Secondo i giudici della Terza Corte d’assise di Roma gli atti devono tornare al gup

Battuta d’arresto in apertura del processo per la morte di Giulio Regeni . Secondo i giudici della Terza Corte d’assise di Roma gli atti devono tornare al gup. Gli imputati sono i quattro appartenenti ai servizi segreti egiziani: sono tutti accusati di sequestro, e uno di loro risponde anche delle sevizie e dell’uccisione del giovane. 

La delusione della famiglia del giovane ricercatore friulano ucciso nel gennaio del 2016. “Prendiamo atto con amarezza di questa decisione, che purtroppo premia l’ostruzionismo, l’arroganza e la prepotenza egiziana”, ha detto l’avvocata Alessandra Ballerini, legale della famiglia Regeni. “È solo una battuta d’arresto, non ci siamo mai fatti fermare in 5 anni e mezzo e non ci arrendiamo certo ora. Si torna indietro di qualche mese, ma si ricomincerà con tutte le formalità richieste. Pretendiamo dalla nostra giustizia che chi ha sequestrato, torturato e ucciso Giulio non resti impunito e sappiamo che presto o tardi la nostra pretesa avrà soddisfazione”. “Chiedo a tutti voi- dice rivolgendosi ai giornalisti -, visto che è stata ribadita l’importanza di rendere noto che c’è questo processo, di dire i nomi dei quattro imputati e ribaditeli ogni volta che parlate di Giulio e di questo processo. Vi prego di fare nomi degli imputati, così che non possano dire che non sapevano”.

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