Via libera alla possibilità per le cliniche di presentare ricorso
La Corte Suprema degli Stati Uniti ha lasciato in vigore la contestata legge del Texas, che limita ampiamente l’aborto, aprendo però alla possibilità che le cliniche presentino ricorso. La decisione è stata accolta con sgomento dai sostenitori del diritto all’aborto, secondo cui il risultato, limitando i funzionari statali che possono essere citati in giudizio, non ha fornito un percorso per bloccare efficacemente la legge. “La Corte Suprema ha essenzialmente dato il via libera allo schema cinico del Texas e ha impedito ai tribunali federali di bloccare una legge incostituzionale”, ha affermato su Twitter il Center for Reproductive Rights, che rappresenta le cliniche del Texas.La Corte ha deciso più di un mese dopo aver ascoltato le argomentazioni sulla legge che rende illegale l’aborto da quando è possibile rilevare l’attività cardiaca nell’embrione. Questo accade circa alla sesta settimana di gravidanza, quando alcune donne neanche si accorgono di essere incinte, e non sono previste eccezioni per stupro o incesto.
La legge è in vigore dal 1 settembre. Il risultato è nella migliore delle ipotesi solo una vittoria parziale per le cliniche per l’aborto. Lo stesso giudice federale, che ha già bloccato una volta la legge, quasi sicuramente sarà chiamato a farlo di nuovo. Ma poi la decisione sarà riesaminata dalla Corte d’Appello, che ha votato già due volte per consentire l’applicazione del divieto di aborto. Il caso potrebbe quindi tornare ai giudici della Corte Suprema ma finora non si è arrivati a cinque voti, su nove membri, necessari per sospendere la legge.”La Corte avrebbe dovuto porre fine a questa follia mesi fa, prima che la legge entrasse in vigore. Non ci è riuscito allora, e fallisce di nuovo oggi”, ha scritto la giudice Sonia Sotomayor in un parere separato rispetto ai colleghi della Corte.
La decisione sulla legge del Texas sembra suggerire l’orientamento della Corte su un’altra normativa che prevede la stretta sull’interruzione di gravidanza, quella del Mississippi. La decisione non arriverà prima della primavera. La legge del Texas ha imposto i limiti all’aborto più restrittivi nella nazione da quando la Corte Suprema ha dichiarato per la prima volta il diritto di interrompere la gravidanza nella storica sentenza Roe v. Wade del 1973. Uno studio pubblicato da ricercatori dell’Università del Texas ha rilevato che, nel primo mese dall’entrata in vigore della legge, il numero di aborti in tutto lo stato è diminuito del 50% rispetto a settembre 2020. Lo studio si basa sui dati di 19 delle 24 cliniche per aborti dello Stato. Secondo uno studio separato del Guttmacher Institute, i residenti del Texas che hanno lasciato lo stato per abortire hanno dovuto viaggiare anche ben oltre gli stati vicini, dove le cliniche non riescono a gestire l’aumento del numero dei pazienti.
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