L'appello alla comunità internazionale: "il mondo resti unito per aiutare il nostro popolo"

(LaPresse) “Con un occhio sto ridendo e sono felice con l’altro sono triste: come se metà del mio corpo fosse in lutto e l’altra metà no perché lei è una ma come lei ci sono altre milioni di persone”. Lo dice commosso, in lacrime, Ahmed Hamadi ristoratore italiano di origini aghane all’aeroporto di Fiumicino, in attesa del volo ponte militare che questa mattina porterà in Italia la sorella Zara, attivista per i diritti delle donne, insieme ad altri civili e collaboratori afghani tra cui alcuni medici della Fondazione Veronesi. “Sono felice di quanto sta facendo il governo italiano e lo staff italiano a Kabul. La comunità internazionale deve restare unita per trovare una soluzione” per il popolo afghano.

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