Il Governo va avanti sulle mappature

La Corte di giustizia dell’Ue conferma la linea della Commissione europea, ovvero che la direttiva Bolkestein sulla liberalizzazione dei servizi va applicata anche alle concessioni Balneari e che queste devono andare a gara. “Le concessioni delle spiagge italiane non possono essere rinnovate automaticamente, ma devono essere oggetto di una procedura di selezione imparziale e trasparente”, scrivono i giudici del Lussemburgo nell’attesa sentenza su un parere richiesto dal Tar della Puglia, che aveva contestato la proroga da parte del Comune di Ginosa di una concessione in base alla legge del 2018 che disponeva la proroga di tutte le concessioni fino al 2033.

Nessuna sorpresa, in realtà, perché i giudici del Lussemburgo non fanno altro che confermare l’impostazione della Commissione europea, che si aspetta che il governo cancelli la proroga al 2024 delle attuali concessioni, decisa col Milleproroghe di febbraio, e si allineai al diritto comunitario. Inoltre, i giudici nazionali e le autorità amministrative sono tenuti ad applicare le norme europee, anche andando contro le disposizioni di diritto nazionale, scrive la Corte. Stando al centrodestra, tuttavia, la sentenza contiene degli elementi a favore dell’esecutivo. “Se da un lato ribadisce alcuni principi già noti, dall’altro conferisce piena legittimità e rafforza l’utilità del lavoro impostato dal governo con il tavolo tecnico, che sarà chiamato a breve a predisporre la mappatura delle aree demaniali”, afferma Gianluca Caramanna, capogruppo di Fratelli d’Italia in commissione Attività produttive alla Camera. Su questa base, “siamo certi, il governo potrà continuare il dialogo in corso con la Commissione Ue, al fine di arrivare in tempi brevi ad una normativa che definisca una volta per tutte la questione, garantendo un quadro certo agli operatori e alle amministrazioni coinvolte”.

Avanti, dunque, con la mappatura delle spiagge e delle concessioni esistenti, come ribadito dal ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti: questa sentenza “ce l’aspettavamo, non è che sia una sorpresa”, commenta, “si farà la mappatura. Per altro alcune Regioni sono più avanti, altre più indietro. Ma con equilibrio e buon senso”.La Commissione europea, pur non avendo inserito nel pacchetto di procedure di infrazione di aprile l’avanzamento del procedimento contro l’Italia, mantiene il pressing e si dice in stretto contatto con le autorità italiane per trovare una soluzione, con un “monitoraggio diretto molto rigoroso”. Da Bruxelles, però, arrivano anche parole contrastanti sull’impegno del governo italiano e lo stato delle interlocuzioni. Nel consueto briefing di mezzogiorno della Commissione, una portavoce dell’Esecutivo Ue riferisce che la questione è stata al centro dell’incontro del 13 aprile a Roma tra il commissario al Mercato interno, Thierry Breton, e la premier Giorgia Meloni, e che in quell’occasione la stessa presidente si era detta pronta ad adeguare la normativa italiana a quella comunitaria. Dopo poche ore, tuttavia, dalla stessa portavoce della Commissione arriva un’insolita retromarcia: quell’incontro “non riguardava questo tema e nessuna delle due parti si è impegnata in merito ai prossimi passi”.Segno che il dialogo tra Roma e Bruxelles è in corso e che le due parti non vogliono sbilanciarsi troppo.

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