Il leader dei 'ribelli' Massoud: "La resistenza continua"
I talebani hanno annunciato di aver preso il controllo dell’ultima roccaforte di resistenza in Afghanistan, la valle del Panshir. Testimoni nella regione a nord di Kabul hanno raccontato che migliaia di combattenti estremisti sono entrati in otto distretti nel corso della notte, mentre centinaia di famiglie fuggivano in cerca di rifugio sulle montagne. “Abbiamo tentato di risolvere il problema con i negoziati, ma hanno respinto i colloqui e quindi abbiamo dovuto inviare i combattenti”, ha detto il portavoce dei talebani, Zabihullah Mujahid, rivendicando il controllo della regione e la sconfitta delle forze della resistenza.
Questa è capeggiata dall’ex vice presidente Amrullah Saleh e da Ahmad Massoud, figlio dell’iconico combattente anti-talebano Ahmad Shah Massoud, noto come ‘Leone del Panshir’. Un nuovo duro colpo era già arrivato domenica con la morte del portavoce del Fronte di resistenza, Fahim Dashti. Tanto che Massoud si era detto pronto a mettere fine ai combattimenti, purché i talebani fermassero gli attacchi. Poi, in una nuova dichiarazione, ha accusato i talebani di aver attaccato nonostante la proposta, promesso di continuare a combattere e lanciato un appello alla “rivolta nazionale”. Si è anche scagliato contro le potenze internazionali, accusandole di aver dato legittimità ai talebani.
Situata tra le imponenti montagne dell’Hindu Kush, la valle del Panshir ha un solo stretto accesso. Qui i combattenti locali tennero testa ai sovietici negli anni ’80 e, poi, ai talebani, proprio sotto la guida di Massoud, ucciso pochi giorni prima degli attentati dell’11 settembre. Gli esperti da giorni si dicono dubbiosi sulla capacità della resistenza di tenere a lungo, dopo che l’avanzata dei talebani verso Kabul non era stata quasi per nulla contrastata, nel contesto del ritiro delle truppe straniere. Gli Usa hanno concluso il ritiro una settimana fa, mettendo fine anche all’evacuazione di cittadini ‘occidentali’ e alleati afghani, in uno scenario di disperazione ed estrema violenza. Mentre il caos all’aeroporto era fortissimo, un attentatore suicida dello Stato islamico aveva anche preso di mira la folla, uccidendo 169 afghani e 13 soldati statunitensi.
Molti afghani ancora sperano di poter fuggire, ma l’aeroporto di Kabul non opera voli internazionali. Sugli Usa c’è pressione perché evacui gli statunitensi rimasti e i possessori di Green card, dopo la promessa di lavorare con i talebani per farli uscire dal Paese. Gli Usa hanno anche aiutato una famiglia di quattro cittadini Usa a lasciare il Paese via terra, secondo funzionari statunitensi, per la prima volta. Nel frattempo, i talebani hanno promesso che chiunque disponga dei documenti necessari potrà lasciare l’Afghanistsan. Grande lo scetticismo internazionale sul loro impegno, dopo che hanno genericamente affermato che governeranno in modo più moderato rispetto ai ’90, quando l’estrema interpretazione della sharia limitò i diritti umani, in particolare delle donne.
Intanto, il portavoce Mujahid ha annunciato che “entro alcuni giorni” arriverà l’annuncio del nuovo governo. Ha parlato genericamente di “inclusività” e quando gli è stato domandato dei diritti delle donne, ha sostenuto che queste potranno tornare al lavoro. Per ora, ha sostenuto, sarebbe loro impedito di lavorare e uscire di casa se non accompagnate da un ‘tutore’ maschio per non precisati “motivi di sicurezza”. Nel frattempo, decine di donne sono tornate a sfidare gli estremisti nelle strade di Mazar-e-Sharif, nel nord. I talebani le hanno minacciate e insultate, secondo Bbc, dopo che domenica una protesta simile era stata bersagliata da gas lacrimogeni e spray al peperoncino.
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