La Bce fa la sua mossa. Dopo 11 anni la Banca centrale europea annuncia il rialzo dei tassi di 50 punti (a differenza dei ventilati 25 punti base e il tanto chiacchierato scudo anti-frammentazione battezzato Tpi, Transmission Protection Instrument, cioè strumento di protezione della trasmissione della politica monetaria. “Vi assicuro che preferiamo non usare il Tpi, ma se dobbiamo usarlo non esiteremo”, taglia corto la presidente della Bce, Christine Lagarde, rimarcando che l’Eurotower “non sarà ostaggio di nessuno” e gli “acquisti Tpi non impatteranno sull’orientamento della politica monetaria”.
A poterne beneficiare sono “tutti i membri dell’Ue” che sono ammessi “sulla base dei criteri stabiliti, dei disordini del mercato”, precisa Lagarde sottolineando “il momento storico” dovuto sì all’approvazione all’unanimità dei 25 membri del Tpi (“ho lavorato sodo”, dice) ma anche al passo, per la prima volta in un decennio, che porta a uscire da uno scenario negativo di interesse. Piazza Affari a fine seduta, nel giorno delle dimissioni del presidente del Consiglio, Mario Draghi, dopo avere sfiorato in giornata il -2%, reagisce riducendo il calo e termina a -0,71% a 21.196,59 punti. Lo spread, dopo essere schizzato a 237 punti base durante, risale a 229 punti base con il rendimento del decennale italiano al 3,45% sul mercato secondario. Chiusura mista per europee con il Cac di Parigi che guadagna lo 0,27% a 6.201,11 punti, mentre il Dax tedesco perde lo 0,27% a 13.246,54 punti. Bene il Ftse 100 di Londra che sale dello 0,21% a 7.279,75 punti, mentre l’Ibex di Madrid arretra dello 0,22% a 8.011,50 punti.
Le decisioni prese sono “in linea con il forte impegno nei confronti del suo mandato di stabilità dei prezzi” del Consiglio direttivo che quindi “ha adottato ulteriori misure chiave per assicurarsi che l’inflazione torni all’obiettivo del 2% nel medio termine”. Nello specifico, a partire dal 27 luglio, il tasso di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principale sarà dello 0,50%, il tasso di interesse sulle operazioni di rifinanziamento marginale allo 0,75% e quello sulla linea di deposito esce dal negativo e va a zero. Sono da attendersi ulteriori aumenti nei prossimi direttivi, visto che l’abbandono dei tassi negativi effettuato questo giovedì “consente al Consiglio direttivo di effettuare una transizione verso un approccio riunione per riunione alle decisioni sui tassi di interesse”.
Per quanto riguarda il Tpi “sarà un’aggiunta al kit di strumenti del Consiglio direttivo e può essere attivato per contrastare dinamiche di mercato ingiustificate e disordinate che rappresentano una seria minaccia alla trasmissione della politica monetaria nell’area dell’euro”. La decisione di attivare lo scudo si baserà su una valutazione globale degli indicatori di mercato e di trasmissione della politica monetaria, una valutazione dei criteri di ammissibilità e un giudizio sulla proporzionalità tra l’attivazione degli acquisti Tpi e il raggiungimento dell’obiettivo primario della Bce. L’entità degli acquisti dipenderà “dalla gravità dei rischi che devono affrontare la trasmissione delle politiche monetarie, senza vincoli ex ante”. In particolare, gli acquisti saranno focalizzati su titoli del settore pubblico con una scadenza residua compresa tra uno e dieci anni e se sarà il caso potrebbero essere presi in considerazione gli acquisti di titoli del settore privato. Lo stop arriverà sulla base di un miglioramento duraturo della trasmissione della politica monetaria o sulla base della valutazione che le tensioni persistenti siano dovute ai fondamentali del Paese.

