Discorso però che non è piaciuto ad Andrii Yurash che lo ha definito "deludente". Per l'ambasciatore ucraino presso la Santa Sede "non si può mettere nella stessa categoria aggressore e vittima, stupratore e stuprato"
“La pazzia della guerra”. Quella “di tutte le parti” in causa. Perché in guerra nessuno può dire “no, io non sono pazzo”. Papa Francesco, nel Giorno dell’Indipendenza dell’Ucraina che drammaticamente coincide con il sesto mese dallo scoppio del conflitto, torna a chiedere che “si intraprendano passi concreti per mettere fine alla guerra” e soprattutto per “scongiurare il rischio di un disastro nucleare a Zaporizhzhia”, dove si trova una delle più grandi centrali nucleari in Europa. “Porto nel cuore i prigionieri, soprattutto quelli che si trovano in condizioni fragili e chiedo alle autorità responsabili di adoperarsi per la loro liberazione”, aggiunge Bergoglio prima di volgere il pensiero ai bambini. Senza distinzione. Bambini ucraini e bambini russi che sono diventati orfani. “L’orfanità non ha nazionalità”, sottolinea il Santo Padre ricordando che ci sono piccoli che “hanno perso il papà o la mamma, siano russi o siano ucraini”. E si scaglia contro “coloro che guadagnano con la guerra, con il commercio delle armi”, definendoli “delinquenti che ammazzano l’umanità”. Nel suo discorso, Papa Francesco fa riferimento anche a Darya Dugina, figlia dell’ideologo e propagandista Aleksandr Dugin, vicino al presidente Putin. “Penso alla povera ragazza volata in aria per una bomba sotto al sedile di una macchina a Mosca”, scandisce il Pontefice. “Gli innocenti pagano la guerra. Gli innocenti. Pensiamo a questa realtà e – ribadisce – diciamo uno all’altro che la guerra è una pazzia”. Papa Francesco nel suo discorso mette insieme Kiev e Mosca nel suo discorso. “Pensiamo all’Ucraina e alla Russia: ambedue i Paesi ho consacrato all’Immacolato Cuore di Maria”, aggiunge chiedendo a lei “Madre vera” di intercedere con Russia e Ucraina affinché “ci porti la pace. Abbiamo bisogno di pace”.
Discorso però che non è piaciuto ad Andrii Yurash che lo ha definito “deludente”. Per l’ambasciatore ucraino presso la Santa Sede “non si può mettere nella stessa categoria aggressore e vittima, stupratore e stuprato”. E si chiede “come è possibile chiamare innocente uno degli ideologi dell’imperialismo russo?”. Dugina, infatti, condivideva molte delle idee del padre e, secondo Yurash “è stata uccisa dai russi” che ora ne fanno una “vittima sacra” da usare come “scudo”. Anche Oles Horodetskyy, presidente dell’Associazione cristiana degli ucraini in Italia, si è detto rattristato dalle parole del Pontefice. “Siamo grati a Papa Francesco, che continua a implorare il Signore per la pace per ‘l’amato popolo ucraino che da 6 mesi patisce gli orrori della guerra’, per le sue richieste di fermare il conflitto, per gli appelli a scongiurare un disastro nucleare a Zaporizhzhia e per le sue continue preghiere per i bambini, i rifugiati, i feriti e i prigionieri di guerra. Ci stupisce e rattrista, tuttavia, la posizione di Papa Francesco che continua a mettere sullo stesso piano ucraini e russi, senza distinguere tra l’aggressore e l’aggredito”, sottolinea. “Siamo d’accordo con il Santo Padre che l”orfanilità’ non ha nazionalità, ma è doveroso riconoscere la realtà che vede lo Stato russo che ha invaso e aggredito lo Stato ucraino”, sottolinea ribadendo che “c’è una grande differenza tra il padre dell’orfano russo, che deliberatamente ha deciso di diventare assassino violando il confine di uno Stato democratico, indipendente e sovrano, seminando morte e distruzione, e quel padre dell’orfano ucraino che non avendo altra scelta ha dato la vita per difendere la propria famiglia e il proprio Paese, manifestando il più grande amore biblico. È vero che la guerra è una pazzia – ripete – ma il pazzo è colui che la inizia e aggredisce l’altro, senza tregua, e non certo quello che si difende, cercando di fermare l’aggressore. È doloroso che oggi il Santo Padre non abbia ricordato il Giorno dell’indipendenza dell’Ucraina, proprio quella indipendenza che Vladimir Putin e il suo regime tirannico cercano di distruggere, la stessa indipendenza per la quale il popolo ucraino combatte eroicamente ogni giorno, da 6 interminabili mesi”, rimarca Horodetskyy.
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