Dopo il caso Cohen si torna a parlare di un'eventuale messa in stato d'accusa del presidente. Ma 'The Donald' non ha paura
I mercati "crollerebbero" e "tutti diventerebbero molto poveri". È lo scenario evocato dal presidente americano Donald Trump come conseguenza di un eventuale suo impeachment, in un'intervista rilasciata a 'Fox & Friends' il giorno dopo il suo "martedì nero". Nell'arco di poche ore l'ex direttore della sua campagna elettorale, Paul Manafort, è infatti stato condannato per otto capi d'accusa, mentre il suo ex fedelissimo avvocato personale, Michael Cohen, si è dichiarato colpevole affermando che a spingerlo a violare la legge sarebbe stato proprio Trump.
Le due vicende giudiziarie non sono direttamente legate all'inchiesta sulla presunta collusione tra la campagna elettorale del repubblicano e la Russia, condotta dal procuratore speciale Robert Mueller, ma le reazioni di Trump mostrano quanto il presidente sia inquieto. Tanto da evocare pubblicamente l'eventualità dell'impeachment, durante l'intervista. "Non so come si possa mettere in stato d'accusa qualcuno che ha fatto un ottimo lavoro", ha affermato. E agitando lo spauracchio del crollo dei mercati e dell'impoverimento generale, ha aggiunto: "Perché senza questo pensiero", ha affermato indicando il proprio cervello, "vedreste cifre cui non riuscireste a credere". L'economia, secondo Trump, sarebbe "caduta" se lui non fosse stato eletto e alla Casa Bianca fosse arrivata la democratica ed ex segretaria di Stato, Hillary Clinton. "Se Hillary e i democratici ce l'avessero fatta, se lei fosse stata presidente, avreste avuto crescita negativa. Noi abbiamo tirato su un valore di 10 miliardi di dollari", ha aggiunto.
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