Ordinando il ritiro delle sue truppe dalla zona occupata della regione di Kherson, per la prima volta dall’inizio del conflitto in Ucraina la Russia è stata costretta ad ammettere di doversi ritirare per riorganizzarsi in vista della controffensiva di Kiev. E la decisione, annunciata dal ministro della Difesa di Mosca, Sergey Shoigu, potrebbe costituire un punto di svolta nella guerra.
Personale, armi e attrezzature saranno trasferite dall’altra parte del fiume Dnipro: Sergei Surovikin, comandante del gruppo congiunto delle forze russe nella regione, ha spiegato che la scelta è legata anche all’eventualità di un attacco di Kiev alla diga di Kakhovka. “In questo caso ci sarebbe un’ulteriore minaccia per la popolazione civile e il completo isolamento del nostro gruppo di truppe sulla riva destra del Dnipro. In queste condizioni, l’opzione più appropriata è organizzare la linea difensiva lungo la riva sinistra”, ha affermato. Ma Kiev, che ha accusato i russi di aver distrutto cinque ponti nella loro ritirata, è poco convinta dalla mossa di Mosca. Secondo il consigliere presidenziale ucraino, Mikhailo Podolyak, infatti, “non ci sono segni che la Russia stia lasciando Kherson senza combattere. Una parte del gruppo russo è ancora in città e le riserve aggiuntive si occupano della regione”.
Erdogan: “Bene decisione della Russia”
Il ritiro dell’esercito di Mosca dalla regione di Kherson è stato accolto dal presidente turco Recep Tayip Erdogan come “una decisione positiva e importante“. Il leader di Ankara lo ha detto durante una conferenza in Uzbekistan, ribadendo poi il ruolo di mediatore della Turchia nel conflitto. “Il nostro lavoro di mediazione prosegue ininterrottamente. Quando tutto questo sarà finito, non possiamo dirlo”. Erdogan ha aggiunto di voler parlare con il presidente russo Vladimir Putin. “Se ci sarà una partecipazione al G20, avremo l’opportunità di incontrarci. Altrimenti continueremo a mantenere la nostra diplomazia telefonica con la Russia. La nostra speranza è questa: il passaggio da un mondo dominato dalla guerra a un mondo dominato dalla pace”, ha detto ancora Erdogan.
Mosca riapre ai negoziati
Da Mosca, invece, è arrivata una nuova apertura ai negoziati con Kiev. La portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha spiegato che la Russia è “ancora aperta alle trattative, tenendo conto delle realtà che stanno emergendo in questo momento”. Il suo omologo ucraino Oleh Nikolenko, tuttavia, derubrica queste parole come un tentativo di prendere tempo, definendo le offerte di trattativa “un’altra cortina fumogena“. “”I funzionari russi iniziano a parlare di colloqui”, ha spiegato, “ogni volta che le loro truppe vengono sconfitte sul campo di battaglia. Una situazione già vista nel 2014-2015”.
Ue, aiuti per 1,8 miliardi
Ieri è stato anche approvato un nuovo pacchetto di aiuti finanziari da 1,8 miliardi da parte dell’Unione Europea verso l’Ucraina: “Insieme resistiamo all’aggressione della Russia, insieme ricostruiremo l’Ucraina, insieme saremo nell’Ue”, ha commentato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Un sostegno a Kiev ribadito anche dalla Nato tramite il segretario generale Jens Stoltenberg, che oggi incontrerà Giorgia Meloni a Palazzo Chigi. Stoltenberg ha anche accusato il presidente russo Vladimir Putin di aver commesso due errori strategici fondamentali quando ha “sottovalutato il coraggio degli ucraini” e “la capacità della Nato di sostenere Kiev”.
Putin non parteciperà al G20
Intanto, secondo quanto riportato dall’agenzia Bloomberg, il presidente russo Vladimir Putin non parteciperà al G20 di Bali in programma per la prossima settimana, mandando in Indonesia il ministro degli Esteri Sergei Lavrov. Il Cremlino, stando a quanto dice il Kyiv Independent, “punta a proteggerlo da possibili tensioni internazionali” sulla guerra.

