Il Mediterraneo sembra essere al sicuro da eventi di portata catastrofica

Gli uragani potrebbero minacciare presto anche i cittadini europei. Con il cambiamento climatico in corso non è infatti escluso che questi fenomeni tocchino anche il Nord Europa. Magari non violenti come quelli che si abbattono sugli Stati Uniti, dove in Louisiana Ida sta provocando danni “peggiori di Katrina”, riferisce all’Ap il capo della polizia di Grand Isle. 

Ida si è infatti abbattuto ad una velocità di 277 chilometri all’ora sull’isola e ha distrutto la metà delle abitazioni del posto.
“Gli uragani – spiega a LaPresse Antonello Pasini, fisico del clima del Cnr, si stanno espandendo verso il Nord Europa. Nascono in fascia tropicale, ma c’è il rischio che con i venti qualcuno finisca sulle coste nord-europee. Con minore violenza, certo, dei mini-uragani, perché a quelle latitudini l’acqua è più fredda”. In particolare, potrebbero essere a rischio “le coste dell’Inghilterra, dell’Irlanda, della Francia, e del Portogallo”, mentre l’Italia sembra fortunatamente estranea a questo scenario. Ma anche il nostro Paese – aggiunge l’esperto – “rischia di essere colpito da precipitazioni e trombe d’aria sempre più intense. Una sorta di ‘super-tornado'”.

Il Mediterraneo sembra essere al sicuro da eventi di portata catastrofica. Anche se, spiega Pasini, “esistono già degli uragani mediterranei, i ‘medicanes’, una contrazione di Mediterranean Hurricanes, che sono vortici di nuvolosità, di venti e di precipitazioni semplicemente più piccoli di quelli che nascono nella parte equatoriale e tropicale dell’oceano atlantico. Le acque del Mediterraneo sono infatti meno calde e gli uragani hanno bisogno di più spazio sottomarino caldo per raggiungere le dimensioni di quelli oceanici. E il Mediterraneo è troppo piccolo”.

Tra i fenomeni meteorologici estremi, nel Mediterraneo non sono però meno rischiosi i tornado, “fenomeni più locali, più piccoli degli uragani ma ugualmente pericolosi. E su queste trombe d’aria influisce molto la temperatura del mare – aggiunge Pasini – Se questa sale, il rischio di tornado aumenta, e in particolare di quelli violenti”.
Il futuro non promette nulla di buono. “E’ difficile prevedere quello che avverrà. Certo, i fenomeni che vediamo oggi si intensificheranno. L’intenzione è quella di stabilizzare la temperatura, non di ridurla: i danni che abbiamo oggi ce li teniamo. Dipende molto – conclude Pasini – da come riusciremo a contenere la temperatura. Oltre alla mitigazione, per ridurre il cambiamento climatico, serve dunque lavorare anche sull’adattamento, per preparare i territori a fronteggiare i rischi crescenti, come i ‘super tornado’, i temporali violenti e le alluvioni lampo in cui possono cadere 200 millimetri di pioggia in 12 ore”.

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