Nel suo primo discorso ufficiale sullo Stato dell’Unione il presidente americano Joe Biden ha attaccato duramente Vladimir Putin da lui definito “un dittatore russo” che ha “seminato violenza e coas”. Davanti al Congresso statunitense, per la prima volta riunito senza l’obbligo di usare la mascherina contro il Covid, il capo della Casa Bianca ha lanciato un appello all’unità globale, contro l’aggressione di Mosca. “In questa lotta, il presidente Zelensky ha detto nel suo discorso al Parlamento europeo ‘La luce vincerà sull’oscurità’. Alzatevi in piedi e inviate un segnale inequivocabile all’Ucraina e al mondo”, ha detto Biden iniziando il suo discorso con una dimostrazione di solidarietà verso il popolo ucraino.
Parole che hanno avuto come risposta una standing ovation bipartisan dai membri del Congresso molti dei quali indossavano i colori blu e giallo a sostegno dell’Ucraina. Altro lungo applauso è stato dedicato dai presenti a una degli ospiti d’onore del presidente, l’ambasciatrice di Kiev a Washington, Oksana Markarova. “Noi, gli Stati Uniti d’America, siamo con il popolo ucraino”, ha aggiunto Biden rivolgendosi direttamente a lei.
Secondo Biden “il presidente russo Vladimir Putin ha sbagliato i calcoli presumendo che l’Occidente e la Nato non avrebbero risposto a un’invasione dell’Ucraina”. L’ex vice di Obama ha poi definito “premeditata e non provocata” l’invasione delle truppe di Mosca aggiungendo che dal Cremlino hanno “rifiutato gli sforzi diplomatici”. “La libertà prevarrà sempre sulla tirannia”, ha ribadito Biden che ha poi aggiunto: “Sei giorni fa, Putin ha cercato di scuotere le fondamenta stesse del mondo libero, pensando di poterlo piegare ai suoi modi minacciosi. Ma ha sbagliato i calcoli”, ha spiegato. “Invece, ha incontrato un muro di forza che non aveva mai previsto o immaginato. Ha incontrato il popolo ucraino”.
L’inquilino della Casa Bianca, raccogliendo il consenso dei presenti, ha lanciato un messaggio di unità e mobilitazione contro l’aggressore russa diretto sia agli Usa che al mondo intero. “Ecco perché la Nato è stata creata, per garantire pace e stabilità in Europa dopo la Seconda guerra mondiale”, ha ricordato Biden sottolineando che “gli Stati Uniti sono membri insieme ad altre 29 nazioni”.
Durante il suo discorso il 46° presidente americano ha annunciato due nuove misure nei confronti di Mosca. Da una parte la chiusura dello spazio aereo americano per i voli commerciali provenienti dalla Russia, seguendo l’esempio degli alleati europei. Dall’altra il prelievo di 30 milioni di barili di petrolio dalle riserve strategiche di Washington. Una misura questa, adottata di concerto ad altri 30 Paesi del mondo che hanno contribuito con altrettanti milioni di barili, per un totale di 60 milioni da mettere a disposizione delle economie più in difficoltà.
Durante il suo lungo discorso c’è stato spazio anche per una gaffe. Il presidente americano, lodando la resistenza degli ucraini davanti all’aggressione russa li ha erroneamente chiamati “iraniani”. “Putin può circondare Kiev con i carri armati, ma non conquisterà mai il cuore e l’anima del popolo iraniano”, ha detto Biden mentre alle sue spalle si vede distintamente la sua vice, Kamala Harris, scandire sielenziosamente la parola “ucraini”, quasi a voler correggere il capo della Casa Bianca. La gaffe non è passata inosservata, diventando immediatamente virale.
Messo da parte il capitolo sulla guerra in Ucraina, Biden è passato a parlare dei temi che riguardano più strettamente l’America e i suoi cittadini. Dall’inflazione ai posti di lavoro, dalle infrastrutture al welfare: “Un modo per combattere l’inflazione è ridurre i salari e rendere gli americani più poveri. Penso di avere un’idea migliore per combattere l’inflazione. Abbassare i costi, non i salari”, ha spiegato Biden la cui idea di base è quella di aumentare la produzione in terra americana. “Produrre più automobili e semiconduttori in America. Più infrastrutture e innovazione. Più merci che si spostano più velocemente e a buon mercato”, ha spiegato il 79enne secondo cui bisogna “smetterla di fare affidamento su catene di approvvigionamento estere”.