Il Presidente smentisce di voler cacciare il consulente del Governo e rivendica l'efficacia della propria gestione della crisi 

 Negli Stati Uniti le vittime di Coronavirus hanno superato quota 22mila. Nel solo stato di New York ne sono state registrate 10 mila. 'Il peggio è passato', ha detto in conferenza stampa il governatore di NY Andrew Cuomo, sottolineando che i decessi nelle ultime 24 ore sono diminuiti e la curva dei contagi adesso è piatta. Ma ora è il momento di "agire con intelligenza", è stato il monito di Cuomo nei giorni in cui negli Stati Uniti si parla di un graduale allentamento delle misure restrittive e di una ripresa delle attività. Sulla riapertura "la decisione arriverà a breve", ha scritto il presidente Donald Trump su Twitter, sottolineando che l'ultima parola spetta a lui e "non ai governatori degli Stati, come riportato erroneamente dai media". Il tycoon sta provando a difendersi dai continui attacchi che l'amministrazione sta ricevendo sulla gestione della pandemia. In particolare Trump sembra non aver digerito le dichiarazioni pubbliche rilasciate dal massimo esperto di malattie infettive e consulente del governo Usa, Anthony Fauci. L'immunologo ha infatti detto apertamente che se le misure restrittive fossero state adottate prima, si sarebbero salvate molte vite. "Ho subito stoppato gli arrivi dalla Cina", è stata la risposta di Trump, che ha così rivendicato l'azione tempestiva del governo nell'arginare la pandemia. Il presidente ha poi condiviso il tweet di una ex candidata repubblicana al Congresso Usa, Deanna Lorraine, contenente il poco velato hashtag "Time to #FireFauci", è tempo di licenziare Fauci. Fonti vicine alla Casa Bianca hanno riferito alla Cnn che Trump è parecchio irritato per l'atteggiamento dell'immunologo, considerato vicino alla famiglia Clinton, e ora sta cercando di "metterlo a disagio". Ma, in una nota ufficiale, la Casa Bianca ha smentito che Trump voglia effettivamente silurare Fauci. Intanto è arrivata la notizia dalla marina militare Usa del primo morto di Covid-19 tra l'equipaggio della portaerei USS Theodore Roosevelt, dove sono stati rilevati 600 infetti.

La Cina, primo epicentro della pandemia, si trova ora a fare i conti con i cosiddetti contagi di ritorno. Nelle ultime 24 ore sono stati infatti 108 i nuovi casi confermati nel Paese. Di questi, ben 98 risultano importati. L'allarme ha portato a numerosi episodi di razzismo in particolare contro la comunità africana, accusata di diffondere l'infezione. La pandemia preoccupa anche la Russia che ha registrato un picco dei contagi con oltre 2.500 infetti in un giorno, di cui 1.355 nella sola Mosca. Il bilancio nel Paese è arrivato a un totale di 18.328 contagiati in 82 regioni della federazione. "La situazione del coronavirus in Russia sta cambiando ogni giorno e non per il meglio, la malattia nei pazienti diventa grave", ha ammesso il presidente Vladimir Putin che ha definito "decisive" le prossime settimane per avere un quadro chiaro dell'andamento dell'epidemia nel Paese.

Allarmante risulta anche la situazione dell'Africa. Secondo le ultime statistiche riportate dai Centri africani per il controllo delle malattie, il numero di casi confermati di coronavirus nell'intero continente si sta avvicinando a quota 15mila. Molti Stati hanno imposto misure restrittive non appena hanno registrati i primi casi per evitare che la pandemia porti al collasso i loro sistemi sanitari nazionali già fragili. E, da un prima analisi, sembrerebbe che le misure fino ad ora stiano funzionando e abbiano rallentato i nuovi contagi. Ma il timore è che una carenza di test non permetta di rilevare l'effettiva portata della pandemia nella regione.

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata