Parigi (Francia), 1 dic. (LaPresse/EFE) – Dopo l’esordio di ieri, ha preso il via la seconda giornata della Conferenza sul clima (Cop21) di Parigi con la presentazione dei progetti ambientali, dopo gli impulsi politici arrivati ieri con la presenza di oltre 150 leader mondiali.

LE PROMESSE DI HOLLANDE. Il presidente francese, François Hollande, ha promesso oggi di investire 2miliardi di euro fino al 2020 in favore delle energie rinnovabili in Africa. “La Francia vuole dare l’esempio” per aiutare il continente africano a combattere il riscaldamento globale, ha annunciato il presidente in occasione della seconda giornata del summit sul clima (Cop21) in corso a Parigi. Dopo aver incontrato una decina di capi di stato africani, la Francia ha deciso di raddoppiare gli aiuti rispetto a quelli stanziati negli ultimi cinque anni. “Una spinta al fondo da 100miliardi di euro”, che i paesi in via di sviluppo hanno chiesto a Parigi per affrontare la transizione energetica.

Il denaro “consentirà l’attuazione dei progetti predisposti dai governi africani e dalla società civile”, ha spiegato Hollande secondo cui la promozione di energia solare, eolica, idroelettrica e geotermica, secondo il potenziale di ciascun paese, devono essere inseriti neii progetti da finanziare da parte del fondo. I finanziamenti, ha spiegato Hollande, saranno erogati attraverso il “African Renewable Energy Fund diretta dall’Unione africana (UA), presente alla riunione di Parigi.

Oltre a questi 2 miliardi, Hollande ha annunciato 1 miliardo di euro all’anno per combattere la desertificazione in Africa entro il 2020 con due progetti, uno soprannominato la Grande Muraglia Verde, che mira a fermare l’avanzata del deserto del Sahara a sud e l’altro che prevede la salvaguardia del lago Ciad e del fiume Niger, minacciati dalla siccità. “Tutti questi progetti devono essere accompagnati dalla lotta contro il terrorismo”, perché altrimenti “le infrastrutture da costruire saranno immediatamente distrutta” da parte di gruppi jihadisti, ha ribadito Hollande.

L’IMPEGNO DEI PRESIDENTI AFRICANI. I presidenti africani si sono detti impegnati nella riduzione delle proprie emissioni, ma ha ribadito che non possono fare a meno del sostegno dei ricchi. “Non siamo stati noi a incrementare il riscaldamento globale, ma siamo quelli che più soffrono”, ha dichiarato il presidente dell’Unione africana, Nkozasana Dlamini-Zuma.

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