Il presidente venezuelano non può entrare negli Stati Uniti
Il presidente venezuelano Nicolas Maduro non può entrare negli Stati Uniti in virtù delle sanzioni contro di lui adottate ieri dalla Casa Bianca. Lo rendono noto fonti del Dipartimento di Stato Usa.
TRUMP: MADURO DITTATORE. Ieri Washington ha adottato sanzioni contro Maduro con cui congela tutti i beni del presidente sotto giurisdizione americana e vieta qualsiasi transazione finanziaria con lui da parte dei cittadini statunitensi. Al momento, solo i presidenti siriano Bashar al Assad, il nordcoreano Kim Jong Un e quello dello Zimbabwe, Robert Mugabe. Fonti del Dipartimento di Stato hanno confermato che queste sanzioni vietano anche a Maduro l'ingresso negli Usa.
Nel caso in cui il presidente venezuelano volesse recarsi nella sede Onu di New York per partecipare all'Assemblea generale Washington dovrebbe considerare la richiesta. Oltre alle sanzioni, il governo di Donald Trump ha definito Maduro "un dittatore", appellativo evitato finora.
CUBA STA CON CARACAS. Il governo di Cuba ha denunciato "l'operazione internazionale contro il Venezuela", ha rifiutato le sanzioni "insolite e arbitrarie" adottate dagli Stati Uniti contro il presidente Nicolas Maduro e ha ribadito la sua solidarietà "incrollabile" al popolo e al governo venezuelano. In una dichiarazione il ministero degli Affari esteri di Cuba ha accusato il governo degli Stati Uniti di imporre contro Maduro sanzioni "insolite ed arbitrarie e che violano il diritto internazionale".
Secondo l'Avana, è stata lanciata "una ben coordinata operazione internazionale", diretta da Washington e con l'appoggio del segretario generale dell'Osa, Luis Almagro, con l'obiettivo "di far tacere la voce del popolo venezuelano, disconoscere la sua volontà" e "imporre la resa attraverso attacchi e sanzioni economiche".
"Conosciamo bene tutte queste azioni interventiste. Credono che attraverso questo raggiungeranno la sottomissione del popolo a un'opposizione che hanno finanziato e che ora promette di bruciare il Paese", si legge nella nota cubana.
Cuba considera inoltre che "coloro che cercano di rovesciare la rivoluzione bolivariana e chavista attraverso vie violenti, golpiste e incostituzionali avranno una seria responsabilità davanti alla storia".
LEADER RICONDOTTI IN CARCERE. Il servizio Bolivariano di intelligence (Sebin) del Venezuela ha portato in carcere nuovamente due leader dell'opposizione Leopoldo López e Antonio Ledezma, che si trovavano agli arresti domiciliari. Lo rendono noto i familiari dei due uomini. "Sono venuti a prendere Leopoldo a casa. Non sappiamo dove si trovi né dove lo abbiamo portato. Maduro è responsabile se gli succedesse qualcosa", ha scritto su Twitter Lilian Tintori, la moglie di Lopez.
Inoltre, il deputato Richard Blanco, coordinatore dell'Allenza Bravo Popolo (ABp) ha fatto sapere sui social che la Sebin ha portato via anche il sindaco Ledezma.
Alcuni dirigenti di Volontà popolare (Vp), il partito di Lopez, e di Abp, formazione di Ledezma, hanno confermato l'informazione ammettendo di non essere a conoscenza di dove siano stati trasportati i due leader.
Alcuni rappresentanti della coalizione di opposizione Mud hanno diffuso su Twitter un video che mostra come Ledezma sia stato prelevato in pigiama dalla sua residenza, dove si trova ai domiciliari dal 2015, da agenti del Sebin che lo hanno portato via su un furgone.
Poche ore prima, il leader di Abp aveva respinto la sfida lanciata dal presidente all'opposizione di presentarsi alle elezioni regionali previste per la fine dell'anno dopo due rinvii.
Ledezma era stato arrestato a febbraio del 2015 con l'accusa di cospirazione e associazione a delinquere. Dopo due mesi in un carcere militare di Ramo Verde ha ricevuto una "misura cautelare sostitutiva di libertà" e per motivi di salute gli sono stati concessi gli arresti domiciliari. Quasi due anni e mezzo dopo l'arresto Ledesma non è stato condannato.
Lopez dal canto suo ha trascorso tre anni nella stessa prigione e i suoi avvocati hanno denunciato che è stato torturato in varie occasioni.
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