Le tragiche testimonianze dei dottori: "Farmaci solo per 24 ore"
Gli ospedali sono al collasso e c’è sempre meno tempo. Manca l’acqua, i corpi vengono abbandonati in strada mentre per scongiurare il rischio di una epidemia di colera si scavano fosse comuni. I medici stanno decidendo chi curare perché i dispositivi sanitari non bastano per tutti. È il racconto che arriva dalla Striscia di Gaza da parte di medici, impegnati in prima linea nella guerra israelo-palestinese.
Farmaci solo per 24 ore
Il tempo sta per scadere, come dice a LaPresse Foad Aodi, medico arabo-palestinese Presidente dell’AMSI raccontando lo strazio dei suoi colleghi. “A Gaza manca il sangue, medicinali e farmaci salvavita. Quelli che ci sono possono durare massimo per 24 ore“. Aodi è in contatto con i suoi colleghi che da giorni non lasciano l’ospedale di Gaza, cercando di salvare più vite possibili “effettuando la ventilazione manuale dei pazienti perché manca la corrente”. Una strage di donne e bambini e una vera e propria emergenza per quanto riguarda gli aborti spontanei– spiega ancora Aodi- “che sono aumentati del 35% per lo stress e per mancanza di cibo e acqua“.
“Casi di ferite aperte che non vengono chiuse”
La testimonianza più dura arriva dal dottor Kamis e dal dottor Abu Saleh, medici dell’Unione medica Euro Mediterranea (Umem) impegnati a Gaza che raccontano a LaPresse che stanno “cominciando a selezionare i casi più gravi e a decidere chi curare. È una scelta obbligata, non ci sono farmaci e strumenti chirurgici sufficienti. Stiamo selezionando i casi di emorragia, ci sono casi di ferite aperte che non vengono chiuse. Abbiamo paura che finiscano i fili di sutura e gli aghi”. Sono impegnati da più di una settimana in corsia, o in quello che ne resta in tende di fortuna allestite a pronto soccorso ma nessuno vuole lasciare l’ospedale. A LaPresse affidano la loro disperazione chiedendo “perdono perché non riusciamo a curare tutti i pazienti perché stiamo lavorando senza strumenti e senza armi chirurgiche”.
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