Il premier Ariel Henry ha dichiarato lo stato d'emergenza per un mese
È una corsa contro il tempo quella per tentare di salvare i sopravvissuti ancora sotto le macerie causate dal potente terremoto che sabato ha colpito Haiti, mentre la tempesta tropicale Grace si avvicina. I morti sono almeno 1.297, il numero dei dispersi è sconosciuto. E la depressione tropicale è attesa proprio sulle aree più colpite dal sisma, con previsione di pesanti piogge e rischio di frane. Una situazione che, oltre a creare nuovi pericoli per la popolazione, potrebbe ostacolare i soccorsi per il terremoto, mentre molte strade sono inagibili. Haiti era già in forte difficoltà, tra la pandemia del Covid-19, la violenza delle gang, la povertà sempre più grave e l’incertezza politica seguita all’assassinio, il 7 luglio scorso, del presidente Jovenel Moise.
Secondo le autorità, almeno 7mila abitazioni sono state distrutte e 5mila danneggiate dal terremoto, con 30mila famiglie rimaste senza casa. Distrutti, o pesantemente danneggiati, anche ospedali, scuole, uffici. Almeno 5.700 persone sono state ferite. Aiuti sono arrivati dall’estero, con squadre di soccorso anche da Usa, Cile e Cuba. La situazione peggiore è stata quella registrata nella regione sudoccidentale di Haiti, nei pressi di Les Cayes. L’epicentro del sisma è stato a circa 12 chilometri da Saint-Louis du Sud, secondo il servizio meteorologico Usa, ma le scosse sono state percepite fino alla capitale Port-au-Prince, a 125 chilometri di distanza, e nei Paesi vicini.
Il premier Ariel Henry ha dichiarato lo stato d’emergenza per un mese, chiedendo alla popolazione di mostrare solidarietà, mentre la memoria va al devastante sisma del 2010 in cui morirono oltre 200mila haitiani e i danni furono enormi, e mai del tutto sanati. Ma il dramma potrebbe peggiorare dall’arrivo di Grace, nella notte tra lunedì e martedì, mentre la tempesta si sposta a 55 chilometri orari. La protezione civile ha previsto forti venti e piogge, mare agitato. Il centro uragani ha avvertito di possibili allagamenti lampo e frane.
La direttrice esecutiva dell’Unicef, Henrietta Fore, ha descritto i bisogni umanitari come acuti, con molte persone bisognose di cure mediche, acqua potabile e rifugio, mentre tanti bambini sono soli dopo aver perso i familiari. Facendo riferimento al sisma del 2010, ha detto: “Dopo poco più di un decennio, Haiti è sconvolta di nuovo. Questo disastro coincide anche con l’instabilità politica, la crescente violenza delle gang, allarmanti tassi di malnutrizione infantile, la pandemia del Covid-19 per cui Haiti ha ricevuto appena 500mila dosi, nonostante ne abbia chieste molte di più”.
© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata