Dall'immigrazione al Russiagate, passando per la Corea del Nord
Le elezioni di metà mandato sono considerate un referendum sulla presidenza di Donald Trump. Il magnate repubblicano si è insediato alla Casa Bianca nel gennaio 2017 come 45esimo presidente americano, con la promessa di concretizzare il suo slogan "America First". Ecco alcuni momenti chiave dei suoi primi quasi due anni di presidenza.
IMMIGRAZIONE. Già nella campagna elettorale del 2016 Trump aveva promesso di combattere l'immigrazione con alcune azioni, tra cui la costruzione di un muro al confine con il Messico. Dopo tensioni con Città del Messico – che il presidente voleva si accollasse i costi della costruzione – i lavori per erigere la barriera sono iniziati. Trump ha anche firmato tre ordini esecutivi per impedire agli stranieri musulmani di entrare negli Usa, scatenando una battaglia legale. L'ultimo decreto vietava l'ingresso a chi proveniva da sei Paesi a maggioranza musulmana. Dure polemiche sono scoppiate poi sul trattamento dei bambini migranti, dopo che è emerso che venivano separati dai genitori e rinchiusi in gabbie. Sancita la fine del Daca, il programma dell'era Obama per proteggere i migranti senza documenti arrivati ancora bambini negli Usa, i cosiddetti 'Dreamer', Trump ha di recente promesso di eliminare il diritto di cittadinanza alla nascita, mentre l'ultimo bersaglio è diventato la carovana di cittadini dell'Honduras diretta negli Stati Uniti: definendoli pericolosi, il presidente ha annunciato l'invio di migliaia di soldati al confine.
RAZZISMO E MINORANZE. Dopo le manifestazioni di Charlottesville nell'agosto 2017, in cui un partecipante alla marcia dei suprematisti bianchi uccise una controdimostrante antirazzista, Trump ha dato la colpa a entrambe le parti: e per questo è stato duramente criticato. È anche stato accusato di razzismo dalla ex consigliera Omarosa Manigault Newman, secondo cui il presidente usava la parola "negro", parola tabù negli Usa. Bersaglio finale del magnate, i giocatori dell'Nfl che s'inginocchiano durante l'inno nazionale in protesta contro gli abusi della polizia verso gli afroamericani. Al recente attacco in una sinagoga di Pittsburgh, dove un fanatico nazionalista ha ucciso 11 persone, è stato contestato con l'accusa che la sua retorica dell'odio abbia fomentato la violenza.
RUSSIAGATE. Lo staff della campagna elettorale di Trump è stato accusato di connivenza con la Russia a favore della sua candidatura: il presidente nega parlando di "caccia alle streghe". Le agenzie d'intelligence Usa avevano confermato una campagna informatica russa per influenzare il voto. A marzo 2017 il ministro della Giustizia, Jeff Sessions, si era ricusato dalle indagini, dopo critiche per i suoi contatti con l'ambasciatore russo, e il suo vice, Rod Rosenstein, aveva nominato l'ex direttore dell'Fbi Robert Mueller come procuratore speciale incaricato. Mentre Trump è stato accusato di voler far 'sabotare' le indagini, vari suoi collaboratori sono stati coinvolti nell'inchiesta e varie teste sono 'saltate'. Tra loro, Trump ha licenziato l'ex direttore dell'Fbi James Comey che conduceva le indagini, mentre l'ex capo della campagna elettorale Paul Manafort è stato condannato per frode finanziaria e ora sta collaborando con gli investigatori.
CLIMA. Il 1° giugno 2017 Trump ha annunciato il ritiro dall'accordo sul clima di Parigi, firmato a livello mondiale per contrastare il riscaldamento globale. È stato solo uno dei colpi alle politiche ambientali dell'era Obama, a cui si sono aggiunti vari allentamenti alle restrizioni sull'inquinamento. Vari Stati e imprese si sono opposti, promettendo di mantenere comunque gli impegni di Parigi.
NORD COREA. Trump ha fatto della Corea del Nord un punto focale del suo mandato. Determinato a 'domare' il regime e a far cessare le sue attività militari e nucleari, dopo le minacce e gli insulti con il leader Kim Jong-un, il clima è cambiato: i due si sono incontrati in uno storico vertice a Singapore, il primo dalla guerra del 1950-1953, aprendo a una svolta nella penisola coreana e nelle relazioni internazionali con Pyongyang. Tuttavia, l'impegno alla denuclearizzazione firmato al summit è per ora in stallo.
IRAN. Nel maggio 2018 gli Stati Uniti sono usciti anche dall'accordo sul nucleare iraniano siglato nel 2015, affermando che Teheran non lo stesse rispettato, nonostante l'Aiea abbia affermato il contrario. Per Trump l'accordo è "orrendo": ne è derivata la reimposizione di sanzioni verso Teheran, le prime ad agosto (tra cui sul settore auto) e le seconde a novembre (colpite energia e banche). La tensione bilaterale si è riaccesa, coinvolgendo anche l'Unione europea.
MEDIORIENTE. Rompendo con decenni di linea di Washington sulla pace tra Israele e palestinesi, la presidenza Trump ha riconosciuto Gerusalemme come capitale di Israele e vi ha spostato l'ambasciata americana. Mentre lo Stato ebraico ha esultato, i palestinesi sono insorti e hanno squalificato Washington come mediatore nei colloqui. Che, intanto, erano già bloccati.
OBAMACARE. Trump aveva promesso di smantellare e sostituire la riforma sanitaria approvata da Obama, che ha consentito anche a poveri e anziani di ottenere una copertura assicurativa sanitaria, nonché a chi aveva malattie pregresse di essere ugualmente assicurato. Il presidente non è riuscito nel suo intento per un mancato accordo al Congresso. Secondo un sondaggio Gallup, l'Obamacare è al centro dell'80% delle preoccupazioni degli elettori al voto di Midterm.
ECONOMIA, DAZI E NUOVO NAFTA. L'economia americana sotto il mandato di Trump gode di buona salute: nel terzo trimestre 2018 il Pil è cresciuto del 3,5%, più delle attese, e gli analisti ipotizzano una chiusura d'anno al 3% o più, dato che sarebbe il migliore dal 2005. Trump ha anche imposto dazi sulle importazioni di acciaio e alluminio da vari Paesi, anche dall'Unione europea, e poi sulle importazioni di beni cinesi per un valore di 250 miliardi di dollari, ottenendo come risposta da Pechino ritorsioni su beni statunitensi. Quella che la Cina ha dichiarato una "guerra commerciale" non è ancora conclusa, con un incontro previsto a margine del G20 fra Trump e l'omologo Xi Jinping. Trump è anche riuscito a trovare l'intesa con Messico e Canada per sostituire l'accordo di libero scambio Nafta: sarà sostituito dall'Usmca, che copre un valore di 1.200 miliardi di dollari.
LIBRI. Tre libri estremamente critici sono 'piombati' su Trump. Uno è 'Fire and Fury' di Michael Wolff, che racconta indiscrezioni come ad esempio la poca stima di cui il repubblicano gode tra i suoi collaboratori. Il secondo è 'Fear' di Bob Woodward, il giornalista che indagò sullo scandalo Watergate, da cui emerge che lo staff della Casa Bianca tratterebbe il presidente come un bambino, cercando in vari modi di arginarlo. Infine, 'Unhinged' di Omarosa Manigault Newman, che parla di una discutibile salute mentale e fisica del presidente e lo accusa di razzismo.
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