Secondo i dati di Eurostat, è ottava nell'Unione con 2,66 morti ogni 100mila occupati. Paesi più virtuosi Germania, Olanda, Finlandia e Svezia
L’Italia è tra i dieci Paesi più a rischio nell’Unione europea per quanto riguarda gli incidenti mortali sul lavoro. Secondo i dati Eurostat per il 2021, gli ultimi disponibili, l’Italia è ottava con 2,66 morti per centomila occupati, dietro alla Bulgaria (2,85) e all’Austria (2,86). La situazione è peggiore in Romania (3,11) e Francia (3,32), mentre i dati maggiormente negativi si registrano in Lettonia (4,2), Lituania (3,75) e Malta (3,34). L’Islanda, al contrario, ha registrato zero morti sul lavoro nel 2021 secondo Eurostat, seguita da Olanda (0,33), Finlandia (0,75), Svezia (0,77) e Germania (0,84).
I numeri
La situazione in Italia non appare migliore riguardo ai dati per il 2022. Il numero dei lavoratori morti a causa di infortuni sul lavoro in Italia nel 2022 ha superato le mille unità. Secondo quanto rilevato dall’Inail al 31 dicembre scorso, le morti bianche sono state 1090, rispetto ai 1.221 del 2021, complice il minor peso dei decessi per Covid-19. Il livello è, dunque, tornato a quello pre-pandemia. Una ricerca dello scorso ottobre della Confederazione europea dei sindacati (Ces) ha poi rilevato che il tasso di mortalità sul lavoro registrato in 12 Paesi tra il 2019 e il 2020 è aumentato sensibilmente, soprattutto in Italia (+285), Spagna (+45) e Portogallo (+27). Stando a questi dati, si prevede che gli incidenti mortali sul lavoro continueranno fino al 2062, sette anni in più rispetto a quanto previsto in precedenza.
Le proiezioni
La Ces ha evidenziato che in Italia gli incidenti mortali potrebbero finire solo tra oltre un secolo, nel 2124, con 4.664 morti tra il 2021 e il 2029. Le proiezioni si fanno ancora più cupe per la Francia e la Spagna, dove si prevede che gli incidenti mortali non finiranno ‘mai’. Inoltre, secondo i rapporti dell’associazione dell’Assurance Maladie, l’assicurazione sanitaria francese, Oltralpe quasi due persone muoiono al giorno in un incidente sul lavoro. Sempre stando ai dati raccolti dalla Confederazione europea dei sindacati, se gli incidenti mortali continueranno allo stesso ritmo del decennio precedente, si dovrebbero prevedere altri 25.166 decessi sul lavoro in tutta Europa tra il 2021 e il 2029. Anche per questo la Ces ha indetto la campagna ‘Zero morti sul lavoro’, con un manifesto, firmato tra gli altri anche dai vicepresidenti del Parlamento europeo, in cui si chiedono iniziative per portare a zero la mortalità sul lavoro. In particolare la Ces invita l’Ue a misure come l’incremento della formazione, della tutela, delle segnalazioni, delle ispezioni e delle sanzioni in materia di salute e sicurezza sul lavoro. “Il fatto che gli incidenti mortali sul lavoro siano di nuovo in aumento in tutta Europa dimostra che datori di lavoro e politici dovrebbero restare svegli la notte e dimostra che dobbiamo rinnovare il nostro impegno per garantire la sicurezza delle persone sul lavoro”, ha affermato il vice segretario generale della Ces, Claes-Mikael Stahl.
L’esempio della Germania
Tra i Paesi con la mortalità sul lavoro più bassa in Europa c’è la Germania. Come comunicato dal ministero del Lavoro tedesco, dal 2021 è attiva la cosiddetta ‘Strategia congiunta per la sicurezza e la salute sul lavoro (Gda)’. Si tratta di un’azione concertata a lungo termine del governo federale, dei Laender e degli istituti di assicurazione contro gli infortuni per rafforzare la sicurezza e la salute sul lavoro. In questo senso vengono creati incentivi affinché le aziende perseguano una politica di prevenzione sostenibile e a lungo termine a tutti i livelli di tutela della salute sul lavoro. Gli obiettivi di sicurezza sul lavoro della Gda sono definiti e aggiornati dalla Conferenza nazionale sulla sicurezza e la salute sul lavoro (Nak), costituita ormai 15 anni fa, nel 2008.
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