Allerta per rischio nucleare. Continua la scambio di accuse tra Kiev e Mosca. Nuovi raid su Kherson
Continua lo scambio di accuse tra Kiev e Mosca per i bombardamenti vicino alla centrale nucleare di Zaporizhzhia. In particolare, dopo le bombe cadute nei pressi all’impianto durante lo scorso fine settimana, la Russia ha denunciato altri bombardamenti a Energodar, la città dove ha sede la centrale. Attacchi che, secondo Mosca, vedono la complicità dei Paesi occidentali. L’accusa arriva dalla portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, secondo cui i bombardamenti sono avvenuti con “munizioni della Nato”. Gli “sponsor occidentali di Kiev” hanno “mostrato la loro doppiezza dando carta bianca al regime di Zelensky e sono complici dei crimini commessi da Kiev”, ha detto ancora Zakharova, che ha poi avvisato del pericolo di un possibile “disastro provocato dall’uomo”.
Le accuse reciproche
L’allerta per un rischio nucleare è arrivato anche da Alexei Likhachev, amministratore delegato di Rosatom, l’agenzia russa per il nucleare. Per questo la Russia “intende informare la comunità mondiale” di tale pericolo. “E’ ovvio che Kiev consideri accettabile un incidente nucleare. Potrebbe essere un precedente che cambierà per sempre il corso della storia”, ha avvertito l’ad di Rosatom. Anche dal Cremlino è arrivato un ‘appello’ alla comunità internazionale affinché “convinca l’Ucraina a non bombardare più Zaporizhzhia”.
Kiev ha respinto al mittente ogni accusa, affermando che è la Russia a bombardare Zaporizhzhia con l’obiettivo di “far morire di freddo” gli ucraini. E’ quanto affermato dal consigliere del ministero della Difesa ucraino, Yuriy Sak, secondo cui Mosca punta a “privare l’Ucrina” dell’elettricità così da ottenere una “pausa operativa sul fronte”. La situazione di Zaporizhzhia viene monitorata da vicino dall’Agenzia internazionale per l’energia atomica che ha condotto nuove ispezioni per valutare i possibili danni ed eventuali rischi legati agli ultimi bombardamenti “molto vicini alla centrale”.
Nuovi bombardamenti a Kherson
La situazione legata alle infrastrutture energetiche resta comunque critica, e può risultare decisiva nei prossimi mesi invernali. Nella città liberata di Kherson, tornata ad essere attaccata dalle truppe russe – un morto e quattro feriti il bilancio provvisorio – le autorità ucraine hanno dato il via all’evacuazione dei residenti temendo che i danni alle infrastrutture siano troppo gravi perché le persone possano sopportare il prossimo inverno. La stessa procedura è stata attivata nella vicina provincia di Mykolaiv, mentre a Kiev sono tornati i blackout di emergenza. Gli ultimi attacchi russi sono stati condannati dal governo di Kiev, che li ha definiti un “crimine di guerra”. Sempre a Kherson poi, la procura generale ucraina ha denunciato la scoperta di quattro ‘camera di tortura’ utilizzate dai russi durante l’occupazione.
Peskov: “Continueremo ad ottenere tutti i nostri obiettivi”
La Russia ha poi ribadito che, attraverso la propria ‘operazione militare speciale’ in Ucraina, riuscirà comunque ad ottenere “tutti i propri obiettivi”. Lo ha sottolineato il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, che ha risposto indirettamente al presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, secondo cui Mosca non cercherebbe di negoziare con Kiev, ma vorrebbe ottenere una “tregua” a breve termine nelle ostilità. Peskov ha poi affermato che il “cambiamento dell’attuale governo ucraino non è l’obiettivo” dell’operazione speciale voluta dal presidente russo, Vladimir Putin.
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