(LaPresse) – “Qualsiasi irragionevole fake news per le autorità diventa una buona scusa per prendersela con il movimento e con le proteste”. Lo ha detto l’attivista pro-democrazia di Hong Kong Joshua Wong in un’intervista rilasciata al programma italiano ‘#Fake – la fabbrica delle notizie’, in onda sul Nove, prima di essere condannato a una pena detentiva di 13 mesi e mezzo per aver organizzato e partecipato a una protesta anti-governativa nel 2019. “Sono stato arrestato 10 volte e sono finito in galera 4 volte”, ha detto Wong uscendo da un’aula di tribunale, “la Cina vuole sempre manipolare l’opinione pubblica, i giornali hanno scritto che ero un agente della Cia o che ero stato addestrato dalla marina americana. Questa è una fake news messa in giro dalla fazione pro-Pechino”, ha detto l’attivista, raccontando di aver iniziato la sua militanza a 14 anni, quando ha visto che le autorità volevano fare “il lavaggio del cervello agli studenti delle scuole superiori. “Il mio telefono personale è stato hackerato, le autorità volevano registrare le conversazioni di noi attivisti. A Hong Kong la privacy esiste solo in teoria”, ha aggiunto Wong.

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