Il prossimo 5 maggio sono in palio oltre 4 mila seggi in Inghilterra

Il destino politico di Boris Johnson potrebbe essere deciso la settimana prossima, quando gli elettori daranno il loro verdetto sul premier alle elezioni amministrative del 5 maggio, con oltre 4mila seggi in palio in Inghilterra. Le previsioni sono di un crollo del partito conservatore, che sotto la guida di Johnson e trainato dall’entusiasmo di una Brexit appena conclusa aveva stravinto le ultime elezioni politiche nel dicembre 2019.

La situazione è molto cambiata da allora. Il premier, già criticato per una gestione caotica della pandemia, negli ultimi mesi è stato travolto dal cosiddetto ‘partygate’, lo scandalo sulle feste illecite a Downing Street durante il lockdown. Oggi, nell’ultima sessione del Parlamento prima del voto, Johnson si è mostrato battagliero come al solito, impegnandosi a combattere fino all’ultimo voto. In un animato scontro verbale con il leader dell’opposizione laburista Keir Starmer, e tra le urla di sostegno dei suoi sostenitori, il premier ha minimizzato l’importanza dello scandalo, dichiarando che il suo governo sta “concentrandosi sulle priorità della gente e aiutando le famiglie con l’aumento del costo della vita”.

La polizia, che sta conducendo l’indagine sul partygate, ha multato Johnson per aver partecipato a una festa di compleanno in suo onore nel giugno 2020 con una trentina di invitati, quando all’epoca erano vietati raduni di più di due persone. Diventato il primo ministro in carica ad avere violato la legge, Johnson ora dovrà anche affrontare l’indagine di una commissione parlamentare. Il premier infatti è accusato di avere ripetutamente mentito al Parlamento quando ha negato di avere partecipato a feste. Se fosse dimostrato che ha violato il codice ministeriale, le regole prevedono che rassegni immediatamente le dimissioni.

Secondo i sondaggi lo scandalo ha danneggiato la reputazione di Johnson agli occhi degli elettori, per il fatto che il premier e i suoi collaboratori sembrano aver violato quelle rigide regole che loro stessi avevano imposto ai cittadini. La polizia ha concesso una tregua a Johnson, assicurando che non imporrà altre multe fino a dopo il 5 maggio per non influire sull’andamento delle elezioni. Johnson ha perso molti consensi all’interno del suo stesso partito e alcuni ex fedelissimi hanno preso le distanze. Un risultato negativo alle urne potrebbe essere la fatidica goccia che fa traboccare il malcontento portando a un voto di fiducia, che deve essere richiesto da almeno 54 deputati.

Tre fattori però giocano a favore del premier: il primo è il ruolo di statista internazionale che ha assunto Johnson dall’inizio della guerra in Ucraina, prendendo una posizione decisa, consolidando uno stretto rapporto con il presidente Zelensky e inviando aiuti e armi per la resistenza all’invasione. Il secondo fattore è che si tratta di amministrative e molti elettori quindi potrebbero votare su questioni locali, premiando chi gestisce bene la raccolta dei rifiuti o chi mantiene meglio le strade. Il terzo vantaggio è che non c’è un ovvio successore: ‘Johnson il mattatore’ ha dominato il partito, relegando gli altri potenziali candidati a semplici comparse.

Dopo i fuochi d’artificio del dibattito di oggi, domani il Parlamento chiuderà i battenti fino a dopo il voto per dare tempo ai deputati di fare campagna elettorale nelle loro circoscrizioni. “Il 5 maggio votate per i Tories”, ha detto Johnson oggi nel suo ultimo intervento a Westminster: un invito che è anche una speranza.

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata