Intervista al professor Diego Corrado: "Da ministro ora Lula rischia di più, se condannato finisce in galera"

Cosa sta succedendo in Brasile? La domanda rimbalza al di qua dell'Oceano e, un poco, preoccupa anche chi vive a migliaia di chilometri di distanza. Confusione e recessione spaventano, l'impasse economica pure. Diego Corrado, laureato alla Bocconi, Università nella quale ha anche insegnato diritto commerciale (ora insegna diritto societario e fallimentare), è stato visinting scholar alla Univerdidade de Sao Paulo e alla Fundacao Getùlio Vargas, oltre a essere un avvocato con studi a Milano e San Paolo. Nel 2013 ha pubblicato 'Brasile senza maschere', un libro di successo. A lui LaPresse ha chiesto di fare chiarezza su Dilma Rousseff, Lula, l'impeachment e le furbate che stanno dietro alcune manovre oscure.

Avvocato Corrado, oggi l'ex presidente Luiz Inacio Lula da Silva giura come ministro, una mossa voluta dalla presidente Rousseff: siamo di fronte al classico inciucio per salvare il leader del PT?
No, in materia impera una grande ignoranza. C'è solo un cambio di competenze, di organi giudicanti. Ora sarà il Supremo Tribuna Federale a decidere il destino dell'ex presidente, come prevede la legge brasiliana. E, a ben considerare, Lula rischia di più: in questo caso, infatti, il grado di giudizio è uno e uno solo. Se condannato, Lula finisce in galera.

Ammetterà, però, che la situazione è poco chiara…

In effetti la confusione è massima. Anche perché sono scesi in campo gli oppositori del PT e di Rousseff. Lula non sta al di sopra della legge ma non deve stare nemmeno al di sotto. Parliamo comunque di un cittadino che non ha impedimenti politici, nei confronti del quale è stata solo avviata un'indagine.

Allarghiamo il discorso: il Brasile è nel caos.

Più totale. La manifestazione di domenica è stata la più massiccia della storia recente. Nemmeno quando venne chiesto l'impeachment di Collor de Mello (Fernando Affonso Collor de Mello fu presidente tra 1990 e 1992, ndr) si era vista tanta gente riversarsi nelle strade. Il PT stava preparando una risposta di massa, poi questa notte ci sono state altre manifestazioni di strada, spontanee. Contro Dilma, Lula e il PT. Ora non so cosa accadrà.

Come finirà?

Non lo so. Ma so che in Brasile i media contano tantissimo e orientano l'umore della gente. E i media sono tutti schierati contro Lula e il PT. Un sassolino diventa una montagna.

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