Nei giorni scorsi divulgate 20mila e-mail del Comitato nazionale democratico

 Il fondatore di Wikileaks, Julian Assange, minaccia nuove fughe di documenti relativi alle elezioni presidenziali negli Stati Uniti dopo la divulgazione di circa 20mila e-mail del Comitato nazionale democratico (Dnc) da parte di Wikileaks che hanno imbarazzato il Partito democratico in piena campagna elettorale. In un'intervista alla Cnn, Assange si è rifiutato di rivelare la fonte e ha constatato che la fuga di e-mail della direzione democratica ha avuto un "grande impatto politico" negli Usa; si tratta di messaggi di posta elettronica diffusi per dimostrare che l'establishment del partito avrebbe favorito Hillary Clinton a scapito del suo sfidante alle primarie Bernie Sanders.

La fuga di notizie ha adombrato l'inizio della convention democratica, portando alle dimissioni della presidente del Dnc Debbie Wasserman Schultz, e i dirigenti democratici accusano la Russia. Anche il presidente Usa Barack Obama ha definito una ipotesi "possibile" il fatto che la Russia stia dietro al furto di e-mail per interferire nella campagna per la Casa Bianca a favore del repubblicano Donald Trump. Assange accusa Clinton di utilizzare la Russia per "deviare l'attenzione" dal contenuto delle e-mail.

Il New York Times, dal canto suo, ha pubblicato un articolo in cui accusa Assange di avere calcolato il momento esatto in cui pubblicare le e-mail, cioè poco prima della convention dem, per compromettere al massimo gli interessi di Hillary Clinton. Il quotidiano newyorkese ha ripreso a questo proposito un'intervista rilasciata sei settimane fa dal fondatore di Wikileaks a Itv, in cui già annunciava di avere le e-mail. Assange ha espresso in diverse occasioni la sua avversità per Clinton, alla quale attribuisce la responsabilità di una persecuzione nei suoi confronti.
 

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