L'ex presidente ascoltato nell'ambito delle indagini per corruzione nella società statale Petrobras

L'ex presidente Inacio Lula da Silva è stato obbligato a deporre nell'ambito dello scandalo Petrobras. Nessun mandato d'arresto, come si era parlato in un primo momento, stando alla precisazione dell'Istituto Lula guidato dall'ex presidente, spiegando che si tratta di un accompagnamento coatto disposto dal tribunale perchè Lula si era rifiutato di andare a deporre nell'ambito dell'inchiesta che lo vede indagato con l'accusa di corruzione e riciclaggio di denaro.

L'ex presidente ha lasciato il commissariato della polizia federale dell'aeroporto di Congonhas a San Paolo, dove è stato condotto, dopo un interrogatorio che è durato oltre tre ore: era stato portato in commissariato alle 8 ora locale (mezzogiorno in Italia) ed è uscito alle 11.30 ora locale (le 15.30 in Italia). L'ex presidente ha lasciato la struttura a bordo di un'auto privata e si è diretto verso la sede della direzione nazionale del Partito dei lavoratori.
 

NULLA DA TEMERE.  L'ex presidente brasiliano, Luiz Inacio Lula da Silva, parlando dopo la deposizione di oggi davanti alla polizia, ha detto che non ha "nulla da temere" e e definito l'indagine contro di lui uno spettacolo mediatico. Lula ha tenuto un discorso davanti ai suoi sostenitori al quartier generale del Partito dei lavoratori.  Lula ha aggiunto che se il giudice voleva interrogarlo doveva soltanto chiedere. Precedentemente l'ex presidente brasiliano aveva testimoniato volontariamente nell'ambito delle indagini.
 

 

MAXI OPERAZIONE La misura coatta è arrivata stamane durante una maxi operazione di polizia che ha portato alla perquisizione di tutte le residenze dell'ex presidente. "L'operazione di polizia è comunque arbitraria, illegale e ingiustificabile", commenta l'Istituto Lula a proposito del blitz, questa mattina, nella dimora di Lula e del figlio Lulinha. La polizia federale ha fatto irruzione nell'abitazione dell'ex presidente, nella casa di uno dei figli e in altre residenze di proprietà della famiglia. Il blitz si inserisce nell'ambito delle indagini per corruzione nella società statale Petrobras ed è stato ordinato dal giudice federale Sergio Moro che si sta occupando dell'indagine su una rete che si è appropriata illegalmente di circa 2 miliardi di dollari delle casse della società petrolifera. Secondo quanto confermato dalla polizia federale, gli agenti hanno iniziato il blitz alle 6 locali (le 11 in Italia) quando si sono presentati alla porta della residenza di Lula a San Bernardo de Lo Campo, alla periferia di San Paolo.

Gli agenti si sono diretti poi nella sede dell'Istituto Lula, guidato dall'ex presidente. Tra le residenze perquisite, anche una fattoria nella città di Atibaia e un appartamento a Guaruja. Le autorità sospettano che queste due proprietà appartengano a Lula mentre figurano intestate a prestanomi. Lula è indagato per sospetto occultamento di beni e riciclaggio di denaro. La sua posizione sembra compromessa da quando un informatore nel caso Petrobras ha riferito che l'ex presidente aveva "ordinato" di corrompere alcuni dei detenuti in cambio del suo silenzio a non collaborare con la giustizia.

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