Il genero del presidente, Jared Kushner, non ha più accesso alle informazioni classificate

Gli investigatori del team del procuratore speciale per il Russiagate, Robert Mueller, stanno indagando sulle attività dell'attuale presidente americano Donald Trump in Russia prima della campagna elettorale 2016, mentre il repubblicano valutava di candidarsi. Lo hanno fatto sapere tre fonti, citate da Cnn.

Diversi testimoni sono stati ascoltati a proposito dei tempi della decisione del magnate sulla sua candidatura, di potenziali informazioni compromettenti che i russi avrebbero potuto avere su Trump, delle attività relative alla Trump Tower a Mosca, hanno spiegato due fonti. Il team di Mueller, scrive Cnn, indaga su come i russi potrebbero aver tentato di influenzare il repubblicano, mentre questi stava discutendo affari a Mosca e valutando la campagna presidenziale.

Nel frattempo a Jared Kushner, genero e stretto consigliere di Donald Trump, è stato negato l'accesso alle informazioni classificate più sensibili della Casa Bianca. Lo riferiscono fonti vicine al dossier. Kushner, sposato con Ivanka Trump, figlia del presidente Usa è incaricato in particolare dei negoziati per il processo di pace israelo-palestinese e finora aveva avuto accesso alle informazioni più riservate, ma per farlo disponeva di un'autorizzazione temporanea.

L'esecutivo americano ha deciso invece di rivedere le procedure in vigore a seguito delle rivelazioni relative a un altro consigliere, Rob Porter, che per mesi aveva lavorato vicino a Trump senza avere ottenuto la luce verde totale al termine delle verifiche alle quali vengono sottoposti i dipendenti della Casa Bianca. Porter era stato costretto a dimettersi a causa delle accuse di violenze coniugali presentate da due sue ex mogli. I servizi di John Kelly, segretario generale della Casa Bianca, hanno rinviato a un comunicato che aveva diffuso la settimana scorsa in cui riaffermava la sua fiducia nel genero del presidente, senza altre precisazioni. "Come ho detto a Jared qualche giorno fa, ho piena fiducia nella sua capacità di portare avanti i suoi incarichi in materia di politica estera, in particolare a proposito dei nostri sforzi sul processo di pace israelo-palestinese e la questione delle nostre relazioni con il Messico", scriveva Kelly. 
 

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