Parteciperanno 21 Paesi: obiettivo è costruire i ponti di un'alleanza tra Stati che concentrano la maggior parte della ricchezza (e delle sfide) del continente

Rabat ospiterà domani, mercoledì 8 giugno 2022, la prima riunione ministeriale degli Stati atlantici africani, con la partecipazione di 21 Paesi. L’obiettivo è costruire i ponti di un’alleanza tra Stati che concentrano la maggior parte della ricchezza (e delle sfide) del continente. Spiegazioni.

L’evento è di estrema importanza e la diplomazia marocchina vi sta lavorando con discrezione da oltre quattro mesi. Lo svolgimento, questo mercoledì 8 giugno 2022 a Rabat, della prima riunione ministeriale degli Stati Atlantici Africani, che vedrà la partecipazione dei capi della diplomazia e dei rappresentanti di quasi tutti i Paesi africani che si affacciano sull’Oceano Atlantico, è il risultato di un paziente lavoro diplomatico. In tutto, è prevista la partecipazione di 21 dei 23 Paesi del continente che si affacciano sull’Oceano Atlantico. Parte importante, addirittura essenziale, del continente, la costa atlantica dell’Africa è ancora trascurata e non è oggetto di alcun coordinamento tra i Paesi che la costeggiano. “Eppure concentra la maggior parte delle ricchezze dell’Africa, a partire dal petrolio, di cui sono ricchi paesi come la Nigeria, il Gabon e la Guinea-Bissau, ad esempio. La costa atlantica africana concentra anche la maggior parte della demografia del continente e il suo maggior potenziale, soprattutto in termini di turismo”, spiega una fonte ben informata, che ha chiesto l’anonimato.

La costa atlantica africana rappresenta anche le maggiori sfide che il continente deve affrontare, in termini di sviluppo ma anche di demografia e di lotta contro diversi pericoli come il terrorismo e la pirateria. “È semplicemente la metà dell’Africa che non è soggetta ad alcuna strutturazione”, riassume la nostra fonte. Una prima volta: il Marocco ospita la riunione di fondazione di un’alleanza atlantica africana. L’incontro di Rabat vuole quindi essere un mezzo per colmare questa mancanza, creando uno spazio federativo per questi Paesi. Il “processo di Rabat”, sviluppato attorno a tre assi principali: “Dialogo politico, sicurezza e protezione”, “Economia blu e connettività” e “Ambiente ed energia”, permetterà di mettere in moto questa dinamica.

Oltre alla necessaria armonizzazione delle azioni in un’area chiamata a svolgere un ruolo di primo piano nel continente, con progetti come il gasdotto Marocco-Nigeria e il porto atlantico di Dakhla, l’iniziativa sarà anche un quadro di riferimento per un’azione concertata per combattere le minacce che gravano sulla regione. “Sarà anche un modo per presentare un’Africa atlantica unita”, ha sintetizzato questo interlocutore.

Mentre l’Alleanza Nord Atlantica (NATO) ha strutturato l’emisfero settentrionale dell’Atlantico, nella parte meridionale di questo vasto oceano resta ancora tutto da fare. I Paesi africani che si affacciano sull’Atlantico inaugurano così una futura strutturazione auspicata per l’Atlantico meridionale. Una riflessione simile è in corso anche nei Paesi del Sud America. Si potrebbe anche sognare, a lungo termine, un’alleanza sud-atlantica che riunisca i Paesi africani e sudamericani. Per quanto riguarda l’Africa, le basi sono già state gettate con questo primo incontro, che successivamente darà vita a un processo di incontri annuali, organi di coordinamento, commissioni tematiche e un segretariato generale, che potrebbe essere istituito a Rabat. Il principio guida di questo atto costitutivo è quello di offrire un quadro federativo ai Paesi dell’Africa Atlantica e di creare una piattaforma al servizio del continente e del popolo africano.

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