L'ex presidente sembra pronto a ripresentarsi come front runner repubblicano per le Presidenziali del 2024 ma la Commissione della Camera dei rappresentanti, che indaga sull'insurrezione del 6 gennaio 2021, ha subito replicato che l'eventuale candidatura "non cambia" la natura del processo

Dopo due impeachment, un’indagine per la presunta gestione illecita di documenti top secret della Casa Bianca, un procedimento a New York per una presunta frode finanziaria e l’inizio del processo contro il suo ex capo stratega Steve Bannon, nemmeno l’onda lunga dell’inchiesta del Congresso sull’assalto a Capitol Hill potrebbe riuscire a fermare Donald Trump. In un Paese dove, fino a non molti anni fa, bastavano delle indiscrezioni di stampa su una relazione extraconiugale per stroncare una candidatura alla Casa Bianca (il democratico Gary Hart, nel 1987), l’ex presidente sembra pronto a ripresentarsi come front runner repubblicano per le Presidenziali del 2024.”Ho già deciso”, ha rivelato Trump in un’intervista al New York Magazine, dopo mesi di incertezze, lasciando intendere che la questione non è “se” si candiderà, ma “quando” farà l’annuncio. La Commissione della Camera dei rappresentanti che indaga sull’insurrezione del 6 gennaio 2021, ha subito replicato che l’eventuale candidatura “non cambia” la natura dell’indagine. La Commissione nelle sue udienze pubbliche ha finora illustrato all’opinione pubblica americana e a quella internazionale il livello di coinvolgimento dell’ex presidente nella costruzione della narrativa dell'”elezione rubata” e, successivamente, nell’assalto al Congresso da parte dei suoi sostenitori.

Se le prove e le testimonianze finora raccolte saranno sufficienti al dipartimento di Giustizia (che agisce autonomamente dalla Commissione) per incriminare Trump, ancora non è chiaro. Lo si capirà giovedì sera, nell’ultima udienza pubblica della Commissione. Èil ‘finale di stagione’, come lo definiscono i media Usa, nel quale verrà illustrato come Trump non avrebbe mosso un un dito per fermare la folla, da lui stesso incitata, che stava assaltando Capitol Hill per impedire la certificazione della vittoria di Joe Biden. In questa ultima udienza potrebbe fare il suo esordio anche Steve Bannon, l’ex braccio destro di Trump, artefice della sua vittoria elettorale nel 2016 e poi allontanato dalla Casa Bianca nel 2017, che dopo mesi di rifiuti ha accettato di testimoniare. Questo ripensamento dell’ultimo minuto non ha evitato a Bannon, che anche in Italia ha avuto il suo momento di gloria come icona populista, il processo per vilipendio al Congresso, al via da lunedì con la scelta della giuria. L’ex consigliere di Trump rischia fino a due anni di carcere.

Il giudice della corte federale di Washington non ha creduto al ravvedimento dell’ex capo stratega di Trump e si è rifiutato di sospendere il procedimento a suo carico. Per mesi, Bannon (riavvicinatosi a Trump durante le elezioni del 2020) ha sostenuto che il suo rifiuto a testimoniare davanti al Congresso era dovuto al privilegio esecutivo invocato dall’ex presidente, che lo avrebbe vincolato alla riservatezza. In realtà, come è emerso dai lavori della Commissione, non vi sarebbe stato alcun vincolo. I deputati che compongono l’organismo sono interessati soprattutto agli scambi intercorsi tra Bannon e Trump a partire dalla sconfitta elettorale del novembre 2020, fino al tentativo di insurrezione del 6 gennaio 2021. Secondo la Commissione, l’assalto a Capitol Hill non sarebbe stato un episodio casuale, una situazione sfuggita di mano all’entourage trumpiano e all’ex presidente, ma il tentativo preordinato di sovvertire l’ordine costituzionale. Nel frattempo, puntando dopo il voto di midterm di novembre su un’eventuale ribaltamento dei rapporti di forza al Congresso e, in particolare alla Camera, i fedelissimi di Trump già annunciano una ‘contro Commissione’ per denunciare le “falsità” e i “pregiudizi” dell’inchiesta contro l’ex presidente. Se questo sarà sufficiente per fermare un’eventuale incriminazione di Trump e spianargli la strada per una nuova candidatura alla Casa Bianca lo vedremo nei prossimi mesi. 

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