Tel Aviv chiede chiarimenti ai media internazionali su reporter 'vicini ad Hamas'
La battaglia nella Striscia da una parte, la diplomazia dall’altra. Israele continua le sue operazioni a Gaza, mentre la comunità internazionale spinge per una tregua umanitaria. Le truppe israeliane annunciano di aver preso possesso di una roccaforte di Hamas a Jabalia, nel nord dell’enclave, e di operare anche nel cuore di Gaza City, nei pressi dell’ospedale di Shifa. Si tratta della zona dove, secondo l’intelligence di Tel Aviv, sarebbe dislocata la centrale operativa di Hamas che ha pianificato e messo in pratica l’assalto dello scorso 7 ottobre.
Chiesti chiarimenti su reporter ‘vicini ad Hamas’
A proposito dell’attacco che ha sconvolto Israele, il Paese ha chiesto chiarimenti ad alcuni media internazionali in merito alla collaborazione con alcuni fotoreporter che hanno documentato i fatti di quel giorno e che sono stati tacciati dall’ong filoisraeliana HonestReporting di essere vicini ad Hamas. L’accusa è che qualcuno di loro potesse essere a conoscenza in anticipo dei fatti. La situazione si fa sempre più incandescente anche in Cisgiordania, dove solamente nelle ultime 24 ore almeno sedici civili palestinesi sono morti in scontri con le forze israeliane.
Israele verso pause umanitarie di 4 ore
Qualche spiraglio arriva invece dal presidente americano Joe Biden che, pur confermando che allo stato attuale non c’è “nessuna possibilità” per un cessate il fuoco, annuncia che Israele inizierà a “implementare” pause nei combattimenti nella parte nord della Striscia di Gaza. I civili – secondo quanto riferito – avranno quattro ore ogni giorno per poter evacuare. Una notizia che agita le acque all’interno del governo israeliano, dove l’esponente dell’estrema destra Itamar Ben-Gvir parla di “grave errore”, sottolineando che il Gabinetto ristretto di guerra “non ha il mandato di concedere tregue”. Il presidente francese Emmanuel Macron ha chiesto invece di “lavorare per un cessate il fuoco” alla conferenza umanitaria internazionale per la popolazione di Gaza organizzata a Parigi. Presente anche il premier palestinese Mohammed Shtayyeh, che ha ribadito che la soluzione al conflitto è di porre fine all’occupazione israeliana e l’eliminazione delle colonie.
Pubblicato video di due ostaggi
Resta aperta, poi, la questione degli ostaggi. Il capo della Cia, William Burns, e quello del Mossad, David Barnea, sono volati a Doha per parlarne con Mohammed Al Thani, il primo ministro del Qatar, Paese in prima fila nelle mediazioni. Il tema è stato trattato anche in un incontro che – ha confermato Hamas – è avvenuto al Cairo fra il leader politico dell’organizzazione Ismail Haniyeh e il capo dell’intelligence egiziana Abbas Kamal. Per la prima volta le brigate Al-Quds, il braccio armato della Jihad islamica palestinese, hanno mostrato un video con due ostaggi, confermando che non tutti i prigionieri sono nelle mani di Hamas. Si tratta della 77enne Hanna Katzir, apparsa su una sedia a rotelle, e del 12enne Yagil Yaakov, che potrebbero essere presto rilasciati per motivi umanitari. Nel messaggio i due cittadini israeliani accuserebbero il primo ministro Benjamin Netanyahu di essere la causa della situazione attuale.
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