale, guidata da Gantz. Sia lui che Gantz si sono uniti a Netanyahu per contribuire alla guida della guerra.

Dall’intervista sono emerse divergenze fra i vertici israeliani sulla gestione della guerra contro Hamas a Gaza. Eisenkot, il cui figlio è stato ucciso alcune settimane fa durante i combattimenti a Gaza, ha detto che solo un accordo di cessate il fuoco può portare al rilascio di decine di ostaggi detenuti da Hamas a Gaza e che coloro che sostengono che possono essere liberati attraverso la pressione militare stanno diffondendo “illusioni”; ha anche respinto i suggerimenti secondo cui l’esercito avrebbe inferto un colpo decisivo a Hamas e ha aggiunto che decisioni strategiche sulla direzione della guerra devono essere prese con urgenza e che una discussione sulla conclusione sarebbe dovuta cominciare subito dopo l’inizio della guerra. L’ex capo dell’esercito ha inoltre confermato le notizie secondo cui, all’inizio della guerra fra Israele e Hamas, un attacco preventivo israeliano contro le milizie libanesi di Hezbollah fu annullato all’ultimo minuto. Eisenkot ha raccontato di essere stato tra coloro che si sono opposti a un attacco preventivo a Hezbollah in quella che ha descritto come una burrascosa riunione di Gabinetto dell’11 ottobre, che ha riferito che gli ha lasciato la voce rauca per le urla. Un attacco del genere sarebbe stato un “errore strategico” e avrebbe probabilmente scatenato una guerra regionale, ha dichiarato Eisenkot, affermando che le forti obiezioni sollevate da lui e da altri durante la riunione del Gabinetto furono fondamentali per evitare l’attacco.

13:31 Idf: abbattuto drone lanciato da Libano

Il sistema di difesa Iron Dome ha abbattuto un drone lanciato dal Libano ed entrato nello spazio aereo israeliano dal mare vicino alla città di Acri. Lo riferiscono le forze israeliane di difesa (Idf), citate da The Times of Israele. L’abattimento è avvenuto in mare prima che scattassero le sirene di allarme aereo nella regione. L’Idf ha anche annunciato di aver effettuato un’ondata di attacchi aerei contro obiettivi di Hezbollah in Libano. Tra questi edifici militari e infrastutture appartenenti ai miliziani libanese. Colpite, riferisce sempre l’Idf, anche postazioni di osservazione di Hezbollah e altre strutture a Houla e Kafr Kila.

13:06 7° giorno blackout comunicazioni in Striscia Gaza

Settimo giorno di blackout delle comunicazioni nella Striscia di Gaza, il più lungo dall’inizio della guerra. La mancanza di comunicazioni ostacola il coordinamento delle consegne di aiuti e degli sforzi di salvataggio.

12:58 Pakistan convoca consiglio sicurezza dopo scontro con Iran

Si svolgerà oggi una riunione di emergenza del consiglio di sicurezza nazionale del Pakistan dopo i raid iraniani nel Paese cui Islamabad ha risposto colpendo obiettivi nella Repubblica Islamica. Lo riportano i media arabi. I due bombardamenti hanno aumentato le tensioni regionali in una fase già particolarmente critica, dovuta alla guerra in corso tra Hamas e Israele. La riunione del consiglio sarà presieduta dal premier pakistano, Anwaar-ul-Haq Kakar. 

12:46 Londra valuta invio nuovi aiuti a Gaza da Cipro

Londra sta studiando come inviare nuovi aiuti nella Striscia di Gaza in modo più diretto, facendoli partire da Cipro. Lo ha detto il ministro britannico della Difesa, Grant Shapps, dopo aver incontrato il presidente cipriota, Nikos Christodoulides. Le navi, ha spiegato Shapps, “potrebbero arrivare direttamente in Israele” con gli aiuti che poi entrerebbero nell’enclave attraverso il valico di Kerem Shalom “che gli israeliani hanno aperto”. Queste operazioni, che aumenterebbero il volume di forniture umanitarie alla popolazione di Gaza, richiedono “un bel po’ di lavoro organizztivo”, ha osservato Shapps.

12:35 Autorità Gaza: 24.762 palestinesi morti da inizio guerra

Continua a salire il bilancio delle vittime civili palestinesi negli attacchi sulla Striscia di Gaza condotti dalle forze israeliane. Dall’inizio della guerra si sono registrati 24.762 morti, secondo il locale ministero della Sanità, mentre i feriti sono 62.108 feriti. Lo riporta Al Jazeera. Nelle ultime 24 ore 142 sono rimaste uccise nei bombardamenti israeliani. Il ministero precisa che si tratta di cifre provvisorie visto che molte persone sono ancora intrappolate sotto le macerie e non possono essere raggiunte dai soccorritori.

11:49 Media, 2 morti in raid Israele su Khan Younis

Due persone sono morte nella zona di Abasan a Khan Younis, portando a 10 il numero totale delle vittime provocate dai raid israeliani sulla città del sud della Striscia di Gaza. Lo riporta Al Jazeera. Il bombardamento da parte delle forze israeliane è iniziato ieri sera. Durante gli attacchi è stata colpita una casa nella parte occidentale di Khan Younis, provocando la morte di almeno otto persone.

11:07 Ministro Israele: “Attacco a Hezbollah a inizio guerra”

Un membro del gabinetto di guerra israeliano, l’ex capo dell’esercito Gadi Eisenkot, ha confermato le notizie secondo cui, all’inizio della guerra fra lo Stato ebraico e Hamas, un attacco preventivo di Tel Aviv contro le milizie libanesi di Hezbollah fu annullato all’ultimo minuto. Eisenkot ha parlato in un’ampia intervista al programma d’inchiesta ‘Uvda’ andata in onda giovedì sulla televisione israeliana Channel 12, la prima volta che ha parlato in pubblico della gestione della guerra. Il ministro ha raccontato di essere stato tra coloro che si sono opposti a un attacco preventivo a Hezbollah in quella che ha descritto come una burrascosa riunione di Gabinetto dell’11 ottobre, che ha riferito che gli ha lasciato la voce rauca per le urla. Un attacco del genere sarebbe stato un “errore strategico” e avrebbe probabilmente scatenato una guerra regionale, ha dichiarato Eisenkot, affermando che le forti obiezioni sollevate da lui e da altri durante la riunione del Gabinetto furono fondamentali per evitare l’offensiva.

A dicembre scorso il Wall Street Journal (Wsj) aveva riferito che il presidente Usa, Joe Biden, l’11 ottobre aveva convinto il premier israeliano Benjamin Netanyahu a fermare un attacco preventivo contro le forze di Hezbollah in Libano, avvertendolo del fatto che questo attacco avrebbe potuto scatenare una guerra regionale più ampia; la ricostruzione del giornale statunitense era stata smentita a stretto giro dall’ufficio di Netanyahu, che aveva definito l’articolo “errato”. Dall’inizio della guerra, il 7 ottobre, Israele e l’organizzazione paramilitare si sono scambiati attacchi transfrontalieri con un’intensità gradualmente crescente. Si ritiene che nessuna delle due parti cerchi una guerra totale. Si crede che Hezbollah abbia decine di migliaia di missili in grado di raggiungere qualsiasi obiettivo in Israele.

10:18 Israele, ucciso a Gaza vice capo propaganda Jihad islamica

Il vice capo della propaganda della Jihad islamica palestinese, Wael Makin Abdallah Abu-Fanounah, è stato preso di mira e ucciso dall’esercito israeliano (Idf) in un attacco aereo giovedì. Lo hanno riferito oggi in una dichiarazione congiunta lo stesso Idf e il Servizio di sicurezza israeliano Shin Bet, secondo cui l’uomo era responsabile della pubblicazione dei video della Jihad islamica, compresi quelli dei lanci di razzi contro Israele, e della creazione di video di propaganda relativi agli ostaggi. Il Jerusalem post riporta che Fanounah era stato precedentemente arrestato in Israele il 12 dicembre 1989 ed era stato condannato a tre ergastoli per le sue attività terroristiche, ma era stato rilasciato nel 2011 nell’ambito dell’accordo per lo scambio con il soldato israeliano Gilad Schalit.

In passato Wael Makin Abdallah Abu-Fanounah aveva ricoperto il ruolo di vice di Khalil al-Hayya, il comandante della Jihad islamica palestinese nel nord della Striscia di Gaza. Dal 2017, prima di assumere il ruolo di vice capo dell’unità di propaganda del gruppo, era stato responsabile della produzione di video del terrore relativi ad attacchi missilistici sul territorio israeliano e della creazione e diffusione di documentazione di prigionieri israeliani, riferisce ancora il Jerusalem Post. 

10:08 Media, raid Israele: 12 morti vicino all’ospedale Al-Shifa

È di 12 morti a Gaza City il bilancio di un raid israeliano che ha colpito un’abitazione vicino all’ospedale Al-Shifa. Lo riferisce l’agenzia di stampa palestinese Wafa, che aggiunge che diversi altri civili sono rimasti feriti in un raid israeliano che ha colpito la moschea Al-Noor nel quartiere di Al-Sabra della città.

09: 25 Tajani: “Hamas non può governare Gaza”

A proposito del piano di pace arabo per il Medioriente di cui ha riferito il Financial Times, il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha commentato: “Questa è la linea che noi perseguiamo da sempre, quella di due popoli e due Stati, uno Stato palestinese riconosciuto da tutti ma che allo stesso tempo riconosca Israele, è fondamentale garantire la sicurezza di Israele, ma anche del popolo palestinese. È la linea che seguono il G7 e l’Ue”. Poi il vicepresidente del Consiglio, ospite di Radio 24, ha aggiunto: “Il 24 e 25 sarò in Libano, Israele e Palestina per incontrare i vertici di questi tre Paesi e per incontrare l’Autorità palestinese, a cui diamo sostegno anche per il governo della Striscia di Gaza in futuro, perché non può essere Hamas a governare un territorio che oggi soffre per colpa di Hamas, che ha scatenato questa guerra inseguendo migliaia di ebrei e uccidendoli in maniera barbara”. 

09:15 Tajani: “Pronti a inviare militari in eventuale missione Onu a Gaza”

Il ministro degli Esteri Antonio Tajani, ospite di Radio 24, ha affermato che se fosse necessario l’Italia sarebbe pronta a unirsi a una missione di pace Onu a Gaza. “Gli oltre mille militari italiani in Libano sono lì per una missione Onu, mentre un’altra cosa è la missione italiana a Beirut per addestrare militari libanesi”, e “noi abbiamo sempre detto che se per Gaza si dovesse decidere per una fase di transizione” anche “con una missione di pace, noi siamo pronti a inviare i nostri militari con le Nazioni unite anche nella Striscia di Gaza, siamo pronti a fare la nostra parte di portatori di pace”, ha detto il vicepremier. Alla domanda se ci sia sul piatto una richiesta Usa di allargare la missione Unifil in Libano, poi, Tajani ha risposto: “No, non c’è nessuna richiesta. Il comando è delle Nazioni unite”. 

08: 26 Portavoce Abbas: “Niente stabilità senza uno Stato palestinese”

“Senza la creazione di uno Stato palestinese indipendente con Gerusalemme Est come capitale sui confini del 1967 non ci saranno sicurezza e stabilità nella regione”. Lo ha detto il portavoce del presidente palestinese Mahmoud Abbas, Nabil Abu Rudeineh, secondo quanto riporta l’agenzia di stampa palestinese Wafa. Si tratta di una risposta alle parole del premier israeliano Benjamin Netanyahu, che ieri sera ha dichiarato di avere informato gli Stati Uniti che si oppone all’istituzione di uno Stato palestinese nel ‘day after’ della guerra. Le dichiarazioni di Netanyahu “confermano che questo governo è determinato a spingere l’intera regione nell’abisso”, ha affermato Abu Rudeineh.

Il portavoce di Abbas ha proseguito dicendo che “l’intera regione è sull’orlo di un’eruzione vulcanica a causa delle politiche aggressive perseguite dalle autorità di occupazione israeliane contro il popolo palestinese e i suoi legittimi diritti”. E ancora: “gli Stati Uniti sono responsabili del deterioramento della sicurezza e della stabilità nella regione a causa del loro pregiudizio e del loro cieco sostegno all’occupazione israeliana”. Abu Rudeineh ha aggiunto tuttavia che, “nonostante tutte queste dichiarazioni, lo Stato palestinese esiste in virtù del riconoscimento del mondo intero, e non c’è altra opzione per nessuno se non questa, sia nella regione che nel mondo intero”. “Il popolo palestinese e la sua giusta causa prevarranno e nessuno sarà in grado di sopraffarli”, ha concluso.

07: 33 Morto soldato israeliano di 20 anni, sono 194 da inizio guerra

Le forze di sicurezza israeliane annunciano la morte di un soldato a causa delle ferite riportate durante i combattimenti nel sud della Striscia di Gaza. Lo scrive il Times of Israel, aggiornando il bilancio a 194 militari morti nell’offensiva di terra contro Hamas. Il soldato, morto mercoledì, è un ventenne dell’unità di ricognizione della Brigata Givati, di Herzliya.

07:29 Oms: casi di epatite A a Gaza, consentire aiuti medici

“Casi di epatite A, un’infiammazione del fegato, sono stati confermati in Gaza tramite kit di test forniti dall’Oms“. Lo scrive su X Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore dell’Organizzazione mondiale della Sanita, spiegando che “l’epatite A è generalmente lieve ma occasionalmente può causare una malattia grave”. “Le condizioni di vita disumane”, sottolinea, con assenza di acqua e servizi igieni puliti, “consentiranno all’epatite A di diffondersi ulteriormente”. Spiega anche che “la capacità di diagnosticare le malattie rimane estremamente limitata. Non esiste un laboratorio funzionante. Anche la capacità di risposta rimane limitata”. Per questo, aggiunge, “continuiamo a chiedere l’accesso libero e sicuro agli aiuti medici e la tutela della salute”. 

00:45 Forze statunitensi colpiscono siti Houthi nello Yemen

Le forze statunitensi hanno condotto un quinto attacco contro i siti militari ribelli Houthi sostenuti dall’Iran nello Yemen mentre il presidente Usa Joe Biden ha riconosciuto che il bombardamento americano e britannico non aveva ancora fermato gli attacchi dei militanti contro le navi nel Mar Rosso che hanno ha interrotto la spedizione globale. Gli ultimi attacchi hanno distrutto due missili antinave Houthi che “erano puntati nel Mar Rosso meridionale e pronti a lanciare”, ha detto il comando centrale degli Stati Uniti in una dichiarazione pubblicata su X, precedentemente noto come Twitter. Sono stati condotti da aerei da caccia F/A-18 della Marina, ha detto il Pentagono. 

00:40 Telefonata Austin-Gallant, focus su operazioni a Gaza e aiuti

Il segretario alla Difesa Lloyd Austin III ha parlato oggi con il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant “per discutere del passaggio di Israele ad operazioni a bassa intensità a Gaza, della distribuzione dell’assistenza umanitaria, dell’instabilità in Cisgiordania e di una serie di questioni di sicurezza regionale”. Lo riferisce il portavoce del Pentagono, generale Pat Ryder. Austin “ha sottolineato la necessità di accelerare l’assistenza umanitaria in tutta Gaza e di proteggere i civili”. Il capo del Pentagono “ha anche riconosciuto le preoccupazioni israeliane riguardo al confine con il Libano e ha ribadito la determinazione degli Stati Uniti a evitare che la situazione peggiori”.

00:03 Houthi rivendicano altro attacco a nave Usa nel Golfo di Aden

Gli Houthi rivendicano un altro attacco contro una nave americana nel Golfo di Aden. Lo riporta il Guardian. Il gruppo di ribelli dello Yemen ha affermato di aver lanciato “missili navali” contro una nave americana, la Chem Ranger, giovedì nel Golfo di Aden. L’attacco ha provocato “colpi diretti”, afferma una loro dichiarazione. Le forze armate yemenite confermano che una ritorsione agli attacchi americani e britannici è inevitabile e che ogni nuova aggressione non rimarrà impunita.

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