E Zuckerberg risponde a al tweet di Trump: "È disgustato da idee e contenuti che non gli piacciono"
La commissione Intelligence del Senato, coinvolta nelle indagini del Congresso sulle interferenze di Mosca nelle presidenziali americane del 2016, il cosiddetto ''Russiagate', ha invitato Facebook, Google Alphabet e Twitter a testimoniare in un'udienza pubblica il prossimo 1° novembre. L'obiettivo è "capire meglio come la Russia abbia usato strumenti e piattaforme online pe seminare divisioni e influenzare le nostre elezioni", come hanno spiegato i membri della Commissione.
Il presidente della stessa commissione, il senatore repubblicano del North Carolina Richard Burr, aveva menzionato nei giorni scorsi una possibile audizione pubblica delle società tech, senza menzionarle. Rappresentanti di Facebook e Google hanno confermato di aver ricevuto l'invito ma non hanno ancora fatto sapere se parteciperanno.
L'invito giunge in coincidenza con una stretta attenzione verso attività sui social media e inserzioni sul web con un possibile utilizzo da parte di russi per influenzare le scorse elezioni negli Usa da parte degli inquirenti del Congresso. I deputati americani, repubblicani e democratici, sono infatti sempre più preoccupati per il fatto che i social network possano aver giocato un ruolo chiave nel 'Russiagate'.
Intanto il ceo di Facebook, Mark Zuckerberg, ha replicato a Donald Trump e prende le difese del social network, dopo che l'inquilino della Casa Bianca, in un tweet, ha scritto che "Facebook è sempre stato anti-Trump". "Trump dice che Facebook è contro di lui. I liberali dicono che aiutiamo Trump. Le due parti sono disgustate da idee e contenuti che non piacciono loro", afferma Zuckerberg, sottolineando che lavora "ogni giorno per connettere le persone e costruire una comunità che sia per tutti". "Speriamo di dar voce a tutte le persone e di creare una piattaforma per tutte le idee", aggiunge Zuckerberg. Il fondatore di Facebook ha assicurato inoltre che nelle ultime elezioni presidenziali Usa la piattaforma ha ricoperto "un ruolo diverso da quello che molti stanno dicendo". "In queste elezioni hanno avuto voce più persone che mai", rivendica.
Facebook recentemente ha assicurato che 470 account falsi gestiti probabilmente dalla Russia hanno speso circa 100mila dollari per oltre 3mila annunci politici sul social network negli ultimi due anni. Zuckerberg ha già consegnato le informazioni su questi account e annunci al procuratore speciale Robert Mueller che guida le indagini federali sul cosiddetto Russiagate, cioè sulla presunta ingerenza russa nelle elezioni del 2016 e sui presunti contatti fra membri dello staff elettorale di Trump e il Cremlino. Facebook ha anche annunciato che avrebbe fatto lo stesso con il Congresso, che porta avanti un'indagine sul Russiagate parallela a quella di Mueller. cba
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