Così Sergio Romano, ex ambasciatore italiano a Mosca, ha definito la decisione della Russia di espellere il diplomatico italiano Curzio Pacifici

“Una guerra dei dispetti”. Così Sergio Romano, ex ambasciatore italiano a Mosca – intervistato da LaPresse – ha definito la decisione della Russia di espellere il diplomatico italiano Curzio Pacifici (e non Claudio, come diffuso stamattina) in risposta alle “azioni ostili e ingiustificate delle autorità italiane” per il caso Biot.

Il riferimento è, appunto, alla decisione di Roma di allontanare due diplomatici sovietici per il caso di spionaggio in cui è stato coinvolto il nostro ufficiale di Marina, Walter Biot, arrestato lo scorso marzo dai carabinieri del Ros mentre vendeva documenti segreti a degli agenti russi.

Per la Farnesina una decisione appresa con “profondo rammarico”, e arrivata solo con “un preavviso di 24 ore”. La decisione, secondo il ministero degli Esteri è “infondata e ingiusta”, perché considerata una “ritorsione ad una legittima misura presa dalle Autorità italiane a difesa della propria sicurezza”.

La ritorsione russa, comunque, non è arrivata del tutto inaspettata. In molti si attendevano una mossa del genere: è, infatti, una prassi piuttosto frequente rispondere con un’espulsione ad un’altra espulsione di pari grado. “Una guerra dei dispetti” appunto. “Che non porterà da nessuna parte”. Commenta Sergio Romano, dopo l’espulsione dell’attache per la Difesa e gli Affari navali dell’ambasciata italiana. Romano ha spiegato che “siamo entrati in una fase di battaglie vane, che però finirà non appena una delle due parti deciderà di non pregiudicare ulteriormente i rapporti. L’ideale – ha suggerito – sarebbe un incontro in territorio neutro. Nessuna delle due parti oserebbe non presentarsi, perché questo creerebbe un forte disagio negli equilibri. Ad ogni modo sono convinto che la situazione si sbloccherà presto perché non gioverebbe a nessuno pregiudicare i rapporti” ha concluso.

Nel frattempo, l’ambasciatore italiano a Mosca, Pasquale Terraciano, è stato convocato al ministero degli Esteri. Intanto è stato fissato per il 15 aprile il riesame per Walter Biot: l’obiettivo del suo legale Roberto De Vita, è quello di mitigare la misura cautelare decisa dal gip lo scorso 31 marzo, quando l’ufficiale della Marina è stato portato nel carcere militare di Santa Maria Capua Vetere. Secondo il suo legale non sussisterebbe il pericolo di reiterazione del reato e di inquinamento delle prove.

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