Passa invece la proposta di Cooper sulla possibilità di votare su un'opzione di no deal o di rinvio del divorzio

Al termine del dibattito sulla Brexit, la Camera dei Comuni ha bocciato l'emendamento del leader laburista Jeremy Corbyn, che chiedeva la permanenza del Regno Unito nell'unione doganale con l'Ue anche dopo il divorzio presentando di fatto un suo piano alternativo di Brexit, più soft. L'emendamento è stato bocciato per 323 voti contro 240. Corbyn aveva promesso che, in caso di mancata adozione di questo emendamento, il partito si sarebbe orientato verso il sostegno formale a un secondo referendum sulla Brexit per evitare una "Brexit dannosa" come è a suo parere quella voluta dai conservatori o uno scenario di no deal.

Il Parlamento ha anche bocciato (per 324 voti contro 288) l'emendamento presentato dallo Scottish National Party (Snp), che chiedeva al governo di escludere immediatamente una Brexit no deal "in ogni circostanza" e indipendentemente dalla data di uscita dall'Ue. È stato invece approvato l'emendamento del deputato conservatore Alberto Costa, che chiedeva un trattato sui diritti dei cittadini dopo la Brexit indipendentemente dall'esito dei negoziati Londra-Ue; questo emendamento è stato approvato senza un foto formale dal momento che il governo lo aveva già accettato, spiega Sky News.

La Camera dei Comuni ha invece approvato con 502 voti a favore e 20 contrari l'emendamento presentato dalla laburista Yvette Cooper e dal Tory Oliver Letwin che ribadisce gli impegni presi martedì dalla premier britannica Theresa May ovvero che, nel caso in cui il suo piano venga nuovamente respinto nel nuovo voto che si terrà entro il 12 marzo, al Parlamento dovrà essere consentito di votare su un'opzione di no deal o di rinvio del divorzio. L'emendamento era stato presentato prima del discorso di May di martedì e, essendo stato accettato dal governo, adesso di fatto assume il significato di inchiodare la premier agli impegni presi.
 

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