Petraeus: "Se ribelli reagiscono vedremo nuovi attacchi". Trentatrè morti in raid israeliani su Gaza e Rafah

Novantanovesimo giorno di conflitto in Medioriente,  in un contesto di alta tensione per il rischio escalation, dopo i raid angloamericani nei confronti di postazioni Houthi in Yemen che hanno messo in allarme la comunità internazionale sul possibile allargamento del conflitto tra Israele e Hamas nella Striscia di Gaza. L’organizzazione yemenita promette “una risposta decisa ed efficace”. Intanto sono 33 le vittime di due distinti raid israeliani a Gaza e Rafah. IN AGGIORNAMENTO

 22:03 A Tel Aviv manifestazione di 24 ore famiglie ostaggi

Migliaia di manifestanti si sono riversati in una piazza nel centro di Tel Aviv, dando inizio ad una manifestazione di 24 ore per attirare l’attenzione sui 132 ostaggi ancora detenuti da Hamas nella Striscia di Gaza. A manifestare sono le famiglie degli ostaggi che chiedono al governo di riportarli a casa. In totale, circa 250 persone sono state catturate durante l’attacco del 7 ottobre, più di 100 sono stati rilasciati durante la tregua temporanea a novembre, ma 132 sono ancora detenuti a Gaza, 111 uomini, 19 donne e due bambini.

“Eravamo qui il giorno 50 e abbiamo parlato su questo palco. Non parleremo più tra 50 giorni. È ora di riportarli indietro. Adesso! Riportateli indietro!”, ha detto Ronen Neutra, il padre di Omer Neutra, un Soldato israeliano che è stato catturato, “sono tenuti in condizioni terribili. Stanno morendo di fame. Stanno morendo”.

Contemporaneamente alla manifestazione per il rilascio degli ostaggi, sono scesi in piazza manifestanti antigovernativi che chiedevano nuove elezioni e hanno bloccato un’importante autostrada di Tel Aviv, scontrandosi con la polizia che ha effettuato arresti e cercato di respingere la folla. Altri manifestanti sono avanzati verso la residenza privata del primo ministro Benjamin Netanyahu nella città costiera di Cesarea, chiedendo la sua destituzione dall’incarico.

La folla ha ascoltato un messaggio registrato del presidente francese Emmanuel Macron e l’ambasciatore americano in Israele, Jacob Lew, con l’impegno a compiere ogni sforzo possibile per riportare a casa gli ostaggi rimasti.

21:40 120mila in piazza a Tel Aviv per rilascio ostaggi

Alla manifestazione di stasera per il rilascio degli ostaggi hanno partecipato 120.000 persone. Lo riferscono gli organizzatori. Il Forum delle famiglie degli ostaggi, che è sceso in piazza a 100 giorni dall’attacco di Hamas del 7 ottobre, prende le distanza dal gruppo di manifestanti che ha bloccato brevemente l’autostrada Ayalon di Tel Aviv, prima di essere disperso dalla polizia. Lo riporta il Times of Israel sul proprio sito.

20:25 Netanyahu: “Frontiera Gaza-Egitto va chiusa”

Alla domanda dei giornalisti se Israele intenda mantenere il controllo sul Corridoio Filadelfia, che corre per 14 chilometri lungo il confine Gaza-Egitto, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha risposto che questa è “una possibilità per quella che io chiamo barriera meridionale”. “Non porremo fine alla guerra senza chiudere questa breccia”, ha detto, “altrimenti non elimineremo Hamas, non smilitarizzeremo Gaza e allora attraverso questa breccia meridionale entreranno altre armi. Ovviamente dobbiamo chiuderlo. Ci sono diverse opzioni e non abbiamo ancora preso una decisione”. Lo riporta il Times of Israel.

20:00 Onu: 100 giorni di guerra sono macchia per umanità

“La massiccia morte, distruzione, sfollamento, fame, perdite e dolore degli ultimi 100 giorni stanno macchiando la nostra comune umanità”. È quanto afferma in una nota Philippe Lazzarini, commissario generale dell’Unrwa, l’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi. “Sono passati 100 giorni da quando è iniziata la guerra devastante, che ha causato la morte e lo sfollamento di persone a Gaza”, si legge nella nota, “sono stati 100 giorni di sofferenza e di ansia per gli ostaggi e le loro famiglie”. “La condizione dei bambini a Gaza è particolarmente straziante.

Un’intera generazione di bambini è traumatizzata e ci vorranno anni per guarire”, aggiunge Lazzarini, “la crisi a Gaza è un disastro causato dall’uomo, aggravato dal linguaggio disumanizzante e dall’uso di cibo, acqua e carburante come strumenti di guerra”. Il direttore sell’Unrwa denuncia poi che “il diritto internazionale umanitario, istituito per proteggere i civili e regolare la condotta delle ostilità, viene regolarmente violato”. “Per la gente di Gaza, gli ultimi 100 giorni sono sembrati 100 anni. È giunto il momento di ripristinare il valore della vita umana”, conclude Lazzarini.

19:34 Idf, valuteremo se far tornare palestinesi in nord Gaza

Parlando ai giornalisti, Herzi Halevi, capo di stato maggiore delle Forze di difesa israeliane (Idf), ha affermato che Israele prenderà in considerazione la possibilità di consentire ai palestinesi di tornare nelle loro case nel nord della Striscia di Gaza una volta che il pericolo derivante dai combattimenti in corso con Hamas non sarà più presente. “Quando sapremo che non c’è pericolo per la popolazione, potremo prendere in considerazione l’idea di riportarli indietro”, ha detto Halevi, come riporta Al Jazeera.

Israele - Il primo ministro Benjamin Netanyahu alla riunione settimanale di gabinetto
Israele – Il primo ministro Benjamin Netanyahu alla riunione settimanale di gabinetto

19:07 Netanyahu a Blinken: “Questa guerra è anche la tua”

“Ho detto al segretario di Stato americano Antony Blinken che continueremo finché non elimineremo Hamas e gli ho detto che questa non è solo la nostra guerra, ma anche la sua”. Lo ha detto il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu parlando in conferenza stampa, come riportano i media israeliani. “Quello che è successo il 7 ottobre non si ripeterà”, ha aggiunto, “siamo sulla strada verso la vittoria e non ci fermeremo finché non la otterremo”.

19:05 Netanyahu: “Nessuno fermerà nostra vittoria, nemmeno l’Aia”

“Continueremo la guerra finché non raggiungeremo tutti i nostri obiettivi, che sono l’eliminazione di Hamas, il ritorno di tutti i nostri rapiti e la promessa che Gaza non costituirà una minaccia per il nostro Paese”. È quanto ha affermato il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu in conferenza stampa. “Ripristineremo la sicurezza nel nord e nessuno ci fermerà, né L’Aia, né l’Asse del male”, ha aggiunto, come riportano i media israeliani. Netanyahu ha anche sottolineato che Israele non scenderà a compromessi, se non con la “vittoria totale”.

18:45 In migliaia manifestano a Tel Aviv, ‘elezioni subito’

Migliaia di persone stanno manifestando in piazza Habima a Tel Aviv chiedono “elezioni subito”. Molti tra la folla sventolano bandiere israeliane e alcuni indossano magliette su cui proclamano di essere “fedeli alla Dichiarazione di indipendenza”. Lo riporta il Times of Israel. Si tratta di un corteo organizzato per segnare i 100 giorni dall’attacco di Hamas nel sud di Israele.

18:43 007 Israele: Hamas pianificava attacchi all’estero

I servizi di sicurezza israeliani del Mossad e dello Shin Bet hanno riferito che Hamas aveva pianificato attacchi terroristici contro obiettivi ebraici e israeliani in Israele e all’estero, inclusa l’ambasciata israeliana in Svezia. Lo riporta Haaretz. Secondo le agenzie di intelligence, l’attività di Hamas in Europa includeva l’acquisizione di droni e la gestione di bande di strada. A coordinare queste attività sarebbe stato Khalil Harraz, ex vice comandante dell’ala militare del gruppo in Libano, ucciso a novembre in un attacco attribuito a Israele nel sud del Paese dei cedri.

16:46 Media: Houthi hanno lanciato 2 missili verso il Mar Rosso

Fonti hanno riferito a Sky News Arabia che oggi gli Houthi hanno lanciato due missili dalla città di Hodeidah, in Yemen, verso il Mar Rosso meridionale. Il Comando centrale degli Stati Uniti ha annunciato che gli Houthi hanno lanciato un missile contro una nave nella parte orientale del Golfo di Aden. Gli Houthi hanno minacciato una “risposta forte ed efficace” dopo che gli Stati Uniti hanno effettuato un altro attacco in Yemen ieri sera.

16:38 Onu: “Preoccupati per impatto raid su stabilità Yemen”

 L’inviato speciale delle Nazioni Unite per lo Yemen, Hans Grundberg, ha fatto sapere di “notare con seria preoccupazione il contesto regionale sempre più precario e il suo impatto negativo sugli sforzi di pace nello Yemen e sulla stabilità e sicurezza nella regione”. È quanto si legge in una dichiarazione, come riporta Al-Arabiya. Grundberg ha sollecitato la massima moderazione da parte di tutte le parti coinvolte in Yemen e ha messo in guardia da una situazione sempre più incerta nella regione.

16:18 Wsj, Israele programma operazione a confine Gaza-Egitto

Israele ha informato l’Egitto che intende lanciare un’operazione militare per prendere il controllo del confine tra la Striscia di Gaza e l’Egitto. È quanto riporta il Wall Street Journal, citando funzionari israeliani ed egiziani. Il piano dovrebbe vedere Israele prendere il controllo del valico di frontiera di Rafah e posizionare le proprie truppe lungo il cosiddetto Corridoio Filadelfia che separa l’Egitto e l’enclave palestinese, mentre le forze israeliane continuerebbero a operare all’interno della Striscia. Secondo quanto riferito, i funzionari israeliani hanno cercato di dissipare le preoccupazioni egiziane che l’operazione potrebbe causare danni accidentali in Egitto.

15:45 Autorità Gaza: “Operative solo 6 ambulanze in tutta la Striscia”

Il ministero della Sanità di Gaza, gestito da Hamas, afferma che sono rimaste solo sei ambulanze operative in tutta la Striscia. Lo riporta Al Jazeera. “Stiamo ancora lottando per gestire alcuni servizi essenziali, tra cui le unità di terapia intensiva e gli asili nido”, si legge in una nota. Ashraf al-Qudra, portavoce del ministero della Sanità, ha avvertito che la città meridionale di Rafah sta raggiungendo un punto di rottura a causa dell’afflusso di centinaia di migliaia di palestinesi sfollati e delle loro famiglie. “Le infrastrutture, i servizi e le infrastrutture sanitarie di Rafah sono fragili e non possono gestire i bisogni di 1,3 milioni di cittadini e sfollati”, ha detto al-Qudra in un post su Telegram.

15:00 Videomessaggio Macron a manifestazione Tel Aviv per ostaggi

Si aprirà con un videomessaggio del presidente francese Emmanuel Macron a Tel Aviv la manifestazione di 24 ore per chiedere il rilascio degli ostaggi detenuti a Gaza. Lo riferisce il Times of Israel. L’evento centrale, organizzato dal Forum delle famiglie degli ostaggi e delle persone scomparse, si terrà nella piazza degli ostaggi di Tel Aviv, mentre in tutto il Paese e nel mondo si terranno manifestazioni in occasione dei 100 giorni di guerra.

14:30 Min.Sanità palestinese, “diciottenne picchiato a morte da soldati Israele in Cisgiordania”

Il ministero della Sanità palestinese ha affermato che un 18enne, Khaled Ahmed Zubaidi, è stato ucciso dopo essere stato brutalmente picchiato dalle forze israeliane che hanno fatto irruzione nella città occupata di Zeita, in Cisgiordania, vicino a Tulkarem. Lo riporta Al Jazeera.

14:00 Combattimenti in corso in centro e sud Striscia di Gaza

L’esercito israeliano ha confermato che i suoi soldati sono impegnati in intensi combattimenti con i miliziani palestinesi nella parte centrale e meridionale della Striscia di Gaza.Lo riporta Al Jazeera. Nel frattempo continuano i bombardamenti nell’enclave. A Khan Younis, nel sud, i soldati israeliani hanno fatto sapere di aver ucciso diversi combattenti armati.

13: 25 Unifil: “Al lavoro per ridurre intensità conflitto Israele-Hezbollah”

“Al momento stiamo lavorando perché ci sia una riduzione del conflitto” tra Israele ed Hezbollah. Così a LaPresse il portavoce della missione Unifil in Libano, Andrea Tenenti. “Ci sono state speculazioni sul fatto che la missione se ne stesse andando, che non trovano riscontro nella realtà. Unifil è in Libano dal 1978 ed è rimasta anche a fronte di conflitti importanti, dalla guerra civile a quella del 2006 – aggiunge -, logicamente se ci fosse un conflitto regionale i Paesi potrebbero fare scelte diverse, ma tutto dipende dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, l’unico a poter decidere sul futuro della missione”.

13:15 Unifil: “Cresce rischio escalation tra Hezbollah e Israele”

Dopo “oltre tre mesi” di scontri a fuoco tra le forze di Israele e i miliziani di Hezbollah, “la possibilità di un’escalation sta logicamente crescendo” e potrebbe essere “legata a un errore di calcolo di una delle parti, capace di far scoppiare un conflitto su larga scala”. Così a LaPresse il portavoce della missione Unifil in Libano, Andrea Tenenti. Nonostante “quello che sta accadendo da tre mesi sia preoccupante”, tuttavia, “la maggior parte degli scontri a fuoco sono rimasti lungo la Linea blu di demarcazione, a parte sporadici attacchi, come l’uccisione di militanti di Hamas nei quartieri sud di Beirut”, spiega, “la possibilità di un’escalation c’è sempre, ma non c’è ancora la volontà di far scoppiare un conflitto più ampio”. 

12:30 Gaza, 23.800 morti da inizio guerra, 135 in ultime 24 ore 

Si è aggravato a 23.843 morti il bilancio delle vittime nella Striscia di Gaza dall’inizio del conflitto scoppiato dopo l’attacco di Hamas del 7 ottobre scorso nel sud di Israele. Lo riferisce il ministero della Sanità di Gaza, aggiungendo che il bilancio delle ultime 24 ore è di 135 palestinesi uccisi. Il conteggio non distingue fra combattenti di Hamas e civili, ma il ministero ha dichiarato che circa due terzi dei morti sono donne e bambini. Sempre secondo il ministero della Sanità di Gaza, il numero totale dei feriti nel conflitto ha superato 60mila.

12:15 Raid Israele a Rafah, 13 morti. fra loro 2 bambini

È di almeno 13 morti, fra cui 2 bambini, il bilancio di un raid israeliano che nella notte ha colpito vicino alla città di Rafah, nel sud della Striscia di Gaza, vicino al confine con l’Egitto. I corpi delle persone uccise, principalmente membri di una famiglia sfollata dal centro di Gaza, sono stati portati all’ospedale Abu Youssef al-Najjar della città, dove sono stati visti da un reporter di Associated Press. Salgono così a oltre 30 i morti palestinesi in raid aerei israeliani nella notte sulla Striscia: le 13 vittime a Rafah si aggiungono infatti ai 20 morti registrati a Gaza City in un raid di Israele su una casa nel quartiere di Daraj

11:45 Houthi: “Nostra risposta sarà forte ed efficace”

Gli houthi torneranno con una “risposta forte ed efficace”. È quanto ha detto ad Al-Jazeera il vice segretario per l’informazione del gruppo di ribelli yemeniti, Nasreddin Amer, dopo il nuovo raid missilistico Usa che nella notte ha colpito uno dei siti radar degli houthi in Yemen, vicino la capitale Sanaa, giunto all’indomani di un più ampio attacco di Usa e Regno Unito sempre contro siti houthi in Yemen. Secondo quanto riferito da Nasreddin Amer, il raid di stanotte non ha causato danni né vittime: “Non ci sono stati feriti, né perdite materiali o umane”, ha dichiarato ad Al-Jazeera.

09:30 Media, 20 morti in raid Israele su casa a Gaza City

È di 20 morti il bilancio di un raid aereo di Israele che ha preso di mira una casa nel quartiere di Daraj a Gaza City. Lo riferisce l’agenzia di stampa palestinese Wafa, che ricorda che questo è il 99esimo giorno di guerra nella Striscia di Gaza.

08:30 Petraeus: “Se Houthi reagiscono vedremo nuovi attacchi”

“Gli Houthi hanno già detto che risponderanno, è probabile che vedremo nuovi attacchi da parte loro. Ma non sappiamo ancora l’entità dei danni inflitti al loro arsenale di missili e droni”. Lo ha affermato il generale statunitense David Petraeus in una intervista al ‘Corriere della Sera’. “Finché non c’è una valutazione di quanto siano state ridotte le capacità degli Houthi, non è possibile trarre conclusioni definitive sulla loro possibile risposta. E non c’è bisogno di dire che, se dovessero attaccare di nuovo, possono aspettarsi ulteriori attacchi dalla coalizione a guida americana”, ha spiegato.

Riguardo ai rischi di escalation ha osservato: “Penso che i rischi di escalation siano già sostanziali, ma dipendono più che altro da azioni specifiche e valutazioni in quelle aree anziché da quello che sta avvenendo nel Mar Rosso. Continuo a dubitare che l’Hezbollah libanese voglia provocare una azione più ampia da parte di Israele, dopo il modo in cui è stata martellata nel 2006. Ma il potenziale per l’escalation c’è, come pure in Iraq e in Siria”. Secondo Petraeus la guerra a Gaza durerà “molti, molti mesi. Dipenderà da quale sarà la riduzione delle forze israeliane che svolgono le operazioni per distruggere Hamas, smantellarne il ramo politico, salvare gli ostaggi”. Ha concluso che tutto ciò si svolge “in un contesto urbano estremamente difficile e contro un nemico che non indossa uniformi, che usa i civili come scudi umani, che tiene in mano oltre 100 ostaggi e ha centinaia di miglia di tunnel e di strutture sotterranee in aree urbane densamente popolate”.

07:30 Raid Usa su altro sito controllato da ribelli Houthi in Yemen

L’esercito statunitense ha colpito un altro sito controllato dai ribelli Houthi in Yemen che, secondo quanto stabilito, metteva a rischio le navi commerciali nel Mar Rosso, un giorno dopo che gli Stati Uniti e la Gran Bretagna hanno lanciato diversi attacchi aerei contro i ribelli Houthi. I giornalisti dell’Associated Press a Sanaa, capitale dello Yemen, hanno sentito una forte esplosione. Il Comando centrale degli Stati Uniti ha dichiarato che “l’azione successiva”, avvenuta sabato all’inizio dell’ora locale, contro un sito radar degli Houthi è stata condotta dal cacciatorpediniere della Marina USS Carney con missili d’attacco terrestre Tomahawk. I funzionari militari statunitensi e della Casa Bianca hanno dichiarato di aspettarsi che gli Houthi tenteranno di contrattaccare.Il primo giorno di attacchi, venerdì, ha interessato 28 località e colpito più di 60 obiettivi.

 

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