L'invito del Comitato alle autorità italiane è quello di "esaminare con attenzione il tasso elevato di procedimenti interrotti nella fase istruttoria"

Il Comitato dei ministri del Consiglio d’Europa ha invitato le autorità italiane “a esaminare il preoccupante tasso elevato di procedimenti interrotti nella fase istruttoria” nei casi di violenza sulle donne e “a sviluppare un sistema completo di raccolta dati per quanto riguarda gli ordini di protezione”, oltre a “fornire statistiche pertinenti”. È quanto si legge in una decisione del Comitato dei ministri del Consiglio d’Europa presa durante l’ultima riunione dell’organo, tenutasi dal 19 al 21 settembre per supervisionare l’applicazione dei giudizi e delle decisioni della Corte europea per i diritti dell’uomo(Cedu). Il Comitato ha anche invitato le autorità italiane “a fornire informazioni sulle misure adottate o previste per garantire un’efficace valutazione dei rischi e sul relativo rafforzamento delle capacità di giudici e pubblici ministeri”.

Infine, si legge nel documento, “ha fortemente incoraggiato le autorità a intensificare gli sforzi per sradicare gli stereotipi di genere e ottenere cambiamenti nei comportamenti culturali“. Il Comitato chiede di avere risposte su queste questioni entro il 30 marzo 2024.Il Comitato dei ministri del Consiglio d’Europa evidenzia che la sua decisione giunge a seguito della “preoccupazione” espressa dalla Cedu sull'”inerzia” delle autorità italiane “nel gestire le denunce di violenza domestica” e, in particolare, “l’assenza di una valutazione esaustiva dei rischi da parte dei pubblici ministeri, la mancata adozione di misure di protezione, i ritardi nello svolgimento degli atti investigativi, la mancanza di indagini sugli episodi di violenza denunciati e l’eccessiva durata delle indagini e del procedimento penale contro gli aggressori”. 

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