Il fondatore dell'organizzazione di volontariato ‘BUR. Building Ukraine Together’ sull’ingresso nell’Ue: “Non lasciate che un tiranno ribalti una democrazia”
“Le sirene suonano regolarmente e dobbiamo nasconderci nei bunker. Al momento a Lviv non stanno bombardando, a Kharkiv e Kiev sì”. A spiegare la situazione in Ucraina in questo momento a LaPresse è il 31enne ucraino Yurko Didula, che si trova nella città di Lviv, nell’ovest del Paese. Nel 2014 viveva negli Stati Uniti, ma quando è esploso il conflitto ha deciso di tornare per combattere e unirsi ai battaglioni armati. Poi, ha aiutato a fondare l’organizzazione di volontariato ‘BUR. Building Ukraine Together’. “C’era già tantissima gente che si era aggiunta ai battaglioni. Decisi che c’erano altre esigenze, altre persone che avevano bisogno di noi: prendemmo la via degli aiuti umanitari e del volontariato”. L’organizzazione ha iniziato ricostruendo case distrutte ed è poi diventata un movimento nazionale con centinaia di volontari coinvolti.
Didula spiega ora che “la situazione è intensa ma lo spirito è alto”. Secondo lui, “le persone in Ucraina sono unite come non lo sono mai state. Ogni persona è coinvolta nell’aiutarci a vincere. Noi come organizzazione ospitiamo rifugiati, costruiamo barricate, distribuiamo munizioni e aiuti umanitari”.
Da Lviv la richiesta: vogliamo entrare nell’Ue
Quando gli si chiede se anche la popolazione civile sta combattendo risponde: “Certo, è una vera guerra. Combattono donne e uomini, giovani e vecchi. Lo stanno facendo con coraggio per una ragione molto semplice: difendiamo la nostra casa. Crediamo nel nostro diritto di vivere in un Paese indipendente, con una cultura e una libertà incredibili. Sembra sia troppo per Vladimir Putin l’avere come vicino una democrazia del genere”. Lo stesso Putin che Didula definisce “un tiranno”, chiedendo all’Occidente di aiutare a combatterlo. “Non si può permettere di rovesciare un governo democratico”. Come? “Vogliamo entrare nell’Unione Europea e ci entreremo. Abbiamo fatto ieri la richiesta e speriamo che l’Europa ci supporti. Stiamo combattendo per la nostra libertà ma anche per la libertà dell’intero mondo civilizzato”. Le domande per il mondo Occidentale sono tante: chiedere agli Usa di imporre un bando totale al commercio con la Russia, chiedere alle Corti internazionali di condannare Putin per crimini contro l’umanità (cosa chiesta anche dal presidente ucraino Zelensky), inviare supporto militare. Chiede anche di imporre sanzioni sul tema energetico, provando a “diversificare allontanandosi dal gas russo”. Un obiettivo espresso oggi dal premier italiano Mario Draghi nella sua comunicazione alla Camera, anche se non semplice da raggiungere.
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