Le accuse su un coinvolgimento del Cremlino nello schianto aereo in cui è morto il fondatore del gruppo Wagner, Yevgeny Prigozhin, sono una “menzogna assoluta”. Lo ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, rispondendo a una domanda in merito. “Ci sono molte speculazioni intorno a questo incidente aereo e alla tragica morte dei passeggeri dell’aereo, tra cui Yevgeny Prigozhin. Naturalmente, in Occidente, tutte queste speculazioni sono presentate da una certa angolazione. Tutto questo è una menzogna assoluta”, ha detto Peskov.
“È prematuro dire se Putin parteciperà ai funerali, se la morte di quest’ultimo in un incidente aereo sarà confermata” ha inoltre riferito Peskov secondo quanto riportano le agenzie di stampa russe, sottolineando tuttavia che “al momento il presidente ha un’agenda di lavoro piuttosto fitta”. “Il fatto è che non sappiamo ancora con voi quanto saranno lunghi gli esami necessari e le azioni necessarie legate alle indagini. Pertanto, ora che non ci sono date per i funerali e così via, è impossibile parlare di questo” ma “l’unica cosa che posso dire è che il presidente al momento ha un’agenda di lavoro piuttosto fitta”, ha detto Peskov.
Mosca: “Inaccettabili parole Biden”
Il vice ministro degli Esteri russo, Sergey Ryabkov, ha definito inaccettabili le parole del presidente Usa Joe Biden sullo schianto aereo in cui sarebbe morto il fondatore del gruppo Wagner, Yevgeny Prigozhin. Lo riporta l’agenzia di stampa russa Tass. “”Penso che il ragionamento dei funzionari di Washington su ciò che sta accadendo nel nostro Paese sia un riflesso del generale disprezzo per i metodi diplomatici in misura palese. Tuttavia, non spetta al presidente degli Stati Uniti, a mio avviso, parlare di certi eventi tragici di questa natura”, ha detto Ryabkov. Il giorno dello schianto aereo, Biden aveva detto: “Non so per certo cosa sia successo, ma non sono sorpreso”, “non accade molto in Russia senza che ci sia dietro Putin”.
Rimossi rottami aereo da luogo schianto
I rottami dell’aereo Embraer precipitato, a bordo del quale si trovava il fondatore del gruppo Wagner Yevgeny Prigozhin, sono stati rimossi dal luogo dello schianto. Lo riporta Ria Novosti citando un suo corrispondente che si trovava in loco. I rottami sono stati collocati a bordo di un camion che si è poi diretto verso l’autostrada che si trova vicino al villaggio di Kuzhenkino, dove l’aereo si è schiantato.
Molti combattenti Wagner hanno lasciato Bielorussia
Diversi combattenti gruppo Wagner hanno lasciato la Bielorussia dopo la presunta morte di Yevgeny Prigozhin nello schianto aereo del 23 agosto in Russia. “Anche prima del 23 agosto, abbiamo registrato che il numero di mercenari in Bielorussia stava diminuendo, e dal 23 agosto il loro numero ha continuato a diminuire”, ha dichiarato oggi il portavoce del servizio di frontiera ucraino Andriy Demchenko. Notizie non confermate di centinaia di combattenti Wagner in fuga dalla Bielorussia sono emerse a seguito della diffusione della notizia della morte di Prigozhin.
Confermata morte pilota aereo
Gli investigatori russi hanno confermato la morte del pilota dell’aereo precipitato in Russia su cui viaggiava il capo della Wagner, Yevgeny Prigozhin. Lo scrive il Guardian che cita una fonte informata, secondo deve tuttavia ancora essere confermata la corrispondenza genetica del pilota. Sono stati, intanto, recuperati i rottami dell’aereo precipitato che si trovavano sul luogo dello schianto.
Lukashenko: “Non credo Putin dietro morte Prigozhin”
“Non riesco a immaginare che sia stato Putin, che sia colpa di Putin”. Lo ha detto il presidente bielorusso, Alexander Lukashenko, commentando la morte del leader della Wagner, Yevgeny Prigozhin. Lo riporta l’agenzia bielorussa Belta. “Conosco Putin. È una persona prudente, molto calma e persino lenta nel prendere decisioni su altre questioni meno complesse”, ha affermato Lukashenko incontrando i giornalisti.
Lukashenko: “Gruppo Wagner resta in Bielorussia”
Il presidente bielorusso, Alexander Lukashenko, ha detto che il nucleo del gruppo Wagner resta in Bielorussia. Lo riporta l’agenzia di stampa bielorussa Belta. La sua dichiarazione giunge dopo che, a seguito dello schianto aereo in cui sarebbe morto Yevgeny Prigozhin, si sono diffuse notizie della fuga di centinaia di combattenti Wagner dalla Bielorussia. “Wagner ha vissuto, è vivo e vivrà in Bielorussia, indipendentemente da quanto questo piaccia a qualcuno”, ha detto Lukashenko, aggiungendo che “il nucleo rimane qui, qualcuno è andato in vacanza, qualcuno ha deciso di vivere in disparte” ma “entro pochi giorni tutti saranno qui, fino a 10mila persone” e “ora non c’è bisogno di trattenerli qui”, “finché avremo bisogno di questa unità, vivranno e lavoreranno con noi”, ha detto Lukashenko.