"Non si tratta solo di affrontare quella dei detenuti" ma "di chiudere un capitolo della nostra storia"
L'atteso annuncio di Obama su Guantanamo è arrivato. "Oggi il dipartimento della Difesa, grazie al lavoro di Carter e del suo team che lavora con lui di concerto con l'ufficio gestione bilancio, presenta al Congresso il nostro piano per chiudere Guantanamo una volta per tutte, finalmente", ha affermato il presidente degli Stati Uniti nel discorso sulla chiusura del carcere di massima sicurezza.
"Non si tratta solo di affrontare quella dei detenuti, che è una questione complicata anche per il modo in cui sono stati catturati" ma "si tratta di chiudere un capitolo della nostra storia", ha proseguito Obama.
"Io appoggio la chiusura di Guantanamo e continuerò a farlo fino a quando sarò presidente", ha detto. Secondo Obama, c'è un "sostegno trasversale alla chiusura e, vista la posta in gioco, questo piano merita di essere ascoltato, anche in un anno elettorale". "Il fatto che io non sia più candidato e John (McCain ndr.) non sia più candidato ci offre la possibilità di lasciare da parte la politica: fateci fare quello che è giusto per l'America", ha affermato Obama. "Penso che ci sia un'opportunità di fare progressi, noi abbiamo il dovere di provarci. Bush disse che lui voleva chiudere Guantanamo nonostante quello che aveva investito. Gliene rendo merito, però non lo ha fatto ed è passata a me. Non voglio trasferire questo problema al prossimo presidente: se non facciamo adesso quello che serve, quando mai lo faremo?", ha proseguito.
Nel suo discorso l'inquilino della Casa Bianca, ricordando di avere trascorso "molte ore, credetemi" per affrontare la questione di Guantanamo, ha ripercorso le tappe relative al caso: "Come americani siamo orgogliosi di essere un raggio, un modello per altre nazioni, ma 15 anni dopo l'11 settembre, il peggiore attacco della storia degli Stati Uniti, ancora ci troviamo a difendere l'esistenza di una struttura dove neanche un verdetto è stato raggiunto su questi attentati, neanche uno". "Quando mi sono candidato la prima volta c'era un sostegno trasversale per chiudere Guantanamo", ha detto Obama. "Il mio predecessore, il presidente Bush, a suo merito disse che voleva chiuderlo. Era una delle poche cose su cui io e John McCain eravamo d'accordo" ma a un certo punto "quello che inizialmente era un appoggio trasversale diventò di un solo partito politico", ha aggiunto.
I QUATTRO PUNTI DEL PIANO. Saranno "trasferiti in sicurezza in altri Paesi" 35 dei 91 detenuti che si trovano ancora a Guantanamo, il cui trasferimento è già stato approvato. Questo, ha spiegato Obama, è il primo dei quattro punti del piano sulla chiusura della prigione. Il secondo prevede che, nei casi in cui non sono in programma trasferimenti in altri Paesi, "accelereremo gli esami periodici per vedere se la detenzione è ancora necessaria" e questi casi "potrebbero essere reputati idonei a trasferimento".
Il terzo prevede che le commissioni militari debbano essere migliorate con l'intervento del Congresso. Per quanto riguarda il quarto step, infine, Obama ha detto che "collaboreremo con il Congresso per trovare una collocazione sicura (negli Stati Uniti ndr.) per gestire gli ultimi detenuti ma anche per le persone che non possono essere trasferite in altri Paesi".
A proposito di questi detenuti da ricollocare negli Stati Uniti, Obama ha detto che "non stiamo identificando struttura specifica oggi, ma identifichiamo possibili opzioni". Il presidente Usa ha chiarito che la maggior parte dei detenuti di Guantanamo non sono stati trasferiti in altri Paesi sotto la sua presidenza ma sotto quella del suo predecessore Bush: "nonostante l'85% dei detenuti siano stati trasferiti in altri Paesi, oltre 500 di questi sono stati trasferiti sotto Bush" mentre "sotto mia presidenza 147 detenuti" sono stati trasferiti e "oggi solo 91 detenuti restano a Guantanamo, meno di 100", ha affermato Obama.
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