Il governo della Valletta snocciola i dati sulla redistribuzione che secondo il ministro dell'Interno non avrebbe rispettato. Il leghista intanto ribadisce la linea dura: "Porti chiusi"

Finita l'odissea dei migranti che sulle navi Sea Watch e Sea Eye per settimane hanno atteso in alto mare lo sbarco in un porto sicuro, è di nuovo scontro aperto tra Malta e Italia. La Valletta si è detta "sdegnata e sorpresa" per le accuse di Matteo Salvini sulla ridistribuzione dei migranti e il ministro dell'Interno ha prontamente replicato: "Nessuna lezione da Malta, che per anni ha chiuso gli occhi e ha permesso che barchini e barconi si dirigessero verso l'Italia. La musica è cambiata, in Italia si arriva solo col permesso. Abbiamo già accolto anche troppo, che gli altri si sveglino".

La Valletta vuole mettere i puntini sulle i: "Diversi giorni prima di questo caso, Malta aveva coordinato il primo caso di ridistribuzione volontaria Ue dalla nave Lifeline" da cui "l'Italia si era impegnata ad accogliere 50 migranti". "Quando si è verificato questo secondo caso e l'Italia ha richiesto il sostegno per una redistribuzione volontaria intra-Ue di questi migranti, Malta è stata la prima nazione a rispondere promettendo di accogliere dall'Italia, la stessa quote che l'Italia si era impegnata in precedenza ad accogliere da Malta nel caso Lifeline". L'escutivo maltese ricorda inoltre che "la Commissione Europea, che stava coordinando le modalità di queste iniziative di ridistribuzione volontaria, ritiene che sia Malta che l'Italia abbiano rispettato i loro impegni reciproci" e "invita il governo italiano a rivedere I suoi dati e astenersi dal ripeterle in futuro".

Dopo diverse richieste da parte di Malta, spiega il governo della Valletta, "quando gli esperti italiani e maltesi si sono finalmente riuniti per decidere le modalità di attuazione di questi impegni, si è convenuto che poiché entrambi i paesi si erano reciprocamente impegnati a trasferire ed accogliere lo stesso numero di migranti e poiché tali migranti avevano già dovuto affrontare una traversata e un salvataggio difficile, anziché effettuare uno scambio, ognuno dei due paesi avrebbe mantenuto 50 migranti sul propio territorio, rispettando le rispettive quote senza effettuare concretamente lo scambio". Pertanto Malta "ha trattenuto i 50 dalla Lifeline che avrebbero dovuto essere trasferiti in Italia e l'Italia ne ha trattenuti 50 dal caso di Pozzallo che avrebbe dovuto essere trasferiti a Malta". 

Proprio sul ricollocamento Il commissario alle Migrazioni europeo, Dimitris Avramopoulos, si è detto "pronto a incontrare il governo italiano per discutere ogni misura aggiuntiva che possa essere intrapresa per risolvere questo caso".

Intanto il ministro dell'Interno ribadisce la linea dura: "Non ci sarà nessun arrivo in Italia finché l'Europa non rispetterà gli impegni presi (a parole) con l'Italia, accogliendo i 200 immigrati sbarcati in estate tra Pozzallo e Catania che dovevano già essere ricollocati. Il governo è compatto sulla linea rigorosa, porti chiusi, lotta agli scafisti e alle ONG. Aggiungo che ogni nuovo eventuale arrivo dovrà essere a costo zero per i cittadini Italiani. L'immigrazione la gestisce il ministro dell'Interno". E aggiunge "I nostri porti rimangono chiusi, gli sbarchi sono a zero e gli Italiani non pagheranno un euro per altri nuovi arrivi, l'Europa invece si prenderà (con ritardo) le centinaia di immigrati che aveva promesso di accogliere dall'Italia dalla scorsa estate. La battaglia contro scafisti, trafficanti e Ong dei furbetti continua!"

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