Disordini in varie città del Paese. Le tensioni si allargano alla Svizzera, scontri a Losanna

719 gli arresti effettuati in Francia nella quinta notte consecutiva di proteste e violenze, scaturite in seguito all’omicidio del 17enne Nahel a Nanterre nell’ambito di un controllo di polizia. Lo afferma il bilancio del ministero dell’Interno, ripreso dai media francesi. Sono stati 194 gli arresti effettuati nell’area metropolitana di Parigi, mentre 65 quelli a Marsiglia. 45 agenti di polizia e gendarmi sono stati feriti, mentre 577 veicoli e 74 edifici sono stati dati alle fiamme. Secondo il ministro dell’interno di Parigi, Gerald Darmanin, si è trattato in ogni caso di una notte “più tranquilla” rispetto alle precedenti.

Darmanin: “Anche stasera dispiegati 45mila agenti”

Il ministro dell’Interno francese, Gérald Darmanin, ha tenuto nel pomeriggio una riunione sulla sicurezza, durante la quale ha deciso per stasera di mantenere il dispiegamento dello stesso numero di agenti degli ultimi due giorni, cioè 45mila fra poliziotti e gendarmi in tutta la Francia. Lo riporta l’emittente Bfmtv.

A Nimes spari contro agente, salvato da giubbotto antiproiettile

Un poliziotto sarebbe stato salvato dal suo gilet antiproiettile a Nîmes venerdì sera nel corso delle proteste contro l’uccisione da parte della polizia francese del 17enne Nahel. Lo ha annunciato oggi il pubblico ministero locale, aprendo un’inchiesta per tentato omicidio, come riporta Bfm Tv.

“Indossare il gilet antiproiettile ha evitato che il poliziotto fosse gravemente ferito dal proiettile che lo ha colpito. Una radiografia ha confermato la presenza di munizioni nel gilet antiproiettile”, il cui calibro non è ancora stato determinato, ha spiegato il procuratore di Nîmes Cécile Gensac in un comunicato stampa.

È stata aperta un’inchiesta “in flagranza di reato con l’accusa di tentato omicidio di un pubblico ufficiale”, che è stata consegnata al dipartimento di investigazione criminale.

Vertice all’Eliseo alle 19.30 per punto su situazione rivolte

Il Capo dello Stato francese Emmanuel Macron farà il punto della situazione sulle rivolte in corso nel Paese questa sera al Palazzo dell’Eliseo alle 19.30, nel corso di una riunione alla quale parteciperanno il primo ministro, il ministro dell’Interno e il Guardasigilli. Lo riporta Bfm Tv.

Nella notte appena trascorsa in Francia ci sono stati oltre 700 arresti, e l’attenzione è alta in particolare su quanto avvenuto a Vincent Jeambrun, sindaco di L’Haÿ-les-Roses, comune appartenente al dipartimento francese della Val-de-Marne, la cui casa è stata attaccata ieri notte intorno all’1:30 con un’auto, usata per sfondare il cancello del giardino dell’abitazione e poi data alle fiamme.

Attaccata casa sindaco L’Haÿ-les-Roses

La casa di Vincent Jeambrun, sindaco di L’Haÿ-les-Roses, comune appartenente al dipartimento francese della Val-de-Marne, è stata attaccata ieri notte intorno all’1:30 nel corso di una delle proteste legate all’omicidio del 17enne Nahel M. a Nanterre da parte di un esponente della polizia francese. Lo riporta Bfm Tv, secondo il quale l’attacco sarebbe stato condotto con un’auto, usata per sfondare il cancello del giardino dell’abitazione e poi data alle fiamme. La procura di Créteil ha aperto un’inchiesta per tentato omicidio, aggiunge Bfm Tv.

Ex premier Valls, violenza dipende da crisi autorità Stato

“C’è violenza nella società francese, forse più che altrove in Europa. Io credo dipenda da una crisi dell’autorità, che da noi ha effetti più gravi. La Francia è un Paese giacobino, verticale, dove lo Stato tradizionalmente è molto forte, la spina dorsale della nazione. La crisi dell’autorità dello Stato, per esempio nella scuola, porta a rimettere tutto in discussione”. Lo afferma l’ex primo ministro francese Manuel Valls in un’intervista al ‘Corriere della Sera’.

“Al tema generale della crisi dell’autorità si aggiunge il fatto che nelle banlieue si sono concentrati gli immigrati e i loro discendenti, essenzialmente di origine africana”, aggiunge Valls, sottolineando che “parte di loro non si sono integrati, non si sono assimilati, non amano la Francia, le sue istituzioni, i suoi simboli. È un fatto, non so come dirlo altrimenti”. Inoltre, aggiunge l’ex primo ministro, “sono crollate le grandi istituzioni politiche“, e l’Islam “ha preso un ruolo importante, forse eccessivo. Si è perso tutto quel che costituiva la coesione di una società. Per non parlare della perdita di autorità dei genitori”.

Per Valls, non è una questione di povertà: “A me non sembra”, sottolinea, “è stato speso molto denaro, in quei quartieri ci sono mediateche, centri commerciali, scuole, commissariati, locali pubblici, quelli che in queste notti vengono dati alle fiamme. Nanterre, per esempio, dove viveva Nahel, non è una città povera. Ci sono abitanti poveri, certo sono molto aiutati, sostenuti”.

Proteste anche in Svizzera, scontri e 7 arresti

Più di un centinaio di giovani è sceso in piazza nel centro della città svizzera di Losanna la scorsa notte, riecheggiando i disordini in corso Francia in seguito all’omicidio del 17enne Nahel a Nanterre e causando diversi danni ad alcune attività commerciali. Sette persone sono state arrestate, sei di queste sono minorenni.

In diverse occasioni, le forze dell’ordine avrebbero disperso gruppi di persone incappucciate che lanciavano sampietrini contro di loro, riporta ‘Le Matin‘, aggiungendo che anche una molotov sarebbe stata lanciata contro gli agenti di polizia. Nessun agente sarebbe in ogni caso rimasto ferito, afferma la polizia di Losanna.

 

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