La cancelliera revoca i giorni di vacanza aggiuntivi: "Idea con buone intenzioni ma non attuabile in tempi così brevi"
La cancelliera tedesca Angela Merkel ha fatto un’inaspettata marcia indietro sulla stretta prevista per la Pasqua, annunciata al termine del vertice di lunedì con i Laender. Dopo un nuovo confronto con i governatori, convocato velocemente in mattinata, la leader ha annunciato in conferenza stampa la revoca del lockdown rigido, previsto dal 1 al 5 aprile, affermando che è stato un suo “errore” e che per questo chiede scusa a tutti i cittadini.
La decisione di chiudere tutti i negozi per cinque giorni, compresi i supermercati (che sarebbero rimasti aperti solo sabato 3) ha scatenato forti polemiche da parte di imprenditori ma anche epidemiologi e membri dello stesso partito di Merkel, la Cdu. Al centro delle critiche il timore di una corsa ai supermercati con un conseguente aumento di code e affollamenti, e la mancanza di una discussione pubblica sulla misura prima della sua adozione.
“L’idea di una chiusura di Pasqua è stata elaborata con le migliori intenzioni, perché dobbiamo urgentemente riuscire a rallentare e invertire la terza ondata della pandemia”, ha detto Merkel in conferenza stampa, “tuttavia, era un errore”, ed è “solo mio” questo sbaglio, ha aggiunto assumendosi la responsabilità della scelta. “Un errore deve essere chiamato tale, e soprattutto deve essere corretto, se possibile, in tempo”, ha continuato la cancelliera, “so che tutta questa faccenda innesca maggiore incertezza, me ne rammarico profondamente e chiedo scusa a tutti i cittadini”.
I casi di Covid-19 in Germania sono aumentati di nuovo mentre nel Paese continua a diffondersi la variante più contagiosa del coronavirus, rilevata per la prima volta nel Regno Unito. Il tasso di infezione nel Paese resta comunque inferiore rispetto a quello registrato in Stati come Italia, Francia o Polonia, anche se gli esperti hanno avvertito che un fallimento nel contenimento dei contagi potrebbe portare a un’impennata ad aprile con un conseguente sovraccarico di pazienti per gli ospedali.
Durante la prima ondata la Germania è stata vista come un modello da seguire nella gestione della pandemia per il basso numero di casi e, soprattutto, di decessi. Ma dallo scorso autunno la situazione è cambiata. I contagi sono aumentati e lo scontento della popolazione è cresciuto tra la lentezza della campagna vaccinale e le misure restrittive imposte. Non solo, il partito di Merkel, la Cdu, insieme alla gemella bavarese Csu, sono stati travolti da uno scandalo legato alla fornitura delle mascherine per il quale due parlamentari hanno abbandonato i partiti. Le irregolarità hanno anche coinvolto il ministro della Salute Jens Spahn, accusato di aver ordinato oltre mezzo milione di mascherine alla società Burda GmbH, di cui il marito, Daniel Funke, è capo dell’ufficio di rappresentanza a Berlino.
Cdu-Csu stanno continuando a perdere consensi. I conservatori hanno subito una pesante sconfitta nelle elezioni in Baden-Wuerttemberg e Renania-Palatinato nei giorni scorsi, e, secondo l’ultimo sondaggio di Forsa, citato dal Guardian, i due partiti sarebbero al 26% dei consensi, con un calo di oltre 10 punti percentuali rispetto allo scorso anno. Un crollo che non fa ben sperare per i conservatori alle prossime elezioni politiche, in programma per il 26 settembre, quando a guidarli non ci sarà più Merkel, che lascerà la guida del Paese dopo 16 anni.
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