"Abbiamo una lunga storia nell'assunzione di persone che cercano opportunità e una via per una nuova vita nel mondo" scrive il ceo Howard Schultz

 La multinazionale americana Starbucks promette di assumere 10mila rifugiati in cinque anni, tre giorni dopo gli ordini esecutivi firmati dal presidente Donald Trump per vietare l'ingresso negli Usa di chiunque provenga da sette Paesi a maggioranza musulmana, dimezzare a 50mila il numero di rifugiati da accettare nel 2017 e imporre lo stop a tempo indefinito ai siriani, dando la precedenza alle minoranze cristiane. "Ci sono più di 65 milioni di cittadini del mondo riconosciuti come rifugiati dalle Nazioni unite, stiamo sviluppando piani per assumere 10mila di essi in cinque anni nei 75 Paesi del mondo dove Starbucks ha le proprie sedi", ha scritto il ceo Howard Schultz, in una lettera aperta diffusa dai media americani.

Nella sua lettera, Schultz non critica apertamente l'ordine sull'immigrazione di Trump. "Sento l'allarme che tutti voi state sollevando sul fatto che la civiltà e i diritti umani, che tutti noi abbiamo dato per scontati così a lungo, siano sotto attacco", ha continuato nella lettera aperta. "Abbiamo una lunga storia nell'assunzione di persone che cercano opportunità e una via per una nuova vita nel mondo", ha scritto ancora, e "raddoppiamo il nostro impegno lavorando (…) per accogliere e cercare opportunità per coloro che fuggono da guerra, violenza, persecuzione e discriminazione". Già in passato Starbucks si era fatto notare per alcune misure, come quella del 2013 in cui il colosso aveva chiesto ai clienti di non portare armi da fuoco nelle sue caffetterie, dopo che queste erano diventate abituale luogo di riunione di gruppi pro-armi.
 

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