L’incursione nella regione russa di Belgorod potrebbe essere solo la prima delle tante. “Regioni come Bryansk, Kursk, e Voronezh non posso sentirsi al sicuro”, è il monito di Kiev a cui fanno eco i ‘partigiani’ russi, che, oltre a definire l’operazione di lunedì un successo, hanno annunciato in una conferenza stampa: “Belgorod, Bryansk, Kursk, Voronezh, Rostov, Mosca, aspettateci, verremo ancora“. Se ciò dovesse avvenire, il ministro della Difesa russo Shoigu ha già messo le mani avanti: “Risponderemo prontamente e con estrema fermezza”. Belgorod, nella notte tra martedì e mercoledì è stata il bersaglio di nuovi raid in cui però, ha precisato il governatore, non ci sono state vittime. Gli Stati Uniti, dal canto loro, hanno preso le distanze dall’incursione, mentre Kiev ha ammesso di aver collaborato ma solo fornendo supporto al confine, in caso di contrattacco russo. “I soldati ucraini non sono entrati in territorio di Mosca”, ha assicurato un alto funzionario ucraino al New York Times.
Media Mosca: ferito comandante Kiev
Informazioni contrastanti sono circolate anche sul comandante dell’esercito ucraino Valery Zaluzhny. I media russi hanno dato notizia che sia stato ferito alla testa in un raid all’inizio di maggio e che sia stato operato in un ospedale militare di Kiev. Non sarebbe in pericolo di vita ma le sue condizioni sarebbero complicate dal diabete di tipo 2, di cui il comandante è affetto, e gli impedirebbero di svolgere il suo ruolo. La smentita di Kiev è arrivata poco dopo dal segretario del Consiglio per la difesa ucraina Danilov, secondo cui Zaluzhny avrebbe partecipato mercoledì a una riunione con il presidente Zelensky.
Attacco contro nave russa nel Mar Nero
Il campo di battaglia si è spostato per un giorno nelle acque del Mar Nero da dove Mosca ha fatto sapere di aver respinto, a 140 chilometri a nord-est dello stretto del Bosforo, un attacco di Kiev diretto contro la nave russa Ivan Khurs che fa da guardia ai gasdotti Turkish Stream e Blue Stream. Sempre sul Mar Nero ha volato mercoledì, secondo i media ucraini, un drone degli Stati Uniti, decollato dalla base Nato di Sigonella, in Sicilia, per un volo di ricognizione. Da Pechino intanto il primo ministro russo Mikhail Mishustin in visita ha ribadito la profonda relazione che lega Russia e Cina e che tocca in questo momento “un livello senza precedenti”. Lo ha confermato anche il presidente cinese Xi Jinping che, incontrando Mishustin, ha ribadito il sostegno di Pechino a Mosca “sulle questioni che riguardano gli interessi fondamentali di entrambe le parti”. Sostegno, sempre dall’Asia ma per la fazione opposta, è stato celebrato invece a Tokyo, dove il ministro della Difesa Ino ha annunciato la fornitura a Kiev di 100 veicoli armati, i primi inviati dal Paese del Sol Levante dall’inizio dell’invasione.

